Dopo le ultime elezioni, il Brasile avrà un Ministero per i Popoli Indigeni, un numero di deputati indigeni mai visto prima e con la nomina di Sônia Guajajara ci sarà per la prima volta una ministra indigena, una vera pietra miliare nella storia del Paese. Chi è questa donna e cosa cambierà per le popolazioni indigene?

In Brasile vivono più di 256 diverse popolazioni indigene, ma finora i loro interessi e le loro preoccupazioni non sono stati quasi mai presi in considerazione. La loro storia è in parte una storia di espulsioni, sfruttamento ed esclusione. Soprattutto sotto l’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, il furto illegale di terra e materie prime è aumentato ancora. Con la sua disastrosa politica ambientale, ha distrutto non solo l’habitat, ma anche il sostentamento di molte popolazioni indigene.

Con l’insediamento del nuovo presidente di sinistra Lula da Silva, qualcosa sembra cambiare: con cinque deputati, il numero di politici indigeni che entrano a far parte del Congresso nazionale brasiliano non è mai stato così alto.

Inoltre, un Ministero di recente creazione si occupa delle preoccupazioni e degli interessi della popolazione indigena. Il Ministero per i Popoli Indigeni è diretto dall’attivista Sônja Guajajara, eletta al Congresso nazionale per lo Stato di Sao Paolo e una dei 37 ministri del nuovo governo, di cui solo 11 sono donne.

Sônia Guajajara  (Foto: Midia Ninja/Wikipedia, CC BY-SA 2.0)

La rivista statunitense TIME ha inserito Sônia Guajajara tra le 100 persone più influenti del 2022. E’ una delle attiviste più note del Brasile e si batte per i diritti delle popolazioni indigene, per la conservazione delle loro culture, contro la distruzione dell’ambiente e il furto di terre e materie prime.

Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel 2019 è apparsa a fianco di Greta Thunberg e Javier Bardem. Nel 2017 la cantante Alicia Keys le ha chiesto di salire sul palco di un concerto a  Rio per ribadire le sue richieste di protezione dell’Amazzonia.

Sônia Bone de Souza Silva Santos, che porta il nome del suo popolo Guajajara, è nata nel 1979 ad Arariboia, in una riserva nello Stato di Maranhão. All’età di dieci anni ha lasciato il suo villaggio per andare a scuola. Dopo aver frequentato la scuola secondaria, si è laureata in lettere e ha fatto studi post-laurea in educazione speciale.

Nel marzo 2022, è stata tra le 151 femministe internazionali che hanno firmato il manifesto Feminist Resistance Against War, in risposta alla guerra tra Russia e Ucraina.

Le richieste degli indigeni: fine dell’estrazione mineraria nei loro territori, maggiore partecipazione e facilitazione nella rivendicazione dei territori

Prima di essere nominata ministra, Sônia Guajajara ha coordinato le campagne della Federazione dei Popoli Indigeni del Brasile (APIB). Al momento dell’insediamento di Lula, l’associazione ha pubblicato un piano in 10 punti con richieste al nuovo governo.

Il nuovo Ministero dei Popoli Indigeni ha ora la possibilità di dimostrare la propria efficacia rispondendo alle richieste dell’APIB. L’associazione chiede l’immediata abrogazione di sette atti normativi del precedente governo, tra cui il decreto che consente l’estrazione mineraria nei territori delle popolazioni indigene.

Una delle richieste più importanti è l’abrogazione del decreto “Marco Temporal”, secondo il quale i popoli indigeni possono rivendicare un territorio solo se sono in grado di dimostrare di averci vissuto prima dell’entrata in vigore della Costituzione brasiliana nel 1988. Ma tale prova è di fatto impossibile. Se le popolazioni indigene erano state sfrattate in precedenza, devono dimostrare di aver già presentato una richiesta di rioccupazione della terra in quel momento.

Fino al 1988, tuttavia, le popolazioni indigene erano sotto la tutela della FUNAI (Fondazione Nazionale degli Indios) e pertanto non avevano la possibilità giuridica di rivolgersi alla magistratura attraverso una propria rappresentanza. La FUNAI avrebbe dovuto garantire il rispetto dei loro diritti. Dal 2019 fa capo al Ministero delle Donne, della Famiglia e dei Diritti Umani.

Bolsonaro ha impedito la restituzione delle terre. Lula vuole un’inversione di tendenza

Con il “Marco Temporal”, l’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro ha bloccato e ritardato qualsiasi tentativo delle popolazioni indigene di proteggere o reclamare il loro legittimo habitat. Il governo di Lula dichiara superate le politiche disumane del suo predecessore e vuole tornare a difendere i diritti di tutti i brasiliani, incluse le popolazioni indigene.

Più di 1.000 territori sono attualmente oggetto di rivendicazione da parte dei popoli indigeni. 731 domande sono attualmente in fase di elaborazione.

Nel 1983 Mario Juruna è stato il primo deputato indigeno a livello nazionale. Ci sono voluti altri 35 anni perché Joênia Wapichana diventasse la prima donna indigena eletta al Congresso. Ora ce ne sono cinque, tra cui Sônia Guajajara e l’attivista per i diritti umani Célia Xakriabá. Sono pochi, eppure non ce ne sono mai stati così tanti

Di Ingo Geiger

Traduzione dal tedesco di Thomas Schmid.

Revisione di Anna Polo