Aerei radar della Nato in volo sulle zone interne dell’Isola, Sardegna completamente circondata anche sul fronte aereo, così titola L’Unione Sarda, fotografando con preoccupazione la situazione. Un’operazione segreta, come tutte quelle militari, senza alcun preavviso. Con un’ordinanza, la Capitaneria di Porto di Cagliari dispone, «con decorrenza immediata», il divieto di immettersi nelle 17 aree indicate nel mare sardo. Il dispiegamento imponente nel Porto di Cagliari è una evidente esibizione di forza, un messaggio “guerrafondaio” nel cuore della città, da trasmettere all’Europa e al mondo. Un messaggio di allerta che mal si concilia con le parole di Draghi dell’altro giorno e parla, con i fatti, di guerra e non di lavoro per la trattativa.

La Sardegna, “con ben 35.000 ettari di territori occupati e recintati per perenni giochi di guerra”, viene segnalata all’attenzione internazionale come bersaglio in caso di escalation della follia bellicista.

L’ANPI della Sardegna, ribadendo la propria ferma opposizione all’invio di armi in Ucraina e al generale riarmo in atto, ribadisce la propria opposizione alla politica del governo e al silenzio della Regione, in contrasto con la volontà largamente maggioritaria dei sardi e della popolazione italiana.