Mentre continuano in California gli scioperi del personale degli alberghi, attori e sceneggiatori, il 25 luglio, 5 giorni prima della scadenza del precedente contratto e dell’inizio dello sciopero (che sarebbe stato il più grande della storia statunitense nella stessa azienda) è stata raggiunta un’intesa “provvisoria” quinquennale tra United Parcel Service (UPS) e il sindacato dei Teamsters (i camionisti).

UPS, uno dei più grandi corrieri merci, ha mezzo milione di dipendenti. Negli USA gestisce 20 milioni di pacchi al giorno. Società d’investimento di Wall Street ne detengono quasi i 3/4 delle azioni e, con altre similari, possiedono anche concorrenti di UPS come FedEx e alcune ferrovie merci. Durante la pandemia, i profitti di UPS sono quasi raddoppiati. L’amministratore delegato ha guadagnato nel 2021 ben 28 milioni di dollari.

Il Sindacato, l’International Brotherhood of Teamsters (IBT), ha 1,2 milioni di iscritti. Principale Union singola degli USA, rappresenta 340.000 dipendenti UPS. Dopo decenni di gestioni autoritarie, se non colluse colla malavita organizzata (lo sviluppo urbanistico di Las Vegas, gestito in gran parte dalla mafia, fu attuato anche utilizzando l’ingente fondo pensioni dei Teamsters), alcune componenti interne, come i “Teamsters for a Democratic Union” (TDU), chiesero dagli anni Settanta maggior democrazia sindacale. E in questi ultimi anni hanno ottenuto l’inclusione di membri di base (il c.d. Rank-and-File) nella commissione di trattativa del rinnovo contrattuale UPS e l’eliminazione della clausola utilizzata per imporre il contratto del 2018, contestato dalla maggioranza dei lavoratori. Accordo che aveva stabilito la posizione di autista di secondo livello (stessa mansione con salario più basso sulla base dell’anno di assunzione).

Nel 2021, TDU ha appoggiato la vittoriosa campagna di una lista di riformatori per il rinnovo degli organismi sindacali che ha sconfitto la “vecchia guardia”, con la nuova modalità elettiva “una testa/un voto”. Il neo Presidente dei Teamsters, Sean O’Brien, ha promesso di aprire la sindacalizzazione dei trasportatori “indipendenti” di Amazon e di affrontare il forte disagio dei lavoratori UPS, causato anche dalle concessioni della precedente dirigenza sindacale.

La forza del sindacato dei Teamsters (conseguenza della centralità del trasporto merci su gomma negli USA) è messa in discussione non solo dai futuribili utilizzi di veicoli senza guida umana e di droni (dal 2019, UPS può utilizzarli per il recapito di medicine), ma dalla trasformazione delle modalità di consegna delle merci (che ricorda il passaggio ai camion, all’inizio del secolo scorso, al posto dei carretti, i cui cavalli sono ancora nel simbolo dell’IBT), che comporta riduzione di personale direttamente dipendente, aumento dei carichi, taglio dei tempi, controlli asfissianti del lavoro. Cioè diminuzione dei diritti collettivi.

Considerata, dal contratto del 1997, azienda di posti di lavoro sindacali sicuri, oggi UPS ha il 60% della forza lavoro part-time con retribuzioni in alcuni Stati comparabili al salario minimo di legge. Molti autisti, costretti a lavorare sei giorni alla settimana e fino a 14 ore al giorno con straordinari forzati, subiscono spesso controlli offensivi (capi che li seguono coi veicoli personali o telecamere installate nella cabina). I veicoli sono quasi sempre senza aria condizionata. Autisti e gestori dei pacchi negli stabilimenti di smistamento, seppur incensati come “essenziali” nel picco del virus, affrontano rischi a causa delle tempistiche e delle condizioni del lavoro.

La piattaforma per il rinnovo del contratto richiedeva: l’aumento della retribuzione a 25 dollari all’ora per i part-time (che sono più del 50% degli addetti UPS, alla guida e allo smistamento e carico dei pacchi sui furgoni nei magazzini di transito), il loro impiego a tempo pieno, l’eliminazione della retribuzione a due livelli dei lavoratori a tempo pieno e del lavoro obbligatorio il sesto giorno, l’aumento dei pagamenti della pensione per i pensionati UPS, più ferie e fine del subappalto e dell’uso di gig workers (appaltatori “indipendenti” di lavoro occasionale a chiamata), il divieto di telecamere rivolte verso il conducente.

La vertenza, con lo slogan “Paga uguale (per tutti)! Basta due livelli di salario”, era iniziata quasi un anno fa: comizi di lancio in tutto il Paese lo scorso agosto, sondaggi in autunno per raccogliere le richieste dei lavoratori e manifestazioni per pubblicizzarle, corsi di preparazione allo sciopero in primavera per mappare i luoghi di lavoro e selezionare i responsabili dei picchetti. Dopo la sospensione della trattativa, il 5 luglio, a seguito delle “offerte” retributive aziendali, definite un insulto dal presidente dei Teamsters, si erano indetti practice pickets, picchetti di esercitazione di fronte ai magazzini e riunioni pubbliche, anche con barbecue nei parchi.

A metà giugno, il voto preventivo sullo sciopero l’aveva autorizzato al 97%. Pochi giorni dopo, aperto il tavolo dei negoziati, l’azienda aveva accettato di acquistare i nuovi furgoni dotati di climatizzazione e di ridurre il calore nel vano di carico dei 95.000 mezzi in servizio. Forse senza una completa trasparenza delle posizioni delle parti, avrebbe anche concesso l’abolizione dei due livelli contrattuali, il passaggio a tempo pieno su 5 giorni e piena retribuzione per tutti i guidatori, compresi gli attuali part-time.

Il nodo intricato della trattativa, in una fase di aumento dell’inflazione, era divenuto l’aumento delle retribuzioni. Se gli autisti con anni di anzianità possono arrivare a oltre 90.000 dollari annui (se fanno turni molto lunghi, fino a 15 ore al giorno), i gestori dei pacchi nei magazzini, il 60% della forza lavoro, non raggiungono spesso i 15,50 dollari all’ora: in molti Stati USA un “salario di povertà” che impone il secondo lavoro.

Il precedente sciopero in UPS, nel 1997, era durato 15 giorni. Un’analisi della Deutsche Bank prevedeva che il fondo sciopero di 346 milioni di dollari stanziato dai Teamsters (per pagare le spese della mobilitazione, in primis un rimborso parziale dei salari persi) si sarebbe esaurito entro tre settimane. Preoccupata del blocco delle consegne (soprattutto dei materiali per le aziende) e memore di quello che fece Biden alla fine del 2022 per il contratto dei ferrovieri, la Camera di Commercio gli aveva chiesto di imporre un arbitrato. Anche se il diritto del lavoro lo prevede, nel caso di gravi conseguenze economiche per la Nazione, solo per i trasporti aereo e ferroviario. Biden, con un suo messaggio, ha ora tirato un sospiro di sollievo per l’accordo, precisando (excusatio non petita) di non essere intervenuto sulla vertenza.

L’accordo, di cui non si conoscono tutti i dettagli, prevedrebbe l’aumento della retribuzione oraria iniziale per i part-time da 16,20 dollari a 21 (23 a fine contratto); l’incremento della paga oraria di tutti i lavoratori di 2,75 dollari quest’anno e di ulteriori 7,50 nei prossimi cinque anni; la facoltatività degli straordinari nei giorni liberi; la disposizione di ventole nei vecchi furgoni che saranno “gradualmente sostituiti” e l’acquisto dei nuovi mezzi con aria condizionata; la creazione di 7.500 posti di lavoro e l’impegno a riempire le 22.500 posizioni lavorative aperte; un giorno di ferie nella celebrazione annuale di Martin Luther King. Gli attuali part-time, già assunti a retribuzioni molto più basse, sarebbero trasformati in tempi pieni, abolendo con ciò l’odiato sistema retributivo a due livelli .

Per il Presidente del Sindacato “questo contratto stabilisce un nuovo standard del movimento dei lavoratori”. Nei reparti è affisso il manifesto: “Abbiamo cambiato il gioco! I Teamsters vincono uno storico contratto”. Vedremo se i lavoratori, che erano lì lì per scioperare, convalideranno o meno, dal 3 al 22 agosto, l’accordo raggiunto, che è già stato approvato all’unanimità dalla delegazione di trattativa, che includeva anche “membri della base sindacale”.

Non tutti potrebbero essere altrettanto entusiasti, a partire dai 21 dollari che non reputano sufficienti a vivere dignitosamente, soprattutto nelle grandi città. La tradizione della base sindacale di bocciare accordi malvoluti è storica negli USA: proprio in questi giorni i piloti Fed-Ex, concorrente di UPS, hanno bocciato un accordo. Nel frattempo, era nato un “UPS Workers Rank and File Committee” che intende raccogliere e organizzare il dissenso sul contratto. Se esso fosse bocciato dalla maggioranza dei lavoratori, assai radicalizzati dal periodo di vessazioni lamentate durante il picco del covid e dai contemporanei immensi profitti aziendali, lo sciopero, già deciso con precedente votazione, potrebbe essere attivato, proprio per le ragioni di democrazia che hanno insediato l’attuale dirigenza sindacale.

FONTI

Press Associated, Teamster strike approval at UPS prompts company to move on issues, People’s World, 21.6

Eamon Whalen, A Massive UPS Strike Is Imminent, Mother Jones, 5.7

Mark Gruenberg, UPS walks out of talks with Teamsters, People’s World, 5.7

Sean Orr / Elliot Lewis, UPS Teamsters Are Ready to Strike, Jacobin, 6.7

Build the UPS Workers Rank-and-File Committee!, World Socialist Web Site, 11.7

Alexandra Bradbury / Luis F. Leon, UPS Teamsters ‘Just Practicing’, Labor Notes, 19.7

Vanessa Yurkevich/Chris Isidore, UPS and Teamsters reach a labor deal, potentially avoiding a crippling strike, CNN, 25.7

Mark Gruenberg, Teamsters claim big win with 5-year tentative pact with UPS, People’s World, 26.7

https://teamster.org/