Mai come in questi ultimi mesi si è tanto parlato di gas. La guerra in corso nel cuore della vecchia Europa ha scombussolato il mercato internazionale dell’energia e ha riportato l’attenzione generale sulla situazione energetica europea e, in particolare, sul mercato del gas. Abbiamo così dovuto prendere coscienza che dipendiamo eccessivamente dal gas e dai “capricci” e dai costi di chi ce lo fornisce e che la politica energetica del nostro Paese ha scelto improvvidamente negli anni di stare alla “canna del gas”, accumulando gravissimi ritardi soprattutto sul fronte del risparmio energetico e delle rinnovabili. Basti pensare alle lentezze con cui continuiamo a muoverci per diffondere le Comunità energetiche: nel nostro Paese esistono ad oggi soltanto 35 Comunità energetiche già operative, 41 in progetto e 24 che stanno muovendo i primi passi verso la propria costituzione.

Qui il Rapporto di Symbola sulle CER: https://www.symbola.net/ricerca/comunita-energetiche-contro-la-crisi-empatia-tecnologie-e-territori-per-uneconomia-a-misura-duomo/.

Qui il Regolamento di ARERA: https://www.arera.it/allegati/docs/22/727-22alla.pdf.

Del gas che arriva nelle nostre case, consentendoci di svolgere agevolmente azioni quotidiane come cuocere un piatto di pasta o lavarci con l’acqua calda, abbiamo invece quasi tutti una certa scontata familiarità. Una comoda familiarità che ci ha ridotti a meri consumatori di energia (e sempre più energivori), svilendo del tutto l’esercizio necessario della cittadinanza attiva verso un bene comune, quale è –appunto– l’energia. Una familiarità quasi inconsapevole che ci ha resi inerti anche di fronte ai rischi che si corrono nell’uso del gas, a partire dall’inquinamento dell’aria indoor che influisce negativamente sulla nostra salute quando, per esempio, cuciniamo con il gas. E proprio su questi ultimi aspetti è intervenuto di recente un interessante Report del gruppo non-profit per l’efficienza energetica CLASP e l’Alleanza Europea per la Salute Pubblica (EPHA) con il supporto tecnico dell’Organizzazione per la Ricerca Scientifica Applicata (TNO), dal titolo: “Gli Effetti Invisibili della Cottura a Gas sulla Salute” (Gennaio 2023). Gli autori sono: Hannah Blair (CLASP), Nicole Kearney (CLASP Europa), Cristina Pricop (Alleanza Europea per la Salute Pubblica) e Michael Scholand (Consulente presso CLASP Europa).

Il Report indica che cucinare con il gas in una cucina comune e priva di ventilazione meccanica causa un inquinamento domestico da biossido di azoto (NO 2 ) che eccede svariate volte all’anno il limite delle linee guida sulla qualità dell’aria e gli standard europei sull’inquinamento dell’aria esterna dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Attraverso test specifici nei laboratori di TNO è stato dimostrato che i fornelli a gas producono anche monossido di carbonio, particolato ultrafine e altri inquinanti che possono causare effetti gravi sulla salute, a partire da quella dei bambini. Il lavoro di ricerca stima che negli ultimi 12 mesi il numero di bambini con sintomi di asma causati dalla cottura a gas sia oltre 700.000, pari al 12% dei bambini UE attualmente affetti da asma. L’Italia con 230.000 con sintomi di asma causati dalla cottura a gas è maglia nera del Continente. In Europa oltre 100 milioni di cittadini UE cucinano con il gas, con più della metà delle case in Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Romania e Slovacchia. I gruppi sanitari temono che la situazione possa diventare particolarmente preoccupante a causa della crisi energetica in atto, che potrebbe portare molte persone a ridurre la ventilazione per risparmiare in soldi e riscaldamento.

II ricercatori iniziano affermando che: “tutti gli apparecchi di cottura a gas rilasciano agenti inquinanti dannosi per la salute umana e l’ambiente”, specificando che la cottura a gas rilascia agenti inquinanti pericolosi nelle nostre case poiché si emette biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2) e metano incombusto (CH4), che possono rimanere negli ambienti domestici per ore dopo l’uso dei fornelli. L’Agenzia Europea per l’Ambiente considera l’inquinamento dell’aria il più grande rischio per la salute ambientale in Europa. “Sempre più studi –si legge nel Report– evidenziano il legame tra inquinamento dell’aria dovuto alla combustione del gas con gli effetti negativi sullo sviluppo cerebrale nei bambini. Per gli adulti, gli inquinanti associati all’uso delle cucine a gas possono causare effetti negativi sul sistema cerebrale, respiratorio e nervoso. Il gas non è ‘naturale’ o ‘pulito’. L’industria del gas ha investito ingenti risorse nel far passare la cottura a gas come un’opzione sicura e gettonata. Questo è in parte il motivo per cui i cittadini sono largamente inconsapevoli dei rischi della cottura a gas sulla salute e sull’ambiente, i quali sono ben documentati da decenni di ricerca”.

Ma cucinare con il gas oltre ad essere nocivo è anche costoso. Si stima che l’inquinamento indoor da cottura a gas costi all’UE €3,5 miliardi all’anno in spese sanitarie. Alternative elettriche più pulite sono già disponibili a costi comparabili o inferiori. Incentivi statali per le tecnologie elettriche frutterebbero da 5 a 16 volte sugli investimenti in termini di costi sanitari. La ventilazione, sostengono i ricercatori, non è sufficiente: le cappe di aspirazione non vengono sempre accese e potrebbero non essere del tutto efficienti quando in funzione. Le cappe usate nelle case sono inoltre progettate per rimuovere gli odori e difficilmente eliminano NO2, un inquinante fortemente negativo. In generale, la ventilazione è comunque inefficace, insufficiente o poco utilizzata.

Queste le conclusioni: “La cottura a gas è pericolosa per la nostra salute e costosa per la società. Sono necessari interventi politici per prevenire un nocivo inquinamento dell’aria causato dalle cucine a gas e per proteggere la salute umana e l’ambiente. La Commissione Europea dovrebbe eliminare le cucine a gas attraverso la direttiva di Ecodesign, rimuovendo l’inquinamento dell’aria direttamente alla fonte. La cottura elettrica non prevede l’uso di combustibili fossili; pertanto, non rilascia inquinanti da combustione pericolosi all’interno della casa. Sebbene le soluzioni di cottura elettrica siano un’alternativa pulita e sostenibile, la transizione non sta avvenendo abbastanza in fretta. I governi a livello nazionale dovrebbero incentivare le alternative elettriche, accelerare il passaggio a una cottura pulita e offrire significative misure di supporto sociale. I costosi investimenti nell’idrogeno o il fare affidamento alla ventilazione e al comportamento degli individui per mitigare i rischi della cottura a gas non sono la risposta giusta. Effettuare il passaggio dalla cottura a gas a quella elettrica aiuterà a garantire che le nostre cucine non ci facciano ammalare”.

Qui il Report: https://www.clasp.ngo/wp-content/uploads/2023/01/Final-EU-Gas-Report-Phase-I_ITA_.pdf.