L’Italia pompa decine di milioni di euro ogni giorno nelle casse della Russia comprandone i combustibili fossili. Come se non bastasse, da poco è stata approvata la metanizzazione della Sardegna. Ci viene chiesto di scegliere tra la pace e il condizionatore. Come se fosse una scelta. Come se il governo e i nostri politici non avessero già scelto. E quello che continuano a scegliere è la guerra, alle persone e al pianeta.

“Spesso si descrivono gli attivisti per il clima come degli estremisti pericolosi, ma i veri estremisti pericolosi sono i paesi che aumentano l’estrazione di combustibili fossili.” ha detto António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite sul rapporto dell’IPCC sul clima. Ed è chiaro che per affrontare questa crisi climatica e ecologica e uscire dalle guerre abbiamo bisogno di abbandonare immediatamente i combustibili fossili, e non possiamo permetterci azioni “progressive”.

Siccome questi tempi sono duri non vogliamo rassegnarci e non vogliamo arrenderci. Da venerdì 8 a domenica 10 aprile molte attiviste e attivisti si ritrovano a Civitavecchia per una assemblea nazionale. Ci confronteremo con professori universitari ed esperti, accademici e attiviste e attivisti di altri movimenti globali per conoscere e condividere saperi, perché non possiamo affrontare questa crisi senza conoscerne gli aspetti. Parteciperanno anche alcuni membri del collettivo di fabbrica ex GKN, con cui continuiamo la convergenza tra la lotta per la giustizia climatica e quella per il lavoro e la giustizia sociale.

A Civitavecchia si trova la centrale di Torrevaldaliga, la centrale più inquinante di Italia, centrale a carbone che andrebbe chiusa e sostituita da progetti di energia rinnovabile. Enel invece vuole convertirla in una centrale a gas fossile, con un progetto che farebbe perdere la metà dei posti di lavoro attuali. La cittadinanza, i lavoratori e i sindacati, gli attivisti per il clima e l’ambiente, si sono mobilitati per chiedere una versa transizione fuori dal fossile.

Questo progetto portato avanti dal basso è un modello a cui guardare per le istituzioni, ma anche per tutti i movimenti e le persone sparsi sui territori. Ci fa vedere che il potere delle persone è in grado di cambiare le cose.

E siccome non è finita qui chiediamo che le persone vengano ascoltate, sostituendo immediatamente la centrale con progetti di energia rinnovabile. Si tratta di difendere il clima, la vita, il lavoro e i diritti, piuttosto che il profitto di una compagnia.