Sul sito weaponwatch.net è pubblicato l’articolo di Carlo Tombola sulle spedizioni record di armi dal porto di Trieste all’Egitto; città nella quale Giulio Regeni nato a Fiumicello sull’Isonzo ha svolto gli studi. L’Egitto è divenuto il primo partner italiano per forniture d’armi, in violazione italiana della legge 185/’90, e larga parte di queste armi per un valore di oltre due miliardi di euro sono transitate da Trieste.
https://www.weaponwatch.net/2022/02/24/armi-e-tecnologie-militari-allegitto-un-flusso-in- forte-crescita-attraverso-il-porto-di-trieste-citta-dove-visse-e-studio-giulio-regeni/
Con questa fornitura l’Italia contravviene anche al Diritto internazionale, poiché nel Trattato di Pace del 1947 si statuisce che Trieste è territorio smilitarizzato e neutrale. Ruolo disciplinato con la Risoluzione 16 dal Consiglio di Sicurezza, e confermato dall’ex Segretario Onu Ban Ki Moon in una lettera al Presidente palestinese Abu Abbas.
La degenerazione della situazione in Ucraina può determinare una nuova guerra nei Balcani dove la Serbia teme per la sua sicurezza, essendo circondata dalla Nato che nel ’99 l’ha bombardata; mentre l’entità Serba di Bosnia si sta separando dalla Federazione tripartita. L’annuncio del Presidente croato sul ritiro dei soldati dal fronte con l’Ucraìna, in caso la Nato decida di contro attaccare va letta in questo senso. Il parallelo poi fra le situazioni del Kosovo la cui indipendenza è stata imposta contro il Diritto internazionale, e della Crimea annessa con motivate ragioni quasi per ripicca dalla Russia, fornisce altri motivi di preoccupazione.
Trieste neutrale inserita nel sistema del Diritto internazionale può offrire stimolo e luogo adeguati a comporre la crisi per vicinanza storica geografica e culturale.
Alessandro Capuzzo per Weapon Watch