Sconcertanti le parole di Lamorgese pronunciate a Rimini davanti ai giornalisti

Il messaggio è devastante, sottintende che in ogni città, in ogni luogo, nessuno si può sentire sicuro perché c’è un “negro” pazzo che ci può accoltellare.

E’ incredibile che così esplicitamente si dichiari l’inettitudine, l’incapacità, da parte di chi si deve occupare di sicurezza e ordine pubblico, di assolvere al proprio ruolo: la tutela dei cittadini.

E’ lampante la mancanza di competenza: sbalorditiva la mancanza di comprensione che repressione, coercizione e in taluni casi accanimento non garantiscono l’ordine pubblico, ma lo sovvertono.

E quello di Rimini è un esempio lampante del fallimento dell’ossessivo attenzionamento senza un apparente criterio, ma certamente – e lo vediamo – inefficace, che sempre più caratterizza l’attività delle autorità di pubblica sicurezza.

La Croce Rossa ha dichiarato di aver avvisato, via PEC, la Prefettura del caso di Somane Duula, ma non è stato fatto nulla.

In realtà non si vuole prendere atto del fatto che molte persone immigrate, dopo essere scampate ad un viaggio devastante, dopo una vita estremamente difficile qui in Italia, crollano psicologicamente e spesso psichicamente.

Non lo si vuole ammettere perché implica riconoscere dei diritti, ma la politica “in auge” sancisce che se sei un migrante “clandestino” non hai diritti di nessun tipo, neanche quello di usufruire dei diritti che la legge ti riconosce.

Una demagogia che allo stato dei fatti non funziona e che si ripercuote negativamente sulla cittadinanza e sulla pace sociale.

Lamorgese non dice che nel SAI (Sistema di Accoglienza Integrato) ci sono strutture apposite per persone con disagi di questo tipo, non dice che le Prefetture lo sanno benissimo (e ci mancherebbe altro) e non dice che i posti sono gravemente insufficienti, che andrebbero ampliati e di molto.

Continua invece ad affermare che sono i centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) che vanno aumentati, centri dove solo l’anno scorso più di 2000 persone sono state recluse senza aver commesso nessun reato penale e senza essere state rimpatriate, senza alcuno scopo quindi: semplicemente private della libertà.

Lamorgese non dice che il Testo Unico sull’Immigrazione, il Dlgs 286/98 all’art. 19 comma 1d-bis sancisce che a fronte di gravi condizioni psicofisiche le persone non possano essere rimpatriate, non dice che i CPR contribuiscono ad aumentare la morbilità psichiatrica, cosa che sanno tutti ma che gli organi dello Stato si ostinano a non voler ammettere, al punto che l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) non conduce studi epidemiologici sui CPR.

Questi immigrati, gravemente provati dalla sofferenza, devono per legge essere presi in carico in strutture adeguate, invece chi se ne deve occupare li lascia per strada a rischio della cittadinanza e in effetti sì, stante la situazione, sarebbe potuto accadere ovunque.

Grazie Ministra Lamorgese.