Si infiamma l’area del Mar Nero per la crescente tensione tra USA e Russia, in seguito all’inabissamento del drone statunitense MQ Reaper dopo la collisione con un caccia Su-27 dell’aviazione russa. Il sito di tracking militare Itamil Radar definisce l’incidente “un’intercettazione non sicura e poco professionale”. Utilizza le stesse esatte parole di John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza USA e già candidato alla corsa alla Casa Bianca. Cosa stava facendo un drone militare USA al largo della Crimea?

I fatti

Mercoledì mattina, alle ore 9.30 orario di Mosca, due Sukoi russi sono decollati per intercettare il velivolo senza pilota statunitense che sorvolava il Mar Nero in acque internazionali, durante una missione ISR (Intelligence, surveillance and recoinnaissance). Uno dei due caccia ha effettuato una manovra a distanza ravvicinata, scaricando del carburante che ha colpito l’elica del motore posta sul retro del drone spia statunitense, poi precipitato in mare. Non c’è stato un contatto fra i due velivoli né sono state utilizzate armi. Le dinamiche dell’incidente sono state ricostruite in una simulazione del canale statunitense CBS diffusa sul web.

Lo scambio di accuse

I vertici militari statunitensi hanno espresso una dura condanna per l’incidente, accusando i piloti russi di seguire “ uno schema di azioni pericolose” mentre interagiscono con aerei statunitensi e alleati nello spazio aereo internazionale.

“Il nostro aereo MQ-9 stava conducendo operazioni di routine nello spazio aereo internazionale quando è stato intercettato e colpito da un aereo russo, provocando un incidente e la completa perdita dell’MQ-9”, ha affermato il generale dell’aeronautica statunitense James B. Hecker, comandante , US Air Forces Europe e Air Forces Africa.

A sua volta, il ministero della Difesa della Federazione Russa accusa in una nota ufficiale gli USA di violazione del proprio spazio aereo. Il drone statunitense, che volava a trasponder spenti, avrebbe “violato i confini dell’area di utilizzo temporaneo dello spazio aereo stabilita ai fini dell’operazione militare speciale, comunicata a tutti gli utenti dello spazio aereo internazionale e pubblicata in conformità alle norme internazionali”. Pertanto sono stati inviati i due Su-27.

Le missioni ISR

Sebbene Kirby abbia lo abbia definito “unico nel suo genere”, lo scontro con l’MQ Reaper era l’incidente più prevedibile del mondo. Il generale Hecker ha tentato di sminuire parlando di normale routine. Ed in effetti da anni l’aviazione USA effettua voli di ricognizione lungo il confine con la Russia e in zone di alta tensione, come la linea di contatto con i territori separatisti del Donbass, l’enclave di Kaliningrad, la Crimea, ma anche il mediterraneo orientale di fronte la base di Tartus in Siria. In termini militari si tratta di missioni di Intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR).

Il loro scopo è quello di raccogliere “informazioni relative alla forza, ai movimenti e all’attività del nemico” per “stare tre passi avanti al nemico” e avere assicurato il “successo della missione”.

Grazie a questo tipo di missioni gli USA e la NATO sono in grado di appropriarsi di informazioni di intelligence del nemico (come ad esempio le coordinate delle posizioni o delle strutture strategiche, le fortificazioni, la tipologia di armi o il numero di uomini) pur restando in uno spazio internazionale.

Questi dati vengono poi consegnati ai “comandanti del campo di battaglia” che “ricevono informazioni rilevanti per la pianificazione della battaglia, utilizzando le abilità ISR nella decodifica delle comunicazioni e nell’intercettazione di piani, strategie e risorse”. Dunque, nel caso del conflitto in Ucraina si può presumere che, in otto anni di guerra, i dati siano stati consegnati alle forze speciali di Kiev, ovvero a quei battaglioni nazionalisti o banderisti (di ispirazione a Stepan Bandera, collaboratore dei nazisti), come Aidar, Azov, Pravy Sector, etc. Alcune di queste formazioni hanno comprovati legami con gruppi dell’estrema destra fascista e neonazista italiana, come è emerso dall’inchiesta sul cosiddetto “ordine di Hagal”, che secondo gli inquirenti era sul punto di preparare attentati sul nostro territorio.

Dunque è questa la “normale routine” di cui parla Hecker: le missioni di intelligence della US Air Force ai danni della Russia, condotte con frequenza quasi giornaliera da circa otto anni a questa parte. Non risulta che ci sia una simmetria, cioè che Mosca faccia altrettanto contro i confini statunitensi o NATO. E’ chiaro in questa situazione di tensione e instabilità, prima o poi l’incidente sarebbe dovuto succedere.


Il Reaper è partito da Sigonella?

I pattugliamenti delle missioni ISR vengono effettuati con aerei militari con o senza pilota, che partono dalle basi USA e NATO situate nei Paesi europei alleati. La base NAS di Sigonella, capitale mondiale dei droni, è una delle principali piattaforme di lancio delle missioni ISR sul Mar nero, che vengono effettuate quasi quotidianamente. Queste informazioni sono reperibili a chiunque su fonti aperte, come i siti di tracking aereo Itamil Radar, Plane Radar o Flight Radar.

Secondo Antonio Mazzeo, giornalista e attivista antimilitarista, è improbabile che l’MQ Reaper precipitato nel Mar Nero sia partito da Sigonella, come invece hanno riportato alcuni media. I velivoli assegnati alla base siciliana, designati per tali tipi di missione, sono:

droni USA con nominativo FORTE 10, FORTE 11e FORTE 12, modello RQ-4B Global Hawke della Northrop Grumman;

Boeing P-8A “Poseidon” della US Air Force;

droni Reaper MQ1-C e MQ9-A, anche dell’aviazione italiana;

droni RQ-4 Phoenix della Northrop Grumman del sistema AGS della NATO.

Di solito a Sigonella per le missioni spia sono impiegati i Global Hawke e i Poseidon. Gli MQ Reaper sono droni killer con una minore autonomia che varia dal carico. Sono noti per essere stati utilizzati nell’attentato del 2020 contro il generale Qassem Suleimani. E’ probabile che la base di partenza sia la Romania, ma cambia poco.

L’incidente di ieri ci mostra quanto sia facile, nonché probabile, accendere la scintilla dell’escalation bellica nel Mediterraneo e quanto l’Italia sia già da tempo un attore cobelligerante. Il sito Itamil Radar segnala, ad inizio settimana, la presenza di un drone USA Forte10 di base a Sigonella, sulla stessa aerea dove è avvenuta la collisione. Solo pochi mesi fa lo stesso drone partito da Sigonella sorvolava le acque al largo della Crimea in missione ISR, mentre una base navale di Sebastapoli veniva attaccata da droni nautici. In quell’occasione non ci fu alcuna risposta, ma adesso la tensione è chiaramente aumentata come è aumentato il rischio di essere target di una eventuale rappresaglia per ospitare basi e installazioni militari USA.