Ampie zone della foresta pluviale amazzonica si sono trasformate da serbatoio di carbonio a fonte di carbonio. Questo cambiamento ha gravi ripercussioni negative a livello planetario.

Nell’ultimo decennio, gli studi sulla foresta pluviale amazzonica hanno mostrato segnali rivelatori di un imminente passaggio da un serbatoio di carbonio di gas che trattengono il calore a una fonte di gas serra. È un cambiamento pericoloso, che destabilizzerà l’atmosfera di tutto il pianeta. Purtroppo, il temuto cambiamento è stato confermato da un complesso e dettagliato studio aereo decennale.

Lo studio mostra che la foresta pluviale amazzonica orientale è diventata una fonte significativa di emissioni di carbonio, facendo concorrenza ad automobili, treni, aerei e centrali elettriche. Questa trasformazione è ufficialmente confermata da centinaia di misurazioni di profilazione verticale aerea dell’atmosfera sovrastante la foresta pluviale nell’arco di circa un decennio. (Fonte: Amazonia As A Carbon Source Linked to Deforestation and Climate Change, Nature, 14 luglio 2021)

Le implicazioni della più grande foresta pluviale del mondo in competizione con i gas serra prodotti dall’uomo sono allarmanti e preannunciano pericoli futuri, soprattutto alla luce delle circostanze attuali, che garantiscono un ulteriore deterioramento della foresta pluviale, mettendo così a rischio il sistema climatico globale.

La recente deforestazione della foresta pluviale amazzonica brasiliana ha oltrepassato i limiti, con un aumento del 22% in un anno al livello più alto in quasi due decenni. Questo secondo l’INPE, l’Istituto Nazionale di Ricerca Spaziale del Brasile. Questo è il terzo anno consecutivo di aumenti sotto il governo Bolsonaro.

Con un notevole tempismo, a ottobre di quest’anno, alle porte della COP26/Glasgow, l’INPE ha affermato che questo è stato il peggior mese di ottobre mai registrato per la deforestazione.

Nel giro di due settimane, il Brasile ha firmato un accordo internazionale alla COP26 per porre fine alla deforestazione entro il 2030. Il mondo aspetta e osserva per vedere se quella promessa verrà mantenuta. La forte posizione anti-ambientalista di Bolsonaro sarà messa alla prova.

Marcio Astrini, capo dell’Osservatorio sul Clima che riunisce i gruppi ambientalisti attivi in Brasile, ha dichiarato: “Gli ultimi dati sono stati il risultato di uno sforzo persistente, pianificato e continuo per distruggere le politiche di tutela ambientale sotto l’amministrazione Bolsonaro.” (Fonte: Brazil Amazon Deforestation Up 22% in a Year, 15-yr Record, Phys.org, 19 novembre 2021)

Il suddetto studio aereo pubblicato su Nature ha rilevato “un’enorme fascia di foresta tropicale di dimensioni continentali che rilascia più anidride carbonica di quanta ne accumuli, a causa della deforestazione e degli incendi,” Ibid.

È il primo studio in assoluto a misurare effettivamente l’anidride carbonica nell’atmosfera sopra la foresta e non dipende da stime di modelli basati su misurazioni imprecise. Le misurazioni aeree sono state effettuate in una colonna discendente, partendo da poco più di 4400 metri e arrivando a circa 300 metri. Per garantirne l’accuratezza, queste misurazioni sono state ripetute ogni due settimane per nove anni.

Le analisi indicano una convergenza di fattori alla base del passaggio da serbatoio di carbonio a emettitore di carbonio, ovvero il riscaldamento globale, la deforestazione e gli incendi in Amazzonia orientale, dove la foresta non assorbe più CO2. Di conseguenza, le temperature in Amazzonia sudorientale sono aumentate drasticamente rispetto alla parte occidentale della foresta pluviale.

Luciana Gatti, ricercatrice senior dell’Istituto Nazionale di Ricerca Spaziale del Brasile e autrice principale dello studio, ha dichiarato: “A sud-est, la deforestazione ha raggiunto il 28 per cento, con una diminuzione delle precipitazioni del 24 per cento e una variazione della temperatura in agosto e in settembre di 3,1 gradi. È incredibile avere una variazione di temperatura simile a una latitudine tropicale. Questa è una foresta pluviale?”

Gatti è preoccupato che l’Amazzonia occidentale assomiglierà presto a quella orientale a causa della pressione del disboscamento, dell’agricoltura e dell’estrazione mineraria, che si estenderanno più in profondità nella foresta.

Di estrema importanza per la vita sul pianeta, la foresta pluviale amazzonica funge da generatore di “fiumi volanti” per il pianeta. Milioni di alberi lavorano insieme come una “pompa biotica” che rilascia vapore acqueo nell’aria e fa circolare l’acqua e i modelli climatici in tutto il mondo.

Il dottor Antonio Nobre (ricercatore senior in pensione INPE), in un’intervista alla National Public Radio, ha descritto gli invisibili fiumi volanti delle foreste pluviali: “Gli alberi sono come geyser che fungono da condotti, pompando vapore acqueo nel cielo. La traspirazione è evaporazione, ma è evaporazione dell’acqua che è passata attraverso l’albero, quindi questo enorme flusso di vapore nell’atmosfera è come un sistema di irrigazione capovolto. Ciò crea questi fiumi volanti immensi e invisibili. Fiumi di pioggia” dice Nobre. Sottolinea che è stato fatto un calcolo per l’intera Amazzonia. “Venti miliardi di tonnellate d’acqua al giorno evaporano nella zona. Per mettere quel numero in prospettiva, è più acqua di quella che il Rio delle Amazzoni scarica nell’Oceano Atlantico in un giorno.” (Fonte: Flying Rivers of the Amazon Rainforest – A Critical Rain Generator for the Planet, Pachamama Alliance, 4 ottobre 2016)

Mentre è in corso la “fase di collasso” della foresta pluviale amazzonica, una visione del mondo emergente riconosce l’interconnessione di tutti gli esseri viventi come uno dei ruoli più importanti per gli esseri umani nell’agire come custodi e protettori dei sistemi naturali. Questa nuova visione del mondo si sta diffondendo a macchia d’olio tra i giovani e segnala la speranza per l’umanità. Questo ammesso che possa sfondare la patina dei dettami della crescita a tutti i costi del capitalismo neoliberista che calpesta gli ecosistemi nella corsa alla ricchezza per pochi, tacitamente sostenuti dai ciarlatani di destra che sopraffanno facilmente i debolissimi partiti nazionali tradizionalisti, pieni di persone facilmente influenzabili.

Questa nuova visione del mondo emergente è concentrata tra i più giovani, ad esempio: (1) SustainUS, che smantella i temi principali dell’élite politica e richiede “un’azione urgente per il clima”; (2) Youth Lawsuits in difesa del clima per ritenere i governi responsabili, ad esempio, 21 giovani querelanti che fanno causa al governo degli Stati Uniti sul supporto ai combustibili fossili; (3) Uplift contrasta le “zone di sacrificio energetico” nel sud-ovest degli Stati Uniti, dove milioni di acri di terreni federali vengono sfruttati e inquinati per l’estrazione di energia; (4) University Divestment Campaigns, con 133 scuole e università che rinunciano ai combustibili fossili, tra cui Stanford, Oxford, Cambridge e Yale; (5) Sunrise, che combina l’organizzazione delle proteste e l’azione a livello elettorale in un’unica strategia, ad esempio, il sostegno del Green New Deal e l’appoggio all’obiettivo del 100% di energie rinnovabili negli Stati Uniti entro il 2030.

La risposta offensivamente debole da parte degli stati agli avvertimenti degli scienziati alla COP26 è indicativa di un ordine mondiale totalmente ignaro del sistema climatico distrutto e capovolto, che si trova in uno stato di sconvolgimento perenne.

Solo i giovani possono modificare questa distorsione della realtà, perché solo i giovani riconoscono la stupidità adulta per ciò che è veramente: una realtà.

Traduzione dall’inglese di Simona Trapani. Revisione di Thomas Schmid.