Tutto successe nel novembre 2021 quando, nel bel mezzo delle propagande retoriche sulle vaccinazioni anti-Covid a tutti indiscriminatamente e sul Green Pass, i media e la grande stampa iniziarono a pubblicare articoli su un presunto boom di ricoveri in terapia intensiva nei bambini. Questo venne usato per alzare l’allerta e spingere verso le vaccinazioni pediatriche anti-Covid su cui ancora oggi la comunità scientifica è molto divisa123.

A pronunciarsi fu la virologa Maria Rita Gismondo, la quale leggendo il parere del Cts e dell’Aifa sul vaccino per i bambini da 5 a 11, sottolineò l’esiguo numero della sperimentazione e alcune lacune sugli effetti collaterali e dichiarò: “I prontosoccorsi pediatrici sono pieni. Sì, è vero. Le terapie intensive pediatriche sono piene. Sì, è vero. Ma di quali malati? Di bambini col virus respiratorio sinciziale, che è un’altra malattia. Non dobbiamo utilizzare numeri per giustificare prese di posizione da qualunque parte vengano”4.

Sui giornali iniziò l’ennesimo allarme epidemia in tutta Italia, soprattutto dopo che il ‘Corriere del Mezzogiorno’ diede la notizia della morte di un neonato di 5 mesi all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia dopo aver contratto il virus sinciziale5. Ciò portò ad una psicosi collettiva in Campania, facendo pressione anche sulle strutture sanitarie della Regione ed in particolar modo dell’ospedale Santobono, la più grande di tutte. A novembre 2021, si leggeva: “Ormai viaggiamo a una media di quasi 400 accessi al girono – disse Rodolfo Conenna, direttore Generale del Santobono-Pausilipon – e in una buona parte si tratta di malattie respiratorie”. Un incremento di accessi “che nell’80% dei casi è imputabile a malattie di tipo respiratorio – spiega Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale pediatrico – C’ è uno stato di criticità elevata che ci costringe a fronteggiare una situazione che in questo periodo dell’anno non ci aspettavamo. Di solito questo tipo di infezione si diffonde nei giorni a cavallo tra gennaio e febbraio, quest’anno invece si è manifestata in largo anticipo6.

Fortunatamente la maggior parte dei casi venivano rimandati a casa in quanto affetti da psicosi o da malattia respiratoria non grave, ma in altri era necessario il ricovero. Una situazione che serviva a cavalcare e ri-sottolineare ancora una volta la linea vaccinista del governo sulla Covid-19 proponendo il vaccino anti-Covid per un virus ben diverso: “I migliori alleati per combattere anche questo virus sono la mascherina e il vaccino – proseguiva Conenna – Dobbiamo proseguire con questa buona abitudine della mascherina e ricorrere al vaccino antiinfluenzale per le fasce d’età previste. Anche per quanto riguarda la diffusione del Covid, valgono le stesse precauzioni, in attesa che venga dato il via libera per le inoculazioni anche ai bambini tra i 5 e gli 11 anni”.

Abbastanza strano che venissero proposti vaccini specifici contro un virus per combatterne un altro, soprattutto se i vaccini sono quelli contro la COVID-19 per cui oggi è ancora difficile stabilire l’esatta incidenza di miocardite o pericardite conseguenti alla somministrazione dei vaccini a mRNA e determinare la gravità di questi eventi. Per questo motivo molti medici hanno sempre sostenuto il principio di precauzione evitando la vaccinazione universale, cosa non molto comune ad altri medici7. Inoltre, se è vero che il virus sinciziale respiratorio è un tipo di bronchiolite che colpisce in età pediatrica, è anche vero che si può curare.

Ma qualcosa d’interessante era avvenuto qualche mese prima, a luglio 2021, forte del successo commerciale ottenuto con il vaccino anti-COVID, Moderna8 aveva iniziato la sperimentazione di fase 1/2 di un vaccino a base di mRNA contro quattro ceppi di influenza stagionale tra cui il virus respiratorio sinciziale9. Un nuovo vaccino, “panacea a tutti i mali”, posto sotto brevetto che era stato già registrato in attesa delle conclusioni dello studio. Il virus influenzale cambia rapidamente e per questo è difficile prevedere esattamente i sierotipi da includere nella vaccinazione stagionale. La motivazione di Moderna per questo slancio commerciale fu che gli attuali vaccini antinfluenzali hanno ormai raggiunto un’efficacia solo del 40-60%.

Esattamente un anno dopo queste vicende, a novembre 2022, La Repubblica10 dà la notizia che sono in “arrivo vaccini e anticorpi monoclonali” per combattere “il virus respiratorio sinciziale”, ovvero “uno dei virus più pericolosi per i neonati e i bambini fino ai 2 anni, e può causare gravi polmoniti anche negli anziani”. Le prime sperimentazioni cliniche di vaccini risalgono agli anni Settanta, ma non erano andate a buon fine. La corsa per lo sviluppo del vaccino anti-Rsv era ripartita alla fine del 2013, e “da quel momento, diverse aziende hanno cominciato a sviluppare un vaccino, e quattro – GSK, Janssen, Moderna e Pfizer – sono oggi in fase avanzata di sperimentazione. GSK e Pfizer, in particolare, stanno testando il loro vaccino sia negli over 60 sia nelle donne in gravidanza, con l’obiettivo di immunizzare i nascituri. E i primi risultati, annunciati recentemente da entrambe le case farmaceutiche, sono positivi” – afferma l’articolo.  

Secondo l’articolo “Dopo sessant’anni di ricerca, nel 2023 potrebbero finalmente arrivare i primi vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), mentre già nei prossimi mesi potremmo contare su un nuovo anticorpo monoclonale preventivo, appena approvato dalla Commissione europea”.

Non vi è dubbio che la pandemia Covid-19 abbia dato uno slancio commerciale alle case farmaceutiche, ma ciò che rimane da chiedersi è se questo vaccino sia una reale necessità per la salute pubblica di profilassi e di impedimento della trasmissione, o se sia soltanto l’ennesimo business per i colossi del farmaco. Tirando le somme di questi tre anni, possiamo dire che nel bel mezzo dell’infodemia da Covid-19 e di informazione prezzolata, siamo stati tempestati anche dagli allarmi che in più occasioni venivano rilanciati sulle epatiti da un adenovirus mutato, sulle bronchioliti da virus respiratorio sinciziale e sul vaiolo delle scimmie. Allarmismi ingiustificati, esattamente come circa 10 anni fa ci si spaventava dell’unico caso di Ebola avvenuto in Italia e di qualche episodio di scabbia, della cui origine “untrice” venivano incolpati i migranti.

Come ha dichiarato Eugenio Serravalle a Pressenza Italia sul virus sinciziale: “Credo che sia un argomento passato ormai, come quello delle epatiti fulminanti che hanno suscitato grande preoccupazione, ma immotivata, dal momento che i casi reali sono stati pochi e l’eco mediatica invece molto forte”11.