Si è tenuto nelle scorse settimane a Bologna nel Dipartimento di Sociologia ed Economia del Diritto, il seminario nazionale intitolato “Sfide per l’integrazione delle madri sopravvissute alla tratta”.

Il seminario era promosso nell’ambito del progetto NET-WORKS, finanziato dall’Unione Europea e guidato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.

Il progetto ha l’obiettivo di favorire l’integrazione di donne sopravvissute alla tratta a fini di sfruttamento sessuale in Europa, e in particolare per il supporto di quelle madri che necessitano opportunità specifiche per conciliare vita e lavoro.

Il seminario è stato introdotto da Francesca Mantovani, docente che da anni dirige il corso di laurea in Scienze Sociali all’Università di Bologna.
Erano presenti anche Filippo Diaco, e vincitore del premio don Oreste Benzi sulla tratta nel 2020, per l’impegno dimostrato a favore delle donne migranti vulnerabili e della loro reintegrazione; Liliana Ocmin, referente Nazionale per Inas Cisl, da anni impegnata nel sostegno delle donne vittime di violenza.
Entrambi sono coinvolti in patronati che offrono opportunità e consulenza alle lavoratrici.

Il progetto NET-WORKS: risultati e futuro
Enkolina Shqau, coordinatrice del progetto europeo NET-WORKS,ha presentato i risultati ottenuti: il progetto ha permesso di sostenere l’integrazione sociale e lavorativa di 40 donne in Italia, Spagna, Lituania, Lettonia, Svezia e Germania.

E’ stata data voce alle cooperative e ai Comuni di tre regioni italiane – Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna – impegnati nel reinserimento lavorativo delle vittime di tratta, anche grazie ad un lavoro in rete con i progetti regionali coordinati dal Numero Verde Nazionale Antitratta.

L’evento è stata occasione per la presentazione del videotutorial “Integrate, non invisibili”, rivolto a donne migranti e a vittime di tratta.

L’obiettivo del cortometraggio, realizzato da esperti nel settore della comunicazione e della grafica, è aiutare queste persone nel comprendere i propri diritti e nel sapere a chi rivolgersi per uscire dalla tratta.

Vedi il video-tutorial su Youtube https://www.youtube.com/watch?v=8JjOyypUhxE

Queste donne si ritrovano spesso ad un bivio: possono arrendersi a situazioni illegali e di sfruttamento, oppure possono affidarsi ad enti ed associazioni competenti per scegliere una vita di riscatto e di dignità.

Spiegano gli ideatori del filmato: «Le persone migranti si trovano ad affrontare ostacoli di vario tipo, che vanno dallo sfruttamento sessuale e lavorativo, alla discriminazione etnica e di genere, fino al reinserimento dei propri figli e l’acquisizione dei documenti necessari per vivere una vita dignitosa al pari dei cittadini europei.
Attraverso otto brevi sequenze video animate, ci rivolgiamo direttamente a loro illustrando in modo coinvolgente i diritti di cui godono nei Paesi europei e a chi possono rivolgersi per uscire dai circuiti della tratta, vivendo come donne integrate e non più invisibili».

Martina Taricco e Irene Ciambezi organizzatrici dell’iniziativa e referenti del settore internazionale anti-tratta dell’associazione di Don Benzi sottolineano: «La maggioranza delle vittime della tratta ha tra i 20 e i 30 anni. Ogni donna migrante ha il diritto di essere sostenuta nella sua integrazione da persone capaci di ascolto attivo e con sensibilità interculturale, piuttosto che essere incasellata da stereotipi come “straniera”, “giovane”, “vulnerabile”».

Sito ufficiale: networksproject.eu