Il centro israeliano per i diritti umani B’Tselem ha affermato in un comunicato che “2,2 milioni di palestinesi soffrono la fame e la sete. Il divieto sistematico di Israele di fornire cibo e acqua agli sfollati di Gaza è un crimine di guerra”.

In cinque post sulla piattaforma X, l’organizzazione pacifista israeliana scrive: “Questo non è un sottoprodotto della guerra, ma il risultato diretto della politica di Israele, che nega loro il cibo. Gli abitanti di Gaza ora dipendono interamente dalle forniture esterne, poiché non possono più produrre quasi niente da soli. La maggior parte dei campi coltivati ​​sono stati distrutti e l’accesso alle aree aperte durante la guerra è comunque pericoloso. Fabbriche e magazzini sono stati bombardati o chiusi per mancanza di rifornimenti, carburante ed elettricità; le scorte nelle case private e nei negozi sono esaurite da tempo. Invece di consentire l’ingresso di cibo a Gaza, Israele lascia entrare solo una frazione della quantità che entrava prima della guerra, con limitazioni sulla tipologia di beni, su come vengono importati e su come vengono distribuiti all’interno di Gaza. Il risultato è inconcepibile: immagini di bambini che chiedono cibo, persone che aspettano in lunghe file per ricevere misere elemosine e residenti affamati che caricano i camion degli aiuti. L’orrore cresce di minuto in minuto e il pericolo di carestia è reale, eppure Israele persiste nella sua politica. Cambiare questa politica non è solo un obbligo morale. Consentire l’arrivo di cibo a Gaza non è un atto di gentilezza, ma un obbligo ai sensi del diritto internazionale umanitario. Il rifiuto di adempiere a questo dovere costituisce un crimine di guerra”.(QUI).

Per ottenere altre informazioni sul lavoro di B’Tselem, visita il sito in inglese.

Corte Internazionale di Giustizia, processo a Israele

Domani inizia il processo al governo Netanyahu, accusato di genocidio dal Sudafrica. Dopo la conferenza stampa del dottor Abu Setta, cittadino britannico di origine palestinese che ha operato per circa due mesi negli ospedali di Gaza sotto i bombardamenti e la consegna del suo rapporto al Ministero degli Esteri britannico, Cameron ha dichiarato che forse Israele non ha rispettato il diritto internazionale e ha compiuto crimini di guerra.

La Corte Internazionale di Giustizia ha creato una piattaforma per ricevere le denunce dei palestinesi che hanno subito gli attacchi dell’esercito israeliano (QUI). La piattaforma può ricevere foto e video oltre alle descrizioni degli avvenimenti.

In concomitanza con le due sedute della Corte di Giustizia Internazionale a L’Aja, domani e dopodomani, attivisti digitali hanno lanciato una mobilitazione in rete per rendere visibile la rabbia dell’opinione pubblica mondiale contro il proseguimento dei massacri di Netanyahu a Gaza con l’hashtag: #EndIsraelsGenocide su tutte le piattaforme social (Facebook, Instagram, TikTok, X, Whatsapp, Telegram, ecc…). Dedicheremo sul sito una pagina apposita per i dettagli dell’operazione di sensibilizzazione