Questa storia è stata originariamente pubblicata [en] da Meta.mk, e ripubblicata qui con una versione modificata secondo un accordo per la condivisione dei contenuti tra Global Voices e Metamorphosis Foundation [en].

Per combattere gli incendi che stanno devastando la Macedonia del Nord, il governo ha mobilitato l’esercito, e da lunedì 3 agosto ha imposto un divieto di transito nelle aree interessate e su ogni territorio forestale, per evitare che nascano nuovi focolai e per tenere al sicuro la popolazione, dichiarando lo stato di emergenza nazionale. La situazione è simile anche in Turchia [en], Grecia e altri paesi dell’Europa meridionale, causata dall’ondata di caldo estivo.

L’incendio che la sera del 2 agosto ha devastato le aree attorno la città di Kočani [it] è stato portato sotto controllo la notte stessa, e completamente domato il giorno seguente [mk, come tutti i link a seguire, salvo diversa indicazione]:

L’incendio è stato domato, e Kočani per poco non ha condiviso il destino di questo cartello stradale! Fate attenzione, e sentiti ringraziamenti a tutti per il supporto e il sostegno! Col fuoco non si scherza!

Mentre le fiamme si avvicinavano alla città, sui social si è seminato il panico, con molti cittadini che chiedevano a gran voce l’intervento aereo per combattere le fiamme. Un annuncio del presidente Stevo Pendarovski [it] che ha spiegato come non sia possibile utilizzare elicotteri per domare incendi notturni, è stato successivamente utilizzato come propaganda politica per dipingere il governo come incompetente. Quelle voci razionali che cercavano di spiegare come fosse un pericolo per la sicurezza impiegare mezzi aerei in condizioni di scarsa visibilità in quella particolare circostanza, sono andate perdute in mezzo alla marea di “esperti di facebook”, creando sui social un groviglio di urla e opinioni, risoltosi solamente con l’impiego di mezzi aerei nella mattina seguente.

Jane Stefanov, pilota sportivo professionista e membro del Aeroclub Skopje [en], ha provato a spiegare in un tweet molto seguito:

Insistete nel volere che l’esercito utilizzi mezzi aerei di notte?  Perchè Tanto la strumentazione per vedere anche di notte ce l’hanno, come mai non la usano? Dovete rendervi conto che è un’operazione estremamente pericolosa per i piloti di giorno, figuriamoci di notte! Devono estrarre acqua da un lago completamente buio, per poi volare a bassissima quota su un terreno sconnesso. Non ci sono punti di salvataggio o checkpoints a cui fare ritorno in caso di errori!

In tutto il paese, sono molte le zone interessate da incendi non ancora sotto controllo. I focolai peggiori sono stati quelli di Kočani ad est, e nel comune settentrionale di Staro Nagoričane [it]. In entrambi i siti, oltre a molti ettari di foresta sono bruciati svariati veicoli, case e altre proprietà private.

Sempre in Staro Nagoričane è stato impiegato un elicottero  per proteggere il vicino sito archeologico di Kokino [en] che rischiava di essere raggiunto dalle fiamme. Nel frattempo in Kočani, molti gruppi di pompieri e dell’esercito sono stati mandati a combattere le fiamme con l’unità anti incendio di Kočani e la popolazione locale. Altri 1000 soldati e un altro elicottero rimangono in standby nelle basi militari, mentre altri distaccamenti dell’esercito sono impegnati contro le fiamme tra le città di Delčevo e Pehčevo.

Incendi sono stati registrati anche al Makedonski Brod [en] nella parte centrale del paese, e a Valandovo nel sud, vicino al confine con la Grecia.

Un altro incendio è stato alimentato da forti venti vicino la città di confine settentrionale di Gevgelija, minacciando hotel, casino, stazioni di rifornimento e il checkpoint di confine, la stazione di Bogorodica-Evzonoi [en], dove il traffico ha subito uno stop per svariate ore.

Durante i primi giorni, gli incendi sono stati tutti domati o tenuti sotto controllo senza che ci siano state vittime, e senza l’incenerimento di palazzi grazie agli sforzi delle autorità statali unite alle milizie di volontari e imprese locali.

Ciò nonostante, il 5 agosto è ancora dispersa una donna di un villaggio remoto di  Chelopek, in Staro Negorichane, e per via della testimonianza del marito, che afferma come ella sia rimasta nella loro casa circondata dalle fiamme, le speranze di trarla in salvo sono ormai poche. Al tempo della stesura di questo articolo, la polizia non ha ancora confermato la morte della donna, e le indagini sono ancora in corso.

Nel complesso, dal 3 al 5 agosto, il Centro Gestione Crisi ha  registrato rispettivamente circa 14 incendi attivi in tutta la regione della Macedonia del Nord il primo giorno,  11 il 4 agosto, composti da 3 nuovi focolai aggiuntisi ad 8 in corso, e nonostante molti siano stati domati e spenti, sono stati registrati 10 incendi il 5 agosto.

Per più di una settimana la Macedonia del nord è stata afflitta da una forte ondata di caldo caratterizzata non solo da elevate temperature da allerta arancione, che saranno presenti fino al 6 agosto, ma anche dalla carenza di piogge. I meteorologi hanno inoltre previsto che ci saranno nuovamente forti venti da ovest, particolarmente forti nella zona occidentale del Paese.

Nella giornata del 5 agosto, il governo ha dichiarato uno stato di crisi di 30 giorni, mobilitando tutte le istituzioni di rilievo competenti nella lotta alla prevenzione e spegnimento di qualsiasi rogo forestale.

Una ricerca fatta nel 2020 dell’organizzazione non governativa watchdog Center for Civil Communications ha rivelato che il corpo dei vigili del fuoco nella macedonia del nord sono fortemente sottofinanziati, con personale insufficiente, e che l’età media dei loro veicoli si aggira sui 28 anni, includendo camion costruiti nel 1966.

Il governo ha richiesto aiuto ai paesi limitrofi, e la Serbia ha risposto mandando 4 elicotteri. Il Meccanismo di protezione civile dell’Unione europea per l’aiuto contro le crisi [en] ha dispiegato vigili del fuoco dalla Slovenia e dalla Bulgaria.

Più forti insieme! Grazie al meccanismo europeo @ECHO, la Slovenia sta fornendo aiuto alla Macedonia del Nord nella lotta contro gli incendi. 16 veicoli e 46 pompieri sono già in viaggio per andare ad aiutare per una settimana i loro colleghi nella lotta contro le fiamme.

Il gioco delle colpe si riversa nei social network e nei media.

Partiti politici all’opposizione e il governo continuano a scambiarsi accuse su chi sia il responsabile per la scarsa capacità dello stato di far fronte a simili disastri naturali, mentre utenti su Twitter criticano alcuni politici accusandoli di strumentalizzare la vicenda per qualche scatto.

Sui social network, molti individuano il “fattore umano” come causa principale degli incendi.  Accuse relative a motivi commerciali puntano infatti il dito agli agricoltori che, dopo il raccolto,  bruciano la stoppia sui loro campi piuttosto che spendere solti per trasportare il tutto in discarica. Diversi di questi casi sono stati  perseguiti negli ultimi anni.

I soliti sospetti comprendono anche turisti presumibilmente negligenti che ignorano i divieti con i loro barbeque all’aperto.

Il disboscamento illelgale è un altro grande problema per la Macedonia del Nord [en], e ci sono accuse secondo le quali bande criminali brucino foreste per coprire le proprie tracce, o per sfruttare cavilli burocratici che consentirebbero di tagliare alberi in foreste bruciate. Un altro movente sarebbe la raccolta di particolari funghi che crescono dalla cenere generata dall’incendio.

La società macedone è estremamente polarizzata lungo le linee dei partiti, e sono nate teorie complottiste che sostengono che i roghi siano per la maggior parte dolosi con moventi politici alle spalle, come ad esempio una presunta volontà di rovinare la festa della repubblica [en] della Macedonia del 2 agosto, movente non ancora confermata dalle forze dell’ordine o ente giudiziario.

La crisi climatica qui…dalle inondazioni del 2016 [en] in Singelikj, Stajkovci, Smilkovci e Arachinovo agli incendi in Kochani, Staro Nagorichane e altri posti. Non c’è tempo da perdere. Devono essere adottate misure radicali contro i cambiamenti climatici. Non abbiamo idea di cosa ci aspetta tra 5 o 10 anni.

L’articolo originale può essere letto qui