L’udienza presso il Tribunale dell’Unione Europea a Kirchberg, in Lussemburgo, è prevista per le 14.30. Questo è l’ultimo passo prima della sentenza del tribunale.

Si terrà oggi l’udienza della causa di Sea-Watch contro Frontex presso il Tribunale dell’Unione Europea in Lussemburgo. Il procedimento era iniziato nell’aprile 2022, dopo che Frontex aveva respinto una richiesta di accesso agli atti presentata da Sea-Watch tramite il Freedom of Information Act (FOIA), che garantisce il diritto di accesso alle informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni. Attraverso queste informazioni, sarebbe stato possibile verificare il coinvolgimento di Frontex nelle violazioni dei diritti umani nel Mediterraneo.

In particolare, Sea-Watch fa riferimento al caso di respingimento del 30 luglio 2021, che secondo l’ONG rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale. A testimoniare questo evento sono stati l’aereo di monitoraggio Seabird e la nave di soccorso Sea-Watch 3. Nella zona di ricerca e soccorso maltese, un’imbarcazione in difficoltà con circa 20 persone a bordo è stata intercettata dalla cosiddetta Guardia Costiera libica e riportata in Libia. Come hanno sottolineato le organizzazioni non governative Human Rights Watch e Border Forensics, si può presumere che Frontex abbia favorito quell’intercettazione e quel respingimento illegale.

Frontex ha ripetutamente rifiutato di fornire le informazioni richieste, tuttavia ha comunicato di possedere 73 documenti, immagini e un video relativi a quella circostanza. Tra questi, ci sono 36 documenti associati allo scambio di comunicazioni tra Frontex e le autorità libiche, italiane e maltesi riguardanti le loro operazioni nel Mediterraneo centrale del 30.07.2021.

Con il supporto dell’organizzazione FragDenStaat, Sea-Watch ha intentato una causa contro Frontex presso il Tribunale dell’Unione Europea al fine di ottenere le informazioni precedentemente negate e dimostrare che Frontex è complice delle violazioni dei diritti umani nel Mar Mediterraneo.

La causa contro Frontex è il primo passo per porre fine all’impunità e prevenire ulteriori violazioni dei diritti umani. Sono ormai innumerevoli le evidenze della complicità dell’Agenzia nei respingimenti in Libia. È ora di porre fine a questa pratica illegale protetta dalle politiche europee, che perpetua un violento ciclo di abusi ai danni delle persone in fuga, riconsegnate nelle mani dei loro aguzzini” ha dichiarato Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch.

L’udienza presso il Tribunale Generale dell’Unione Europea è durata due ore e mezzo.

Frontex era rappresentata dai suoi legali e durante l’udienza è stato subito chiaro come tutti i proclami secondo cui l’agenzia stia lavorando per aumentare la propria trasparenza crollino alla prova dei fatti.

La sentenza arriverà nei primi mesi del 2024.