Tra due giorni si terrà il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Francia. Un secondo turno che ricorda fortemente quello delle elezioni del 2017 che ha portato al potere Emmanuel Macron, il candidato dell’ultraliberismo. Infatti non c’è scelta possibile tra Marine Le Pen del Rassemblement National (partito di estrema destra ex Front National) e Emmanuel Macron, attuale presidente (candidato dell’ultraliberismo) che nell’aprile 2016 aveva creato il partito En Marche. Un secondo turno in cui gli elettori sono ancora una volta ostaggio di un gioco politico che serve solo ai politici per il loro esercizio del potere.

Il primo turno ha confermato la morte dei partiti storici di destra e di sinistra: i Repubblicani con il 4,79% dei voti e il Partito Socialista con l’1,74% non saranno rimborsati per le spese della campagna elettorale. Per decenni, la destra e la sinistra hanno agitato lo spettro dell’estrema destra per farsi eleggere, facendo sentire gli elettori in colpa per non aver messo la scheda giusta nell’urna.

Nel 2022 stiamo arrivando alla fine di un’era, la macchina è andata in tilt. La sinistra tradizionale non respira più, il suo cuore ha smesso di battere molto tempo fa e gli elettori della destra tradizionale si sono divisi tra l’estrema destra e l’ultraliberismo. L’astensione per disgusto politico o per scelta sta diventando la principale “forza sociale” in Francia. L’estrema destra si è rafforzata, mentre la povertà è aumentata con i governi di destra-sinistra che distruggono i servizi pubblici e arricchiscono le banche e le imprese quotate in borsa; una povertà accentuata dal mandato quinquennale di Emmanuel Macron, vassallo dei finanzieri.

Parallelamente, una nuova forza si sta affermando, quella dell’Unione Popolare con France Insoumise e il suo portavoce Jean-Luc Mélenchon. Purtroppo, la possibilità di partecipare al secondo turno è sfumata per un pelo, ma questa forza è viva e vegeta ed è l’unica a proporre un progetto per la società.

Cosa fanno gli altri partiti nel secondo turno? Nel tentativo di sopravvivere, di mantenere lo schema tradizionale, la destra e la sinistra chiedono di votare per il candidato ultra-liberista Emmanuel Macron contro l’estrema destra Marine Le Pen. I sondaggi lo danno in vantaggio con il 56,5% delle intenzioni di voto contro il 43,5% di Marine Le Pen. Il ricatto, il senso di colpa e la paura funzionano ancora mentre il Rassemblement National continua a crescere di elezione in elezione.

Sia Macron che Le Pen hanno bisogno dei voti degli astensionisti e dell’Unione Popolare per essere eletti. Per il secondo turno, è stata aperta una consultazione per tutti coloro che avevano sostenuto la candidatura di Jean-Luc Mélenchon prima del 10 aprile. Il risultato è chiaro. Si distinguono tre correnti: quelli che voteranno in bianco, quelli che voteranno Macron e gli astensionisti. Essendo il voto alla Le Pen una contraddizione fondamentale rispetto al programma dell’Unione Popolare, questa possibilità non è nemmeno stata presa in considerazione.

Jean-Luc Mélenchon è stato molto chiaro: nessun voto per Madame Le Pen“. “Sono il portavoce dell’Unione Popolare e di France Insoumise. Le opinioni sono diverse all’interno del movimento. Io sono il rappresentante di tutta questa famiglia e ho il dovere di ascoltare le voci che compongono quello che non è un partito, ma un movimento. Che il popolo si esprima, resti attore della sua storia; ognuno di noi agirà secondo la sua coscienza.

Nel 2002 Jacques Chirac, candidato di destra, è stato eletto al secondo turno con l’82,21% dei voti contro Jean-Marie Le Pen, di estrema destra con il 17,79% dei voti e un’astensione del 20,29%. Nel 2017, Emmanuel Macron, il presidente in carica, è stato eletto al secondo turno con il 66,10% dei voti contro Marine Le Pen con il 33,90% dei voti e un’astensione del 25,44%. Non c’è più un voto “per” un progetto politico, una visione del futuro, ma una maggioranza di voti “contro”, contro una paura viscerale costruita e alimentata da questi stessi partiti politici, destra e pseudo-sinistra insieme. Non c’è stata alcuna vittoria, questi sono risultati di cartone che non rappresentano una scelta profonda delle persone, per la società a cui aspirano.

Tutti questi politici, preoccupati di arrivare al potere, sono responsabili e colpevoli di questa situazione; creano la miseria sociale, terreno fertile per ogni tipo di deriva. Non abbiamo ancora digerito lo shock della nostra storia in Francia e in Europa, questa seconda guerra mondiale frutto della violenza del capitalismo. In Germania, la povertà spinse al potere un uomo che si presentava come il salvatore, il popolo aveva sete di vedere un po’ di luce alla fine di un percorso di miseria e furono il terrore e la guerra ad arrivare. Navigano su quest’onda di paura del fascismo e della guerra, ancora persistente nei nostri cuori, che ha profondamente traumatizzato ogni famiglia in un modo o nell’altro in Francia e in Europa. La usano senza preoccuparsi del mondo.

Facciamo un passo indietro, usciamo da questa paura quasi irrazionale. Nessuno dei due offrirà una risposta alla miseria sociale. Sono entrambi al servizio del capitalismo. Marine Le Pen è pericolosa per le sue proposte basate sull’odio dell’altro. Emmanuel Macron ci ha mostrato per cinque anni il suo vero volto, con la sua politica per i ricchi e ha fatto sì che il nostro paese venisse conosciuto per la violenza della polizia contro tutti coloro che si sono opposti al suo potere. Entrambi mentono e imbrogliano, nessuno dei due si preoccupa dell’ecologia o della giustizia sociale. Ne parlano in continuazione perché hanno bisogno di voti. I voti di coloro che tradiscono spudoratamente appena vengono eletti. La prova è nella nostra storia!

Durante il dibattito Macron-Le Pen tra i due turni, Emmanuel Macron ha accusato Marine Le Pen di spingere verso la guerra civile, ma usare questa paura della guerra è sporco. Lei si comporta e parla come se vivessimo in una monarchia. Non siamo in una democrazia, questo è certo, ma in una Repubblica traballante. No, signor Macron, lei non è un re onnipotente, non ha un potere assoluto. La Repubblica non le dà tutto il potere, lo ha dimenticato.

Domenica 24 aprile, che sia l’uno o l’altro a vincere, non ci sarà nessuna guerra civile; non combatteremo per voi due, non ne vale la pena. Costruiremo insieme un’opposizione organizzata ancora più forte, combatteremo contro tutto ciò che voi rappresentate. Dopo queste elezioni presidenziali, a giugno si eleggeranno i deputati all’Assemblea Nazionale e senza una maggioranza il / la presidente eletto sarà obbligato dalla Costituzione a trattare con i rappresentanti del popolo. Quale dei due è più pericoloso? Tutti e due. Difendono e rappresentano lo stesso mondo, quello che sta morendo e cui si aggrappano: il capitalismo.

Questo secondo turno sarà ancora una volta l’espressione di un ricatto, il risultato dell’ipocrisia di un sistema politico perpetrato per garantire la continuazione di uno schema che non ha nulla a che vedere con la democrazia; stanno catturando il nostro futuro. Il nostro sistema elettorale è obsoleto e in questo secondo turno è molto probabile che l’astensione sia ancora più alta che nel primo. Non abbiamo una vera scelta, è un’esca. Ci rivediamo al terzo turno, alle elezioni legislative!

Traduzione dal francese di Thomas Schmid.

Revisione di Anna Polo