A due anni dall’inizio della pandemia è possibile fare un bilancio della sua gestione; un bilancio talmente negativo da generare un forte allarme rispetto alla tenuta della nostra democrazia, che ormai è l’ombra di quella disegnata dalla Costituzione.

L’ultima nefandezza in ordine di tempo è rappresentata dall’istituzione dell’obbligo di vaccinazione anti- Covid per gli over 50 e del super green pass per lavorare e per vivere, appena entrato in vigore; un’autentica violenza di Stato, un atto crudele e vendicativo, privo di qualsiasi utilità sanitaria.
Questo provvedimento non è che l’ultimo di una serie di abusi e violazioni ai danni di un popolo che è stato atterrito, ingannato e bullizzato in modo sempre più grave, dall’inizio della pandemia a oggi.

Lo stato di emergenza
Allo scoppio della pandemia è stato proclamato lo ”stato di emergenza” e si è sospesa l’attività ordinaria del Parlamento; il governo ha accentrato tutte le decisioni e ha proceduto a colpi di DPCM, avvilendo il principio costituzionale del bilanciamento tra i poteri dello Stato. A tutt’oggi lo “stato di emergenza” perdura, in modo ingiustificato poiché la situazione pandemica è ormai sotto controllo; si continua con i Decreti Legge e le decisioni vengono prese negli incontri della  cosiddetta “Cabina di regia” (evidentemente, un nuovo Organo dello Stato!) e poi portate al vaglio del Consiglio dei Ministri, mentre il Parlamento è coinvolto solo per la finale trasformazione in Legge di quanto già stabilito.

Paracetamolo e vigile attesa
Con una scelta irresponsabile, fin dall’inizio è stato adottato dal Ministero della Salute il famigerato protocollo del paracetamolo e vigile attesa, condannando decine di migliaia di malati a ricorrere agli ospedali quando ormai era troppo tardi; e questo protocollo è ancora quasi invariato, nonostante l’evidenza del suo fallimento.
Perché siano state ignorate le esperienze documentate dai tanti medici che, anche a costo di disobbedire alle indicazioni ministeriali, si sono prodigati per curare i malati a casa, ottenendo la guarigione di moltissimi pazienti, non è comprensibile se non ipotizzando un micidiale mix di superficialità, inettitudine e mala fede da parte degli organi competenti.

Tagli alla Sanità
Perché in due anni non si siano investite risorse statali per potenziare la sanità pubblica, per riaprire ospedali chiusi, per assumere nuovo personale sanitario e rimediare al disastro provocato da decenni di tagli e di austerità, si spiega soltanto con la codardia di una classe dirigente piegata ai dettami del neoliberismo più spietato.
E non è finita qui: quasi nessuno, stordito dal fluire quotidiano e ossessivo dei dati dei contagi, si è accorto che il governo ha stabilito di effettuare 300 milioni di tagli alla sanità all’anno, a partire dal 2023, in ottemperanza alle condizioni poste dalla UE per accedere al Recovery Fund.

Menzogne
Con l’arrivo dei vaccini, sugli italiani è stata riversata una quantità paradossale di menzogne, scandite a gran voce in un coro unanime da tutti i media mainstream. È stata screditata e coperta di ridicolo qualsiasi posizione che risultasse “stonata” e il dissenso è stato del tutto emarginato, mentre l’informazione alternativa è stata  etichettata in blocco come  “fake news”. Eminenti scienziati sono stati  trattati come apprendisti stregoni quando hanno osato mettere in dubbio la narrazione dominante.
Anche in questo caso è legittimo domandarsi il motivo di tanto accanimento nel diffondere un’unica versione della realtà e le opinioni di una sola parte degli studiosi, soffocando il dibattito scientifico con una propaganda la cui invasività e protervia possono essere paragonate solo a quelle di un regime dittatoriale.
Il dubbio che dietro tutto questo si nascondano gli interessi delle multinazionali farmaceutiche da un lato e, dall’altro, la necessità di non arrivare al collasso di una sanità pubblica assolutamente inadeguata a far fronte all’emergenza, è più che giustificato e risulta purtroppo molto realistico.

La svolta autoritaria
Dopo l’arrivo di Draghi al governo (dei Migliori) lo Stato ha cominciato a usare il pugno di ferro e a esercitare la violenza in maniera ancor più evidente di quanto non avesse fatto prima.

La propaganda martellante e a senso unico ha individuato nei non vaccinati, spregiativamente chiamati “no vax”, il nemico a cui addossare la colpa del protrarsi della pandemia, contro ogni evidenza scientifica. Il tutto accompagnato da una campagna d’odio senza precedenti nei confronti di chi vuole solo esercitare il diritto di disporre del proprio corpo come meglio crede, applicando una delle tecniche di manipolazione di massa più utilizzate nella storia: l’individuazione di un capro espiatorio da perseguitare e annichilire.

Senza effettuare farmacovigilanza attiva (indispensabile nel caso di somministrazione di farmaci sperimentali), senza verificare la presenza di anticorpi nelle persone sottoposte al vaccino, ponendo ostacoli infiniti alle richieste di esenzione da parte di portatori di patologie particolari,  il mantra ripetuto fino alla nausea è stato: vaccinare chiunque, a tutti i costi, brutalmente.

Così sono nati i diversi green pass, insopportabilmente lesivi delle libertà individuali e inefficaci sul piano sanitario, ma utili soltanto a costringere i renitenti a sottoporsi forzatamente al vaccino.

Si sono presi di mira i bambini e gli adolescenti, tutti untori asintomatici responsabili della morte dei loro nonni, arrivando persino a introdurre una misura estremamente discriminante, la Dad solo per i non vaccinati (sani), se in classe ci sono alunni positivi al Covid.

Progressivamente si è imposto l’obbligo vaccinale ad alcune categorie di cittadini.
Applicato dapprima al personale sanitario, poi al personale scolastico, a quello di polizia e dell’esercito, infine esteso a tutte le persone al di sopra dei 50 anni, pena la sospensione dal lavoro e, quindi, la privazione dei mezzi di sussistenza per sé e per le rispettive famiglie, tale obbligo si configura come un arbitrio che calpesta i diritti  non soltanto di queste categorie, ma di tutti i cittadini, ai quali la Costituzione e la legislazione internazionale riconoscono il diritto di scegliere liberamente i trattamenti sanitari a cui sottoporsi.

Negli ultimi tempi la narrazione è cambiata, poiché ormai è evidente a tutti che la vaccinazione non ferma la propagazione del virus: adesso si sostiene che i non vaccinati occupano le terapie intensive e tolgono il posto agli altri malati, che devono rimandare interventi importanti, compresi quelli oncologici.
Questo è vergognoso, ma è indegno addossare la responsabilità della carenza di posti a chi non accetta il vaccino. La responsabilità, invece, è di chi per decenni ha distrutto la sanità pubblica per obbedire ad insensate logiche di bilancio.

Applicando la tecnica della “rana bollita”, imposizione dopo imposizione, menzogna dopo menzogna, talk show dopo talk show, il popolo italiano è stato indotto ad accettare tutto questo e a rinnegare il valore della libertà di scelta, che è l’aspetto distintivo della natura umana e il fondamento di una società civile, per arrivare a considerarla qualcosa di relativo e, persino, di nocivo per la comunità.

Ma, se è vero che la libertà del singolo finisce dove comincia quella degli altri, è anche vero che la libertà degli altri finisce dove comincia quella del singolo. Senza questa reciprocità di diritti si legittima la tirannia delle maggioranze sulle minoranze, delle quali non viene riconosciuta l’intenzionalità. Questa per gli Umanisti è la radice della violenza sociale.

Verità e riconciliazione
Il progresso verso la libertà è inarrestabile e la coscienza umana non è controllabile all’infinito.

La cortina di fumo che ha avvolto e giustificato uno stato d’eccezione arbitrario e crudele si sta dissolvendo e cominciano a venire a galla gli errori, la manipolazione dei dati, l’inutilità di misure eccessive e persino controproducenti che hanno portato tanta sofferenza a tutti noi. Tante “verità assolute” della narrazione pandemica vengono sconfessate apertamente da nuovi studi di recente pubblicazione.

Quando questa tirannide cadrà, come rimetteremo insieme i pezzi di una società dilaniata dalla discordia e dal rancore?

Per sanare le ferite e le fratture che questi anni di sofferenza, odio e sopraffazioni hanno prodotto nella popolazione si dovrà avviare un processo di verità e riconciliazione.
Le responsabilità dovranno essere ammesse, gli errori riconosciuti e i torti riparati.
Solo così sarà possibile chiudere questa triste pagina della nostra storia e uscirne migliorati, come popolo e come individui.

Partito Umanista Italia