Un gruppo di insegnanti torinesi si sono riconosciuti in un malessere: la difficoltà di trovare le parole per spiegare ai propri studenti l’escalation della guerra in Ucraina ed il pericolo di ritrovarsi in una terza guerra mondiale nucleare devastante, tipologia di conflitto inedito nella storia umana.

La difficoltà di spiegare perché apparentemente nessuno stia cercando una strada diplomatica per la risoluzione del conflitto che si sta attorcigliando in un groviglio inestricabile dalle conseguenze prevedibilissime, il perché della sempre più diffusa “militarizzazione” del pensiero.

Da questo malessere è nato l’appello “la scuola per la pace”, firmato da più di 700 tra docenti e singoli e da numerose realtà associative,  che si conclude con la convocazione della riuscita manifestazione di sabato pomeriggio in piazza Palazzo di città.

Forti e potenti sono quelli che vogliono la guerra. Hanno eserciti, giornali, televisioni, industrie e banche. Ma non hanno ragioni e dalle loro parole trapelano avidità e delirio di onnipotenza. Indifesi/e e dispersi/e siamo noi che vogliamo la pace. Siamo consapevoli che dopo un conflitto nucleare non ci saranno né vincitori né vinti, siamo convinti che la pace si costruisca aprendo un dialogo con l’altro, facendo tacere missili e cannoni. Non abbiamo nessuno alle nostre spalle; possediamo però le ragioni della mente e del cuore.

Dobbiamo quindi divenire forti e uniti/e per dare una speranza concreta alla pace.

Per questo chiamiamo a una mobilitazione spontanea, che parta dalla scuola, dai posti di lavoro e che coinvolga sempre più persone. Individuiamo un’unica richiesta possibile: un immediato cessate il fuoco tra le parti e l’avvio di negoziati. Vogliamo che questa richiesta sia posta a tutte le istanze democratiche del paese: ai sindaci, alle regioni, al governo.

Non ci fermeremo fino a quando la nostra pressione sarà così forte da portare l’Italia a ripudiare la guerra in corso e farsi protagonista nella ricerca della composizione del conflitto.

A partire dalle 15 si sono susseguiti al microfono diversi interventi dei professori da cui è partita l’iniziativa e dei rappresentanti dei gruppi che hanno aderito. Molto apprezzato l’intermezzo musicale a cura dell’Effe String Quartet composto da quattro insegnanti delle scuole medie.

La manifestazione si è conclusa verso le 17 con l’invito a continuare la mobilitazione nei prossimi appuntamenti locali e nazionali: il corteo del 22 ottobre indetto dal coordinamento AGITE con partenza alle 16 da piazza Carignano e la manifestazione nazionale del 5 novembre a Roma.

L’adesione alla manifestazione è stata ampia; di seguito l’elenco delle sigle che hanno aderito ufficialmente:

AGiTe-Piemonte, Coordinamento cittadini/e, enti, associazioni locali, istituzioni locali contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi; ANPI, Comitato provinciale di Torino; ANPI, Comitato “68 Martiri”, Grugliasco (To); Associazione “Lofficina”, Torino; Circolo Maurice Lgbtq, Torino; Comitato delle Mamme in piazza per la Libertà e il Dissenso (To); Cub, Confederazione unitaria di base, Piemonte; Emergency, Torino; Movimento Cinque Stelle, Torino; OSA, Opposizione Studentesca di Alternativa, Torino; Partito della Rifondazione Comunista, Federazione di Torino; Potere al Popolo, Torino; Sinistra Anticapitalista, Torino; Sinistra Ecologista, Torino; Unione per le Libertà con Vita; Unione popolare, Torino; USB (Unione Sindacale di Base) Scuola – Torino

Le dichiarazioni di Terry Silvestrini, insegnante, Unione Popolare:

 

A sinistra Alberto Bausola, a destra Fausto Cristofari, Unione Popolare
A sinistra Enzo Ferrara Centro Studi Sereno Regis
Francesca Frediani Consigliera Regionale M4O
Jacopo Rosatelli Assessore politiche Sociali Torino
Mamme in Piazza per la libertà di dissenso
Mariangela Rosolen Attac Torino