Risposta del Consiglio Globale di Abolition 2000 alla dichiarazione congiunta dei capi dei cinque Stati in possesso di armi nucleari sul contrasto della guerra nucleare e la rinuncia alla corsa agli armamenti.
L’affermazione dei cinque Stati in possesso di armi nucleari aderenti al Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) nella loro dichiarazione congiunta del 3 gennaio 2022, secondo cui “una guerra nucleare non può essere vinta e non dovrà mai essere combattuta” dovrebbe essere seguita da una vera azione per modificare le attuali politiche di guerra nucleare, porre fine alla costosa e destabilizzante corsa agli armamenti nucleari ed eliminare le armi atomiche.
Accogliamo con entusiasmo le prime due frasi della dichiarazione congiunta in quella che sarebbe stata la vigilia della decima conferenza di revisione del TNP, ora rinviata per la quarta volta a causa della pandemia in corso: “La Repubblica Popolare Cinese, la Repubblica Francese, la Federazione Russa, il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e gli Stati Uniti d’America considerano la rinuncia alla guerra tra Stati dotati di armi nucleari e la riduzione dei rischi strategici come le nostre principali responsabilità. Affermiamo che una guerra nucleare non può essere vinta e non dovrà mai essere combattuta“.
Con nostro sgomento, queste due frasi sono seguite da dichiarazioni di tutt’altro tenore: “[Noi] affermiamo anche che le armi nucleari – finché continueranno ad esistere – dovrebbero servire per la difesa, la dissuasione e la prevenzione della guerra“. Questo riflette la realtà: la maggior parte degli Stati dotati di armi atomiche mantengono dottrine basate sull’attacco preventivo a sorpresa con armi nucleari e in una o più occasioni durante crisi internazionali e guerre hanno preparato una guerra nucleare e/o minacciato di scatenarla. La scomoda verità è che le armi nucleari continueranno ad esistere fino a quando gli Stati che le possiedono continueranno ad aggrapparsi alla pericolosa dottrina della “deterrenza atomica”, minacciando di usarle.
Siamo lieti di vedere questa frase nella dichiarazione: “Ci impegniamo a rispettare i nostri obblighi rispetto al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), compreso quello, ai sensi dell’articolo VI, di perseguire negoziati in buona fede su misure efficaci relative alla cessazione della corsa agli armamenti nucleari nell’imminente futuro e al disarmo nucleare...”, ma non siamo affatto rassicurati. Più di 50 anni dopo l’entrata in vigore del trattato, il comportamento degli Stati dotati di armi nucleari punta nella direzione opposta.
Tutti gli Stati dotati di armi nucleari, compresi i quattro che non fanno parte del TNP (India, Israele, Pakistan e Corea del Nord) sono impegnati in costosi programmi di aggiornamento qualitativo e in alcuni casi di incremento quantitativo dei loro arsenali nucleari. Nonostante le parole rassicuranti della dichiarazione – “Intendiamo continuare a cercare approcci diplomatici bilaterali e multilaterali per evitare scontri militari, rafforzare la stabilità e la prevedibilità, aumentare la comprensione e la fiducia reciproca e impedire una corsa agli armamenti che non gioverebbe a nessuno e metterebbe in pericolo tutti“, la realtà è che una nuova corsa agli armamenti nucleari è già in atto. Questa volta è aggravata dalle capacità informatiche offensive, dall’intelligenza artificiale, dallo sviluppo di capacità ipersoniche, dal ritorno ai sistemi di lancio a raggio intermedio e dalla produzione di sistemi di lancio in grado di trasportare sia carichi convenzionali che nucleari.
Nel 2010, gli Stati firmatari del TNP hanno concordato per consenso di ridurre il ruolo delle armi nucleari nelle strategie di sicurezza. Dodici anni dopo è accaduto il contrario: quel ruolo è stato ampliato. La portata e il ritmo dei giochi di guerra degli Stati dotati di armi nucleari e dei loro alleati, comprese le esercitazioni nucleari, sono in aumento. I test missilistici in corso e i frequenti incontri ravvicinati tra le forze militari degli Stati dotati di armi nucleari aggravano i pericoli. Con i potenziali punti di crisi in Ucraina e Taiwan, il rischio di uso delle armi nucleari non è mai stato così elevato. Il processo di disarmo nucleare è in stallo e i cinque Stati dotati di armi nucleari che aderiscono al trattato non possono sostenere in modo credibile che stanno rispettando i loro obblighi in base all’articolo VI del TNP.
La loro dichiarazione afferma in modo ipocrita: “Sottolineiamo il nostro desiderio di lavorare con tutti gli Stati per creare un ambiente di sicurezza più favorevole al progresso del disarmo, con l’obiettivo finale di un mondo senza armi nucleari con sicurezza illimitata per tutti“. Questa è una garanzia di rinvio indefinito. Come ha detto il rappresentante sudafricano al Consiglio di Sicurezza nel 2019: “Sappiamo che alcuni Stati stanno sostenendo la creazione di un cosiddetto ambiente speciale per il disarmo nucleare, ma riteniamo che questo sia già stato stabilito con l’entrata in vigore del TNP.”
La conferenza di revisione del TNP del 2010 ha affermato “che tutti gli Stati devono fare sforzi speciali per stabilire il quadro necessario per raggiungere e mantenere un mondo senza armi nucleari“. Gli Stati non dotati di armi nucleari hanno intrapreso tali sforzi, anche stabilendo zone libere da armi nucleari e negoziando il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPAN), che è entrato in vigore nel 2021. Tuttavia, i cinque Stati dotati di armi nucleari del TNP hanno respinto risolutamente il TPAN e si rifiutano di riconoscerne la legittimità.
Nel romanzo “1984” di George Orwell, le parole/frasi della Neolingua venivano create dal governo per tener buono il pubblico e mascherare la realtà, che spesso era l’opposto di quelle parole/frasi. È giunto il momento che i cinque Stati dotati di armi nucleari del TNP smettano di rilasciare dichiarazioni orwelliane in “Nuc-lingua” e avviino negoziati in buona fede per l’eliminazione dei loro arsenali nucleari. I possibili percorsi includono:
- la negoziazione di un accordo quadro che includa l’impegno legale per arrivare a un mondo libero da armi nucleari, identifichi le misure e i percorsi necessari in termini generali e definisca un processo per concordare i dettagli nel tempo
- la negoziazione di protocolli al TPAN che gli Stati dotati di armi nucleari e gli Stati alleati dovrebbero firmare come parte di un processo per aderire al trattato e costruire il processo di distruzione nucleare, eliminazione, verifica e conformità
- la negoziazione di una convenzione o di un pacchetto di accordi sulle armi nucleari.
Ci sono scelte importanti da fare nel percorso verso l’abolizione delle armi nucleari, ma è fondamentale che il processo di negoziazione per l’eliminazione delle armi nucleari inizi immediatamente, senza ulteriori ritardi.
Traduzione dall’inglese di Maria Rosaria Leggieri
Revisione di Anna Polo