In dieci anni è cambiato il mondo: è la prima considerazione che si potrebbe trarre guardando i dati che mettono a confronto l’anno 2011 con il 2021, riportati nella 12° edizione di “Top 200”, il report realizzato dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo relativo alle 200 più importanti multinazionali.
Nel 2011 tra le prime 10 posizioni della classifica si trovavano ben otto società dell’energia: Shell – Regno Unito, Exxon Mobil – Usa, BP – Regno Unito, Sinopec Group – Cina, China National Petroleum – Cina, State Grid – Cina, Chevron – Usa, Phillips – Usa.
Nel 2021 tra le prime 10 restano soltanto tre multinazionali del settore energetico, quelle con la sede principale in Cina.
Tra le nuove entrate c’è anzitutto Amazon, che passa dal 206° posto del 2011 al 2° posto nel 2021. Apple in dieci anni sale dal 55° al 7° posto. China State Construction Engineering salta dal 100° al 9° posto.
Il cambiamento in atto si può cogliere anche dai numeri complessivi: tra le prime 200 multinazionali 64 sono cinesi e 59 americane. Al terzo posto il Giappone con 18, al quarto la Germania con 11 multinazionali. L’Italia compare al decimo posto con tre società: Assicurazioni Generali (72° posto), Enel (90°) ed Eni (111°).
La multinazionale che nel 2021 ha avuto l’utile più alto è la Saudi Aramco del settore energetico con sede in Arabia Saudita, salita al sesto posto nella classifica generale, che registra un profitto di oltre 105 miliardi di dollari.
Al secondo posto troviamo la Apple con 95 miliardi, seguita dalla Berkshire Hathaway con 90 miliardi di dollari.
Interessante notare che la prima in classifica delle multinazionali, l’americana Walmart, ha un fatturato di 573 miliardi di dollari, superiore al bilancio dello stato dell’Australia.
Inoltre, la somma del fatturato delle prime 25 multinazionali (7.604 miliardi di dollari) è superiore alle entrate degli Usa (6.899 miliardi).
Oltre ai dati dettagliati sulle 200 più importanti multinazionali, il report del Centro Nuovo Modello di Sviluppo presenta alcuni approfondimenti di temi attuali: il Metaverso, i semiconduttori, la finanza e il gas liquefatto (LNG) in correlazione con la guerra in Ucraina.
Il report è stato scritto prima delle esplosioni registrate lungo i gasdotti Nord Stream nel Baltico e fa una certa impressione leggere oggi che il secondo gasdotto è “rimasto sempre sospeso per espressa contrarietà degli Stati Uniti”, cioè il Paese che sta progressivamente incrementando l’esportazione di gas liquefatto verso l’Europa.
L’ultimo grafico del report mostra infatti l’aumento dell’esportazione di LNG dagli Usa verso l’Europa in miliardi di metri cubi: 14,2 nel 2019, 18,7 nel 2020, 22,2 nel 2021 e con una previsione di 37,2 miliardi nel 2022.
Dati che fanno riflettere e sollevano interrogativi.
Questo report che annualmente viene predisposto dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, coordinato da Francesco Gesualdi, è uno strumento prezioso per comprendere le tendenze dell’economia mondiale, che di fatto determina e condiziona fortemente ciò che ogni giorno accade. Esserne consapevoli è il primo passo per scegliere e agire di conseguenza.