Oggi si è svolta una conferenza stampa al Senato sulla vicenda giudiziaria che vede coinvolti gli studenti per i fatti del 18 febbraio a Torino

Su questa vicenda abbiamo scritto molto.

Sono intervenuti:
Emanuele Dessì, Senatore, Gruppo CAL-Alt-PC-IdV
Paola Nugnes, Senatrice Rifondazione Comunista
Marco Rizzo, Segretario Partito Comunista
Valentina Colletta, Avvocata penalista
Claudio Novaro, Avvocato penalista
Gianluca Vitale, Avvocato Penalista
Nicoletta Savi e Loredana Sancin, Mamme in Piazza per la Libertà di Dissenso

Non abbiamo potuto ascoltare che le ultime parole di Dessì, il Senatore ha poi dovuto uscire per impegni politici alla fine del suo intervento.

Rizzo ha dichiarato che Dessì ha fatto un’interrogazione parlamentare a risposta scritta sulle vicende degli studenti sia alla Ministra dell’Interno Lamorgese che alla Ministra della Giustizia Cartabia. Un’altra interrogazione parlamentare sullo stesso argomento, sempre a risposta scritta è stata fatta alla Camera, indirizzata a Cartabia, da Fratoianni, Segretario di Sinistra Italiana.

In entrambi i casi la risposta non è ancora pervenuta.

Dai politici sono stati toccati i temi di contesto, in particolare la contrazione delle libertà di dissentire, anche in previsione di un autunno che per molti si preannuncia caldo dal punto di vista delle proteste. Preoccupazione che sembra sempre più diffusa, nella sinistra è una preoccupazione legata alla situazione di disagio sociale che a partire dall’autunno si prevede possa inasprirsi. Rizzo ha anche sottolineato, facendo particolare riferimento al caso del Corriere della Sera, quanto un’idea diversa da quella “dominante” possa essere avversata con strumenti discutibili.

Sono stati citati i Decreti Minniti-Orlando e Salvini, che vedono l’adozione di misure più restrittive in materia di ordine pubblico. Misure che non appaiono controbilanciate da garanzie a tutela del cittadino, a tal proposito è stato fatto un preciso riferimento al numero identificativo per gli agenti. La Nugnes ha dichiarato che Lamorgese ha, usiamo per sintesi un iperbole, blindato la parte dei Decreti Salvini deputata all’ordine pubblico.

Gli avvocati Colletta e Novaro hanno sostanzialmente ribadito ciò che dissero in conferenza stampa a Torino, ovvero che i reati contestati, sussistono, ma sono dal punto di vista giudiziario di lieve entità. Novaro ha sottolineato che questi provvedimenti cautelari costituiscono, in sostanza, un “unicum”, che non si colloca nel normale svolgimento dell’iter giudiziario.

La Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Torino ha ancora una volta posto l’accento sul numero elevato (oltre 100) di ingressi nel carcere di Torino che ci sono stati da marzo a maggio di giovani (maggiorenni), sottolineando quanto il carcere possa essere criminogeno, un’esperienza assolutamente negativa, spesso anche dal punto di vista psicologico, per i ragazzi. Aspetto sul quale, ha detto, occorre aprire una riflessione.

Vitale ha sottolineato che esiste, riferendosi alle Autorità, allo Stato e a certa narrativa mediatica, una visione tale da considerare la conflittualità sociale come un pericolo sociale, che questi provvedimenti giudiziari attengono più ad un’arbitraria funzione “educativa” anziché giudiziaria, provvedimenti “esemplari” li ha definiti.

Purtroppo durante l’intervento delle Mamme in Piazza c’è stato un blackout in sala, per cui da remoto non si è potuto sentire bene il loro intervento, hanno comunque posto l’accento sul fatto che questa vicenda giudiziaria legata agli studenti non è un fatto eccezionale a Torino. La loro preoccupazione per i ragazzi raggiunti a vario titolo dalle misure cautelati per i fatti del 18 febbraio è grande, soprattutto per Francesco, il più giovane dei tre ragazzi incarcerati (20 anni), al quale il Tribunale del Riesame ha confermato la detenzione cautelare in carcere. Gli altri due sono ai domiciliari, con braccialetto e impossibilità di comunicare con chiunque al di fuori dei familiari conviventi.

Abbiamo posto una domanda facendo preciso riferimento alla sovrappopolazione carceraria, al ricorso quindi estensivo della detenzione, anche cautelare, alla difficoltà di accesso, come molti denunciano, agli sconti di pena. Abbiamo chiesto se c’è un problema culturale nella Magistratura e se qualora ci fosse non sarebbe opportuno, ancorché indispensabile e urgente, un intervento legislativo che andasse ad incidere sul margine di discrezionalità dei Magistrati. La risposta è stata affermativa, ma per intervenire a livello legislativo occorre la volontà politica, che secondo la Nugnes non attiene ad una destra che va da FdI al PD.

Una nota a margine: era una conferenza stampa, lo spazio dato alle domande per i giornalisti è stato di 7 minuti.