Gustavo Petro è il nuovo presidente della Colombia.
Ma nuovo davvero! Per la prima volta nella sua storia la Colombia ha un presidente dell’area progressista.
Per la prima volta la vicepresidente è una donna e, per di più afrodiscendente, Francia Marquez.
Una svolta per questa grande nazione di gente generosa e forte, tenace e sofferente.
Gli appetiti di troppi hanno reso la Colombia un Paese martire.
A punteggiare la sua storia sono le vittime del narcotraffico, del sistema di corruzione, del latifondismo e dell’intrusione nordamericana da sempre asfissiante.
Vogliamo scommettere su un nuovo corso di quello che Guido Piccoli in un libretto prezioso di qualche anno fa chiamava Il Paese dell’eccesso.
E questa elezione può diventare il riscatto delle vittime di un sistema perverso che non ha mai messo al primo posto il bene della gente ma gli interessi delle classi ricche e agiate.
In contesti come quelli, l’elezione non è mai una vittoria ma piuttosto l’inizio di un percorso ad ostacoli di cui Gustavo Petro è perfettamente cosciente.
E per questo non basta brindare e congratularsi, è più importante non distrarsi mai dalla meta della giustizia.
Non distrarsi lui, non distrarci noi.