L’UNHCR compie periodicamente visite nei centri per rimpatri

Questo emerge anche dalle dichiarazioni del sindaco Succu di Macomer, dove risiede il più inefficiente CPR d’Italia che anche quest’anno è maglia nera delle detenzioni senza rimpatrio: “Peraltro, la struttura è soggetta ad approfondite ispezioni di organismi indipendenti e, nel corso del primo biennio di attività, sono state esperite ben tre visite ispettive, una, nel marzo 2020, del Garante dei diritti nazionali delle persone detenute o private della libertà personale e due, nell’ottobre 2020 e nel luglio 2021, da parte di funzionari dell’Agenzia ONU per i rifugiati (U.N.H.C.R)“.

Abbiamo sentito telefonicamente l’ufficio stampa dell’UNHCR per chiedere notizie: i rapporti vengono spediti al Viminale. Abbiamo chiesto se i rapporti fossero inviati anche al Garante Nazionale, ci è stato risposto di inviare una mail. Nella mail abbiamo chiesto con che frequenza venissero visitati i CPR, se i rapporti venissero inviati anche al Garante e se fossero accessibili. A questa mail non c’è stata risposta.

Non abbiamo visto peraltro prese di posizione da parte dell’Agenzia riguardo ai respingimenti illegali operati su ordine del Viminale a Trieste e bloccati dall’Ordinanza del 18.1.2021, del  Tribunale di Roma.

Sul sito dell UNHCR vediamo chiaramente indicato il diritto alla richiesta di asilo. Chiunque entri in Italia ha diritto a chiedere protezione internazionale. Ormai è universalmente denunciato che il riconsegnare i migranti nel mediterraneo alla Libia (di cui Frontex è grande protagonista), questi respingimenti, anche operati con violenza, anche operati alle frontiere interne dell’UE, sono un’inequivocabile violazione dei diritti umani e dell’Ordinamento nazionale e internazionale.

L’UNHCR è un’Agenzia che si occupa di diritti dei rifugiati, quindi le persone sulle rotte migratorie, fino a che la richiesta di asilo non venga negata, ricadono a tutti gli effetti sotto la sua competenza. Questo attiene anche ai CPR, nei quali una persona migrante, ove non l’abbia fatto e la richiesta non non sia stata respinta, ha facoltà di richiedere protezione internazionale.

Questo implica che la persona straniera debba scrupolosamente venire informata sui propri diritti con l’ausilio di un mediatore culturale che renda ben comprensibili le informazioni, occorrerebbe anche che fossero redatti degli opuscoli in lingue diverse che dovrebbero essere consegnati alla persona migrante dopo l’avvenuta informazione orale dei propri diritti sanciti per legge.

L’alto commissario UNHCR Filippo Grandi ha fatto inequivocabili dichiarazioni sulla necessità di non politicizzare il tema delle immigrazioni, questo implica che l’Agenzia non debba essere parte del sistema, ma debba avere un ruolo di controllo e garanzia super partes. Ricordiamo le parole del Papa di ieri sull’impossibilità di tacere nei confronti di persone che vengono rinchiuse “nei posti di confinamento, di torture, schiavitù“. I CPR, gli hot spot, sono inequivocabilmente assimilabili a luoghi di confinamento, a tal proposito si è pronunciato anche il Garante Nazionale.

Quindi chiediamo a Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR italiana:

  • di inviare i rapporti delle visite nei CPR anche all’Autorità di garanzia delle persone private della libertà
  • di verificare, con colloqui con i detenuti, se sono stati correttamente e in lingua comprensibile informati sui propri diritti
  • se le operazioni di comunicazione alle commissioni territoriali dei richiedenti asilo nei CPR sono effettuate correttamente nell’impossibilità di tradurre il detenuto alle udienze per la richiesta d’asilo
  • se nella comunicazione sui loro diritti viene viene spiegato loro che in talune condizioni esiste la possibilità di reitarere la domanda di asilo
  • se viene comunicato loro che in caso di rimpatrio forzato si può fare opposizione presso Frontex, argomento sul quale si è pronunciato il Garante Nazionale (pag. 16): “Dal 2016 al 23 marzo 2021 Frontex ha ricevuto solamente 3 reclami e nessuno di questi era riferito ad attività di rimpatrio forzato” e questo rientra nelle competenze dell’UNHCR
  • di monitorare presso Frontex le istanze di opposizione al rimpatrio forzato

Chiediamo anche di fare una grande e doverosa operazione di trasparenza, a vantaggio di tutti, anche dei cittadini italiani e dei donanti all’UNHCR che hanno il diritto di essere informati sull’osservanza delle leggi e dei diritti umani in Italia.

Richieste che, naturalmente, non facciamo a caso.