La conferenza ibrida “Popoli e Pace 2024” si è svolta dal 13 al 15 gennaio a Celen, in Svezia. Ecco il discorso dell’europarlamentare irlandese Claire Daly, membro del GUE/NGL (Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo).

Salve a tutti. È bello parlare alla Conferenza “Popoli e Pace” in Svezia. Mi dispiace molto di non poter essere con voi di persona. Mi piacerebbe, ovviamente, iniziare dicendo “Buon anno!”. Ma c’è ben poco da essere felici all’inizio del 2024. Voglio dire, come si può godere di una pausa invernale sapendo che ogni giorno che è passato, mentre molti in Europa sedevano nelle loro case riscaldate con famiglie e amici, due milioni di persone disperate sono rimaste intrappolate in un incubo senza fine? Sono congelate e morivano di fame nel mattatoio a cielo aperto della Striscia di Gaza, mentre le forze di occupazione israeliane continuavano la loro campagna genocida di vendetta e omicidio di massa contro civili terrorizzati e indifesi, la maggior parte dei quali erano bambini.

Non c’è mai stata una dimostrazione così aperta di crudeltà disumana. E mai i leader dell’UE sono stati più sfacciati nel loro sostegno a ciò che succedeva. Insomma, rifiutarsi di chiedere un cessate il fuoco a ottobre era imperdonabile, ma rifiutarsi ancora adesso dimostra esattamente come sono realmente i leader dell’UE. Tutto ciò che dicono sullo stato di diritto, sui diritti umani, sull’ordine internazionale, non ha mai significato nulla. Perché questo regime di apartheid sionista sta commettendo un genocidio in piena luce, vantandosene. E i leader europei lo sostengono al 100%, inviando loro armi, ripetendo le loro bugie e cercando persino di vietare le manifestazioni organizzate per fermarlo.

Perciò il vostro evento si svolge in un momento di “smascheramento” per molte persone. Molti guardano la propaganda bellica ucraina degli ultimi due anni e cominciano a capirla sotto una luce molto diversa. Dopo due anni di mantra “gloria! gloria!”, i risultati sono evidenti. L’Ucraina è in grave difficoltà. Dov’è andata a finire la “gloria”?

Naturalmente, non c’è mai stata speranza di vincere sul campo di battaglia. Sempre più funzionari ucraini ammettono che c’era un possibile accordo di pace sul tavolo nell’aprile 2022. Avrebbe visto la Russia ritirarsi ai confini precedenti all’invasione. L’Ucraina avrebbe dovuto essere libera di accettare quell’accordo. Ma è stato l’Occidente a non volere la pace. I leader europei e americani volevano che l’Ucraina combattesse e l’Ucraina è stata ricattata per combattere.

Due anni dopo, l’Ucraina si trova di fronte a condizioni di pace incomparabilmente peggiori di quelle che le erano state offerte, dopo aver sacrificato così tanto, con le perdite sotto gli occhi di tutti. Mezzo milione di vittime. Centinaia di migliaia di morti che non dovevano morire. Vasti tratti di terra sono ora perduti all’occupazione russa e probabilmente non torneranno mai più. Un Paese diviso, città rase al suolo. La gente che si è spersa ovunque, o si è impoverita tra le rovine, e si è ritrovata con un debito che si protrarrà per decenni nel futuro. Il rimedio proposto dai leader europei: il capitalismo estremo che sta già distruggendo l’economia ucraina, con misure di privatizzazioni e liberalizzazioni, e altre in previsione. Ciò che resta dell’Ucraina è già stato svenduto agli investitori occidentali. I sindacati e i partiti di opposizione sono vietati, gli ultranazionalisti sono in aumento e l’inevitabile politica di massa del risentimento e del tradimento si fa strada nella società ucraina: i falsi amici dell’Occidente hanno tradito e poi svenduto il loro Paese.

La situazione è desolante. Non c’è nulla, proprio nulla, di cui essere contenti in tutto questo. Ma c’è una cosa che si può trarre da tutto questo: la determinazione. E la certezza che il movimento per la pace è più necessario che mai.

Noi abbiamo sempre detto che sarebbe stato un disastro. Ed eccola qui. La prova, se ce ne fosse bisogno, che la guerra non è la risposta. La guerra non è mai la risposta. I leader europei che fanno il tifo per la guerra, che sostengono la NATO, che spingono per la militarizzazione, che distruggono le nostre economie con sanzioni belliche che ci si ritorcono contro, che saccheggiano le casse pubbliche per arricchire il complesso militare-industriale, che attaccano e calunniano il movimento per la pace come codardi e traditori: sono loro che si sbagliano! E la prova di ciò è ora tragicamente sotto gli occhi di tutti.

Quindi, ogni volta che i guerrafondai aprono la bocca, guardate il loro operato. Guardate le rovine di Mariupol. Guardate le file di sacchi blu per i cadaveri nelle fosse comuni di Khan Younis. Non dimenticate mai i bambini amputati nelle rovine dell’ospedale di Al Shifa, con medici e infermieri che operano sotto il fuoco dei cecchini israeliani. Sappiate che questo è ciò che accade sempre. E la prossima volta che i leader dell’UE saliranno sul palco per farci propaganda di guerra, dovranno rispondere di questo.

Quindi non dirò “Felice Anno Nuovo”. La guerra è una rovina permanente per la felicità. La felicità può arrivare dopo. Prima dobbiamo lottare per la pace. Quindi usciamo da questo incontro sempre più determinati a far sì che ciò accada. Siate certi che il motivo per cui ci calunniano e diffamano è che si rendono conto che il movimento per la pace – il nostro movimento – è la più grande minaccia ai loro interessi. Quindi il 2024 è l’anno in cui possiamo e dobbiamo mettere in difficoltà i guerrafondai, mentre moltiplichiamo i nostri sforzi per sconfiggere il militarismo europeo.

Vi faccio i miei migliori auguri per l’evento. Mi dispiace non poter essere presente di persona. Spero che lì non faccia freddo come qui. E in bocca al lupo. Le nostre strade si incroceranno nei giorni, nelle settimane e nei mesi a venire.

Palestina libera! Viva Gaza!

Traduzione dall’inglese di Thomas Schmid. Revisione di Daniela Bezzi.