È stato pubblicato, lo scorso 11 ottobre, il secondo rapporto sulla conformità del Kosovo (in aderenza, come specifica il documento, con il dettato della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1244 del 1999 e senza pregiudizio in ordine allo status) agli standard della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta al traffico di esseri umani. Si tratta di un documento importante che insiste soprattutto su due macro-aree, l’adeguamento del quadro normativo e procedurale del Kosovo agli adempimenti e alle azioni per prevenire e contrastare il traffico di esseri umani e l’implementazione di standard e azioni concrete per contrastare efficacemente la tratta, come vedremo seguendo il rapporto, nelle diverse aree in cui essa si verifica. Nell’ambito del progetto su Prevenzione e Contrasto alla tratta di esseri umani in Kosovo, il Gruppo di Esperti per la lotta al traffico di esseri umani (in acronimo, a seguire, GRETA) ha avviato una seconda valutazione circa la conformità del Kosovo agli standard della Convenzione sulla lotta alla tratta con un questionario inviato alle autorità nel luglio 2020 e le risposte consolidate ricevute a fine ottobre. A causa delle restrizioni legate al “governo della pandemia” di COVID-19, GRETA non ha potuto effettuare una visita fisica in Kosovo e ha quindi utilizzato le risposte al questionario e le informazioni ottenute attraverso incontri online con attori governativi e non governativi.

Secondo le statistiche fornite dalla polizia del Kosovo, il numero di vittime identificate di tratta è pari a 30 nel 2015, 36 nel 2016, 32 nel 2017, 15 nel 2018, 26 nel 2019 e 17 nel 2020, per un totale di 156 persone, un numero notevole, trattandosi solo delle vittime identificate, tuttavia in diminuzione rispetto alle 187 nel periodo oggetto del precedente report. La stragrande maggioranza (135) è composta da donne, vittime principalmente di sfruttamento sessuale. Per quanto riguarda le altre forme di sfruttamento, sono state identificate 31 vittime di tratta a scopo di lavoro forzato, 9 a scopo di schiavitù, 8 a scopo di accattonaggio e 2 per matrimoni forzati. La maggior parte delle vittime identificate (132) proviene dal Kosovo; il numero di vittime straniere identificate nel periodo 2015-2020 è pari a 24 (di cui 16 dall’Albania, 3 dalla Serbia, 2 dal Montenegro, 1 dalla Moldavia, 1 dalle Filippine e 1 dalla Repubblica Ceca), anche questo un dato rilevante per avere una “dimensione geografica” della gravità e della portata del fenomeno della tratta. La dimensione del problema resta quindi drammatica, come indica del resto anche il report del Dipartimento di Stato USA che ricorda che «il governo del Kosovo non soddisfa pienamente gli standard minimi per l’eliminazione della tratta, ma sta compiendo sforzi significativi. […] Il governo ha condannato meno trafficanti e i giudici hanno continuato a imporre condanne insufficienti ai trafficanti. A coloro i quali prestano i primi soccorsi manca una guida su come gestire e identificare in modo proattivo le vittime di accattonaggio forzato, in particolare i bambini. A causa della pandemia, l’Agenzia nazionale contro la tratta (NAATIP) non ha tenuto riunioni regolari e il governo non ha adottato la strategia e il piano d’azione nazionali anti-tratta 2020-2024».

Nel primo report, GRETA ha considerato che, allo scopo di preparare, monitorare e valutare le politiche anti-tratta, le autorità dovrebbero sviluppare un sistema statistico completo e coerente sulla tratta di esseri umani, compilando dati affidabili sulle misure per proteggere e promuovere i diritti delle vittime nonché sulle indagini inerenti ai casi di tratta. Le autorità dovrebbero, inoltre, condurre ricerche sulle questioni relative alla tratta, ricerche utili quale importante fonte di informazioni per la valutazione dei programmi, per il loro miglioramento, e per lo sviluppo di ulteriori misure politiche, con particolare attenzione, in Kosovo, alla tratta di donne, bambini/e e alla tratta a scopo di sfruttamento.

Nel suo report, pertanto, GRETA avanza una serie di proposte e di linee di intervento:

1. Circa lo sviluppo del quadro istituzionale

– le autorità dovrebbero, tra l’altro, impegnarsi nella creazione di una figura permanente di Coordinatore Nazionale.

2. Circa la formazione di professionisti specializzati

– pur accogliendo con favore gli sforzi delle autorità nella formazione di professionisti in merito alla tratta di esseri umani, si evidenzia che le autorità dovrebbero garantire che la formazione sia fornita su base continua e a tutti i professionisti interessati, con specifico, ma non esclusivo, riferimento al personale sanitario che lavora con i migranti e i richiedenti asilo.

3. Circa la raccolta dati e la ricerca

– allo scopo di attrezzare, monitorare e valutare le politiche anti-tratta, le autorità dovrebbero rafforzare gli sforzi per sviluppare e mantenere un sistema statistico completo e coerente sulla tratta, compilando dati statistici affidabili in merito alle misure per proteggere e per promuovere i diritti delle vittime e in merito alle indagini sui casi di traffico di esseri umani.

4. Circa le misure per aumentare la consapevolezza sul traffico di esseri umani

– pur accogliendo con favore gli sforzi per aumentare la consapevolezza sulla tratta presso l’opinione pubblica, come presso i gruppi obiettivo, si indica che le autorità dovrebbero adottare ulteriori misure per garantire che il pubblico, e in particolare i membri dei gruppi vulnerabili, siano adeguatamente informati del fenomeno della tratta e delle sue diverse forme, comprese l’accattonaggio forzato e la commissione forzata di reati, il matrimonio forzato e il prelievo di organi.

5. Circa le misure per prevenire la tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento

– osservando che negli ultimi quattro anni non c’è stata alcuna formazione sul traffico di esseri umani dedicata agli ispettori del lavoro, si esortano le autorità ad adottare misure per fornire tale formazione su base regolare e per garantirne la sostenibilità integrandola nei programmi di formazione per gli ispettori del lavoro.

6. Circa le misure per prevenire la tratta ai fini del prelievo di organi

– si evidenzia il fatto che andrebbe rafforzato il quadro giuridico e politico per prevenire la tratta a fini di prelievo di organi.

7 Infine, circa le misure per prevenire la tratta di bambini

– si evidenzia che andrebbero rafforzati gli sforzi nel campo della prevenzione della tratta dei bambini e delle bambine, formando e sensibilizzando, anche sui rischi legati all’uso di internet, e contrastando lo sfruttamento del lavoro minorile.

Il report è in: https://rm.coe.int/second-report-on-the-compliance-of-kosovo-with-the-standards-of-the-co/1680a418ee

Il report del Dipartimento di Stato USA è in: https://www.state.gov/reports/2021-trafficking-in-persons-report/kosovo

La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta alla tratta di esseri umani (in italiano) è in: https://rm.coe.int/168047cd70