Soltanto a Mosca, la polizia ha arrestato 600 persone durante le manifestazioni contro l’operazione militare in Ucraina.

Giovedì 24 febbraio slogan pacifisti hanno riempito le strade del centro di Mosca e San Pietroburgo, mentre centinaia di persone protestavano contro l’operazione militare russa in corso in Ucraina. La polizia della capitale russa ha dichiarato di aver temporaneamente arrestato 600 persone.

A Mosca una folla di manifestanti, tra i quali molti giovani, si è radunata nella centrale Piazza Pushkin. Cantavano slogan pacifisti ed esibivano cartelli che dicevano: “Basta guerra,” “No alla guerra,” “L’Ucraina non è il nostro nemico,” e “Nessuno ha bisogno di questa guerra.” I servizi dei media hanno anche mostrato alcuni manifestanti che marciavano lungo la Tverskaya di Mosca, dove si trova l’ufficio del sindaco.

La polizia ha transennato la piazza e ha cercato di disperdere la folla, adducendo come motivo le norme vigenti per il Covid-19. La manifestazione non era stata autorizzata dalle autorità cittadine.

Uno dei manifestanti è stato filmato mentre lanciava una bomba molotov alla polizia durante la protesta, ma la stragrande maggioranza dei partecipanti era pacifica.

In seguito, sempre giovedì, il dipartimento di polizia di Mosca ha dichiarato di aver trattenuto circa 600 persone per varie “violazioni dell’ordine pubblico,” senza specificarne la natura.

I manifestanti si sono radunati anche nel centro di San Pietroburgo e i media locali hanno riportato la presenza di circa 2.000 persone anche nella celeberrima Prospettiva Nevskij. Secondo quanto riferito, la polizia ha isolato la Piazza del Palazzo, dopo che alcune persone avevano iniziato a marciare in quella direzione. La polizia cittadina non ha rivelato immediatamente il numero degli arresti, mentre secondo i media gli agenti avevano arrestato diverse dozzine di persone.

Proteste contro la guerra si sono svolte anche in altre città russe, tra cui Ekaterinburg e Perm, sugli Urali, nonché nella città siberiana di Novosibirsk.

Coloro che hanno protestato giovedì in Russia si opponevano agli sviluppi in Ucraina. All’inizio della giornata, il presidente Vladimir Putin aveva annunciato “un’operazione speciale” che, insisteva, era necessaria per garantire la pace nelle Repubbliche popolari separatiste di Donetsk (DPR) e Lugansk (LPR).

Dopo l’affermazione delle due Repubbliche secondo la quale Kiev stava lanciando un vero e proprio assalto per riprenderle con la forza, Mosca ha riconosciuto la loro indipendenza dall’Ucraina e ha firmato accordi che prevedevano l’aiuto militare.

Tuttavia, la risposta di Mosca è arrivata su una scala più ampia rispetto all’Ucraina orientale, con obiettivi militari, a quanto si dice, colpiti in tutto il paese. Putin afferma che l’obiettivo è la completa “smilitarizzazione e denazificazione” dell’Ucraina, mentre Kiev e i suoi alleati occidentali definiscono ingiustificato l’attacco in corso.

Traduzione dall’inglese di Simona Trapani

Revisione di Anna Polo