Un gruppo di triestini si sono ritrovati il 18 settembre 2023 in Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste per ricordare a 85 anni dall’annuncio in piazza Unità l’infamia delle LEGGI RAZZIALI ANTIEBRAICHE del 1938. L’obiettivo richiesto era far  partecipare “la Trieste democratica per dire NO anche adesso ad ogni forma di discriminazione razziale e lottare assieme per la pace”.

Si sono susseguiti interventi di Luciano Ferluga (Comitato Danilo Dolci), Gian Andrea Franchi (Linea d’Ombra), Gianluca Paciucci (Ass. Tina Modotti), Giulia Massolino (consigliere regionale FVG lista “Patto per l’autonomia”). Si è esibito il Coro Sociale di Trieste con canzoni della resistenza e hanno inviato i loro contributi l’attore Moni Ovadia e la senatrice Liliana Segre.

Alcuni partecipanti hanno raccolto l’invito degli organizzatori a comperare e portare delle scarpe nuove in piazza, aiutando i richiedenti asilo provenienti dalla rotta balcanica. Gli organizzatori motivano nel loro comunicato: “Le scarpe sono un simbolo dei tempi passati e presenti: i rifugiati le lasciano dietro di sé nel tentativo di sfuggire a orrori inimmaginabili; nel passato invece gli ebrei le lasciavano prima di andare a morire nelle camere a gas nei lager nazisti. Buttar via un paio di scarpe perché consumate da un lungo viaggio è una realtà che affrontano e che testimonia a noi un bisogno di solidarietà. Come loro noi guardiamo al razzismo del passato e del presente, attorno a questo oggetto, umano, quotidiano, fondamentale.”

“Oggi è anche violenza e razzismo concreto”, prosegue il comunicato,  “trattare in modo inumano le persone rifugiate, senza alcuna politica di accoglienza, abbandonati a loro stessi, senza fornire nemmeno l’ acqua e predisporre adeguati servizi igienici nei luoghi del Silos dove molti soggiornano. Scappano dalla miseria, dalle violenze e dalle GUERRE nei loro paesi anche a causa di ingiustizie esacerbate anche dalla crisi climatica.”

La manifestazione si  è conclusa con un tradizionale deposito di fiori sulla targa che ricorda i caduti dell’olocausto e con una simbolica cena sul molo Audace (vicino a Piazza dell’Unità d’Italia ) con la partecipazione dei migranti presenti più alcuni cittadini.