Ecco di seguito la seconda parte dell’intervista alla Dottoressa Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa, nota esponente dell’ambientalismo italiano, ex -membro del Comitato Scientifico dell’Associazione dei Medici per l’Ambiente ISDE ed attuale membro della Commissione Medico Scientifica Indipendente (CMSi) che sta mettendo in discussione le strategie anti-pandemiche del Governo Draghi.

Da quali esigenze è nata la volontà di costituire la Commissione Medico Scientifica Indipendente sulla gestione pandemica?

La Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi), formata per ora dai Prof. Marco Cosentino, Vanni Frajese e dai Dott. Alberto Donzelli, Patrizia Gentilini ed Eugenio Serravalle, fa esplicito riferimento al metodo scientifico e alla medicina basata sulle prove e intende discutere nel merito dei vaccini antiCovid-19 e delle strategie finora adottate, come si considera normale poter fare con qualsiasi altro farmaco. La CMSi fa anche riferimento all’art. 4 del Codice di Deontologia: «… Il medico ispira la propria pratica professionale alle più aggiornate conoscenze scientifiche e rispetta l’autonomia e la dignità della persona senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura». La CMSi ha chiesto al Ministro della Salute e al Comitato Tecnico Scientifico di attivare con urgenza un Tavolo di confronto scientifico con il CTS perché non è più rinviabile l’esigenza di confrontarsi sul piano scientifico e sulla base di dati e conoscenze inoppugnabili. Di fronte ad una situazione epidemiologica in continua evoluzione si insiste con misure coercitive che non solo non stanno portando i risultati sperati, ma stanno producendo effetti ancor più negativi sia sul piano sanitario che sociale, economico, produttivo con un deterioramento davvero grave della situazione generale, compreso un preoccupante peggioramento dello stato psichico delle persone e soprattutto dei giovani e giovanissimi, aspetto questo che è di fatto completamente trascurato.

Il 5 dicembre 2021 avete prodotto un documento che pone un dubbio scientifico sulle vaccinazioni pediatriche anti-Covid. Cosa dicono i dati?

Il documento in 16 punti, in cui sono linkabili tutti gli studi che supportano le affermazioni fatte, si dimostra come non sia assolutamente il caso di vaccinare i bambini perché non c’è alcuna emergenza Covid tra i bambini, non c’è aumento di mortalità per Covid tra i bambini, i rischi di ricovero per Covid nei bambini sono molto ridotti e la MIS-C è rara/molto rara e i sintomi da Long Covid sono lievi. Inoltre i bambini non sono causa importante di trasmissione in famiglia, il numero di bambini (e di eventi rilevati) nei trial sui vaccini è insufficiente e, anche vaccinando i bambini (e chiunque), non si raggiunge l’immunità di gregge. Bisogna dire chiaramente che i non vaccinati non favoriscono in modo particolare varianti e circolazione virale; che i rischi della vaccinazione pediatrica superano i benefici (salvo eccezioni); che non è etico vaccinare i bambini per proteggere indirettamente altri; ed è, in generale, controproducente impedire l’infezione da Sars-CoV-2 nei bambini. L’immunità naturale andrebbe favorita in queste fasce d’età e sarebbe più equo e ragionevole vaccinare anziani e fragili prima di vaccinare i bambini. Oltretutto bisogna dire chiaramente che ad oggi le società professionali, finanziate dalle case farmaceutiche, non esprimono linee guida indipendenti. I conflitti di interessi rendono tanti studi poco affidabili e non sono ancora disponibili cure per i bambini danneggiati da questi vaccini.

Come è possibile che AIFA apra alle vaccinazioni per bambini tra i 5 e gli 11 anni con Pfizer, se è proprio il foglio illustrativo del vaccino Comirnaty, reso disponibile da Aifa1 il 29 dicembre 2021, che a pagina 85 afferma che “Comirnaty non è raccomandato nei bambini di età inferiore a 12 anni”?

A questa domanda piacerebbe anche me trovare una risposta ragionevole e logica, ma purtroppo non trovo alcun motivo valido, anzi, esattamente il contrario perché i rischi superano nettamente i benefici e nulla sappiamo degli effetti a medio lungo termine. Se si pensa che la sperimentazione con Pfizer dai 5 agli 11 anni ha riguardato 1.517 bambini su cui è stato testato il vaccino e 751 che hanno ricevuto il placebo e seguiti al massimo per due mesi e mezzo e per quanto riguarda gli adolescenti dai 12 ai 15 anni la sperimentazione ha riguardato 1.131 che hanno ricevuto il vaccino e 1.129 il placebo, seguiti in questo caso per circa 6 mesi,  mi chiedo con che coraggio si promuova la vaccinazione su larga scala dei nostri bambini. Se poi pensiamo che questi prodotti, come è riportato nella scheda tecnica, non sono stati testati per l’azione cancerogena, mi chiedo come li si possa somministrare a chi ha tutta la vita davanti e che già oggi presenta una incidenza di cancro fra le più alte al mondo. Per l’esattezza fra 0 e 19 anni ogni anno si ammalano di cancro in Italia 2400 giovani e si contano circa 350 decessi, rappresentando quasi il 13% di tutte le cause di morte. Di contro, sempre nella fascia di età 0-19 in un anno si sono avuti 18 decessi per Covid, fra l’altro in giovani già gravemente ammalati, quindi lo 0.7%, visto che ogni anno sono circa 2700 i decessi in questa fascia di età per cui forse sarebbe il caso di occuparsi di patologie che hanno una ben più consistente importanza. Sappiamo che le esposizioni ambientali e l’inquinamento hanno un ruolo causale non trascurabile e che i giovani che vivono nei siti di interesse nazionale (SIN), ovvero in aree altamente inquinate si ammalano molto di più anche di cancro rispetto ai loro coetanei che vivono in territori meno inquinanti, ma non mi sembra che questo governo né il CTS si sia mai posto con serietà il problema delle bonifiche. Vorrei fare a questo proposito un’altra riflessione perché mi occupo da quasi venti anni di inquinamento e salute umana e molto spesso mettendo in luce i rischi legati ai pesticidi, alle diossine, ai metalli pesanti etc. spesso mi sono sentita accusare di “allarmismo”, bè, adesso mi pare che le parti si siano capovolte e mi sembra che l’allarmismo lo procurino le istituzioni. Si legge ad esempio sul sito dell’ ISS “Anche se in misura minore rispetto all’adulto, anche nell’età infantile l’infezione da Sars-CoV-2 può comportare dei rischi per la salute, tanto è vero che circa 6 bambini su 1.000 vengono ricoverati in ospedale e circa 1 su 7.000 in terapia intensiva”. Peccato che non venga specificato che questi numeri si riferiscono solo alla percentuale di bambini che si ammalano e non a tutta la popolazione infantile, come si lascia invece credere, popolazione che da 5 a 11 anni è pari a 3.200.000 bambini! Più onesto sarebbe stato dire che si ricovera 1 bambino su 2.000 e in terapia intensiva ne va 1 su 88.000. Comunque se io e gli altri Colleghi della Commissione Medico Scientifica indipendente siamo qua a spenderci per dirvi di informarvi bene e di non aver fretta a vaccinare i vostri figli è perché siamo davvero convinti che i rischi in giovani e bambini superino di gran lunga i benefici.

Il sociologo Luca Ricolfi ha affermato che è evidente che ci sono delle cose che non vengono volutamente dette sulla gestione pandemica. Cosa ne pensa?

Penso che abbia ragione e  quello cui stiamo assistendo è che un po’ alla volta molte cose che erano state nascoste cominciano ad emergere, quali il potenziale danno al sistema immunitario da vaccinazioni ripetute e ravvicinate2, la contagiosità dei vaccinati3, il riconoscimento del fatto che il 34% dei ricoveri Covid4 siano così classificati per semplice positività al tampone, ma legati in realtà ad altre patologie, per non parlare di quanto emerso a livello internazionale col Pfizergate o con la recentissima audizione di Antony Fauci al Senato e la pubblicazione di mail riservate  da cui emerge che si è voluto nascondere l’efficacia di terapie quali quelle con ivermectina o idrossiclorochina.

Secondo lei il Green Pass è uno strumento sanitario o politico?

Non c’è dubbio che sia uno strumento politico e che non abbia alcuna valenza sul piano sanitario.