“Non mangio da 25 giorni. Ho viaggiato da Milano a Roma mettendo a rischio la mia salute per incontrare Giorgia Meloni. Voglio soltanto sedermi pacificamente nella piazza del Parlamento che dovrebbe rappresentarmi. Invece tra me e le porte di Montecitorio ci sono 21 poliziotti che fanno da scudo tra le sofferenze delle persone e l’ascolto dei rappresentanti” 

Alle 11.00 di questa mattina Alessandro, al venticinquesimo giorno di sciopero della fame, insieme ad altre attiviste e attivisti di Ultima Generazione si è recato a Roma, in Piazza di Montecitorio di fronte al Parlamento per poter incontrare di persona Giorgia Meloni, finora rimasta indifferente alle richieste degli scioperanti.

Milano ormai da un mese intero, dal 3 settembre, gli attivisti di Ultima Generazione digiunano per ottenere un dialogo coi principali segretari di partito e una decisa presa di posizione da parte loro riguardo alle politiche energetico-ambientali.

In seguito allo scarico di responsabilità della dirigenza milanese di FDI, andare a Roma, anche a rischio della propria incolumità, è per Alessandro l’ultima chance di essere ascoltato. Il palazzo ha però atteso lo scioperante con un dispiegamento massiccio di forze dell’ordine per impedirgli l’ingresso in piazza Montecitorio.

La solidarietà fisica è arrivata soltanto dal neo-eletto parlamentare Aboubakar Soumahoro, che si è recato sul posto per dare supporto morale ad Alessandro e alle voci inascoltate di chi compie sacrifici per il bene del nostro pianeta.

“Le richieste di Ultima Generazione dovrebbero essere la normalità a fronte di una situazione drammatica come il collasso eco-climatico. La mia presenza qui è la ragione per cui mi sono candidato: dare voce al grido silenzioso di queste lotte inascoltate”, ha dichiarato Soumahoro

In seguito a oltre due ore di tensione in aumento con le forze dell’ordine, gli attivisti di Ultima Generazione hanno deciso di consegnare una lettera diretta alla presidenza del consiglio dei ministri, accreditati all’ingresso da Soumahoro.

“Le forze sono sempre meno. Ogni giorno che passa le mie condizioni peggiorano. Non immaginavo un  viaggio così faticoso. Sono molto stanco”.

Consegnata la lettera, Alessandro, Laura, Chloé, Simone e Leonardo sono stati portati in questura.

Domani torneremo, e non ci fermeremo fino a che non avremo risposte alle nostre richieste:

  1. Un incontro pubblico con Letta, Salvini, Meloni e Conte in cui parlare apertamente della crisi climatica e sociale
  2. La firma di un accordo che sancisca l’impegno della forza politica a formare un Decreto Legge contro la riapertura di ogni centrale di idrocarburi su suolo nazionale entro un mese dall’eventuale insediamento al governo.