Torna dal 22 al 25 marzo il Ca’ Foscari Short Film Festival, il primo festival in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università, con il coordinamento della direttrice artistica e organizzativa Roberta Novielli. Encomiabile iniziativa che si inserisce nel complesso di coloro che credono che il sistema educativo sia un’arma formidabile di pace e crescita culturale attraverso lo sviluppo della creatività. La tredicesima edizione andrà in scena ancora una volta in forma “diffusa” a Venezia a partire dallo storico Auditorium Santa Margherita, ma anche in altre cinque location: il Museo d’Arte Orientale – Ca’ Pesaro, la Fondazione Bevilacqua La Masa, la Casa del Cinema, il Museo Archeologico Nazionale e l’In Paradiso ai Giardini della Biennale, senza dimenticare gli spazi polivalenti dell’NH Venezia Rio Novo.

Nella conferenza di presentazione del Ca’ Foscari Short film festival afferma Caterina Carpinato, Prorettrice alla Terza Missione, dell’Università: “Università Ca’ Foscari è un’amministrazione pubblica, giovane con i suoi 155 anni, ma attiva nel promuovere il futuro creando consapevolezza critica della dimensione storico-culturale e socio-economica di Venezia”. Roberta Novielli, Direzione artistica e organizzazione generale: “Il Festival è sempre più internazionale; quest’anno sono arrivati 3015 film dalle scuole di cinema di tutto il mondo e da ben 116 Paesi, confermando la vocazione di apertura del concorso. Ma Venezia resta sempre una cornice privilegiata”. Giovanni Dell’Olivo – Direttore Generale Fondazione di Venezia: “La Fondazione di Venezia è impegnata da sempre nella creazione e nel rafforzamento di relazioni solide fra istituzioni e territorio”

Il Concorso Internazionale è il centro nevralgico della manifestazione, quello che ha portato il festival a essere considerato negli anni una sorta di campionato mondiale del cinema giovane, dove vengono proposti 30 dei migliori cortometraggi realizzati nell’ultimo anno da studenti di università e scuole di cinema da tutto il mondo. I giovani registi mettono in scena inquietudini e drammi dei nostri tempi; non è un caso quindi che quest’anno una delle tematiche più ricorrenti sia quella dei migranti, con le ingiustizie che li costringono a partire, le difficoltà del viaggio e quelle ad adattarsi nel Paese d’arrivo.

Questo avviene a tutte le latitudini, come ben dimostra la varietà geografica dei corti che declinano questa tematica: da Returning South della messicana Sofia Ayala, dove due giovani devono riportare il cadavere del padre oltre il confine, a Footprints of Ants di Ümit Güç, che mette in scena la difficile convivenza tra rifugiati e agricoltori in Turchia; dallo sfratto di una famiglia albanese in Austria in Invisible Border di Mark Siegfried Gerstorfer, alla coppia protagonista di Bloody Gravel di Hojat Hosseini, che cerca di passare la frontiera tra Afghanistan e Iran per poter vivere il proprio amore. Oppure, questa tematica può anche prendere l’originale forma di un documentario d’animazione, come avviene nel cinese Swallow Flying to the South di Mochi Lin, dove una misteriosa bambina viene abbandonata nella Pechino degli anni Settanta.

Non mancano neppure inventive rivisitazioni del cinema di genere, dal post-apocalittico di Winter Bloom del polacco Ivan Krupenikov, al musical sul drammatico tema delle comfort women coreane di Remember Our Sister di Hayoung Jo. Un solo italiano in gara, Fly High, corto d’animazione realizzato da Giuseppina Fais, Lorenzo Pappa Monteforte, Kevin Rosso e Yagiz Tunceli per il Centro Sperimentale di Cinematografia del Piemonte.

La giuria internazionale, chiamata ad assegnare i premi principali del concorso, sarà costituita come di consueto da tre personalità legate al mondo del cinema, a partire da Mika Johnson, artista multimediale specializzato in realtà virtuale, il cui ultimo progetto, The Infinite Library, sta facendo il giro delle più prestigiose istituzioni culturali del mondo. Johnson è anche regista di documentari, video musicali e opere di finzione.

È un ritorno invece quello di Robb Pratt, uno degli esponenti del “rinascimento” dell’animazione americana di inizio anni Novanta, che lo ha portato a diventare un animatore veterano alla Disney- Pratt. Pratt è anche animatore indipendente con numerose e apprezzate rivisitazioni di personaggi classici, nonché candidato a un Emmy nel 2020 per Elena of Avalor.

Infine l’attore italiano Roberto Citran, che dagli anni Ottanta frequenta abitualmente il grande e il piccolo schermo nostrano. Candidato due volte ai David di Donatello, ha vinto nel 1994 una Coppa Volpi al Festival di Venezia come miglior attore non protagonista per Il toro di Carlo Mazzacurati.

I tre saranno inoltre protagonisti del Programma speciale della giuria, durante il quale incontreranno il pubblico e presenteranno cortometraggi ed estratti da film da loro diretti o interpretati.

Numerosi sono i premi che la giuria sarà chiamata ad assegnare ai corti del Concorso Internazionale: accanto al primo premio, infatti, ci saranno anche la menzione speciale “Museo Nazionale del Cinema” per l’opera che offre il miglior contributo al cinema come arte e la menzione speciale “WeShort” per l’opera che offre la migliore sperimentazione nei linguaggi cinematografici. Delle giurie tecniche assegneranno invece la menzione speciale “Conservatorio di Vicenza” per la miglior colonna sonora (giuria: Davide Tiso, Lorenzo Pagliei, Pierangelo Valtinoni, Pietro Tonolo, Elisabetta Andreani), la menzione speciale “Le Giornate della Luce” per la miglior fotografia (giuria: Silvia Moras, Donato Guerra, Luca Pacilio), la Menzione speciale “Storie di vite” di Carpenè-Malvolti per la miglior sceneggiatura (giuria: Domenico Scimone, Eduardo Fernando Varela, Roberto Tiraboschi, Alessandro Loprieno) e il premio Pateh Sabally assegnato dalla Municipalità di Venezia per la multietnicità. I premi saranno delle sculture in vetro offerte da Promovetro e, per il vincitore, ci sarà anche un’opera d’arte in vetro dell’artista Cosima Montavoci, protagonista del progetto Mollified insieme a Lorenzo Passi.