Cosa sarebbe successo se invece della Russia fosse stata la Nato ad invadere l’Ucraina? Quale sarebbe il tono dei mezzi di informazione? Quale sarebbe la nostra opinione?

Probabilmente la musica suonata dai Tg e dai giornali sarebbe di un tono assolutamente diverso. Sicuramente ci sarebbero servizi interminabili in cui gli “esperti” ci spiegherebbero quanto questa mossa sia stata giusta ed inevitabile e quale grande pericolo stavamo correndo.

Gli opinionisti si accalcherebbero davanti alle telecamere per farci capire che il governo ucraino è una banda criminale da sconfiggere con tutti i mezzi a disposizione e si parlerebbe del colpo di stato del 2014 come una cosa gravissima e una ferita per la democratica Europa.

Si sanzionerebbero l’Ucraina e tutti i paesi che stanno fornendo le armi al suo esercito e si parlerebbe della necessità di neutralizzarli con ogni mezzo. Si farebbe a gara per sequestrare tutti i beni degli “oligarchi” ucraini in giro per il mondo.

Vedremmo in TV lunghissimi reportage sui bambini soldato ucraini e su come il governo costringe a combattere la popolazione impedendogli di uscire dal paese.

Il presidente Zelensky sarebbe descritto come un dittatore e un pericoloso criminale di guerra e sulla sua testa penderebbe già una taglia di milioni di dollari. Probabilmente nei servizi televisivi si parlerebbe di come fin da bambino fosse violento e squilibrato e nelle manifestazioni le persone reggerebbero cartelli dove verrebbe paragonato a Hitler. Tutte le manifestazioni a suo favore sarebbero trattate come fake di regime.

Ovviamente non sarebbe mai intervistato e le notizie su di lui sarebbero sempre di seconda mano. I criminologi ci intratterrebbero con accurate descrizioni psicologiche in cui si dimostrerebbe al di la di ogni dubbio la sua pericolosità per l’intera razza umana.

Saremmo tutti scandalizzati dal fatto che i nostri eserciti non stiano facendo abbastanza per combattere questo abominio e si parlerebbe del fatto che probabilmente da un momento all’altro utilizzerà le armi chimiche. Anzi forse si direbbe che le armi chimiche le ha già usate e che non capiamo l’enorme pericolo a cui siamo sottoposti.

Si parlerebbe del fatto che ci sono delle fosse comuni dove sono stati seppelliti tutti gli oppositori del regime, probabilmente anche bambini.

L’esodo di rifugiati verrebbe trattato in un modo assai diverso e descritto come un pericolo per la stabilità del nostro continente. Si parlerebbe della necessità di contenere l’onda di immigrazione per evitare che gli estremisti ucraini se ne vadano in giro per l’Europa a fondare cellule terroristiche.

Ovviamente non si parlerebbe mai di morti civili, ma si esalterebbe l’eroismo dell’esercito che sta riportando la pace, con commoventi interviste ai genitori dei caduti per questa guerra di pace. Quelli che oggi vengono chiamati “invasori” sarebbero presentati come i liberatori e la resistenza sarebbe bollata come “fiancheggiatori del regime”-

Ovviamente chiunque esprimesse l’opinione che gli ucraini abbiano diritto di difendersi verrebbe bollato come un filo-nazista guerrafondaio che avrebbe bisogno di una rieducazione.

Per non rischiare di essere cacciati, gli intellettuali pacifisti dovrebbero iniziare obbligatoriamente i loro discorsi con una frase di rito che suonerebbe più o meno così: “Premesso che ovviamente non sono d’accordo con il regime ucraino e con i barbari mezzi che sta utilizzando…“

Insomma, che ci piaccia o no, sappiamo che le cose andrebbero in questo modo. Lo sappiamo perché è il copione delle ultime trenta guerre a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e non dobbiamo inventare nulla.

Nelle guerre non ci sono buoni né cattivi, c’è solo un’enorme manipolazione con cui si spingono le persone ad uccidersi l’un l’altro senza alcun senso.

Cosa vuol dire essere pacifisti oggi? Vuol dire capire che non esiste una guerra giusta. È comprendere che dietro tutte le guerre ci sono motivazioni che vanno al di la di qualsiasi logica.

È rendersi conto che ogni volta che aderiamo alla guerra, per qualsiasi motivo, ci stiamo prestando al gioco del potere, accettando il sacrificio come un destino naturale.

Europa per la pace
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