Molti giovani ergastolani mi hanno raccontato che la prima cosa che hanno pensato quando hanno sentito di essere condannati all‘ergastolo è che non avrebbero più fatto l‘amore. Spesso questa constatazione è più dolorosa della perdita della stessa libertà. Effettivamente il valore dell‘amore e del sesso sono sinonimi di libertà. Il divieto di poter dare un bacio passionale per 10, 20, 30 anni, forse per sempre, alla compagna che si ama è devastante. Vedere alla televisione, persino nella pubblicità, lo scambio di carezze, di baci, e sentirsene esclusi per una parte della propria vita o per sempre, fa capire che non si fa più parte di questo mondo. Alcuni detenuti, gli ergastolani più degli altri, sia perché i ricordi sono lontani nel tempo, sia perché sono consapevoli che hanno buone probabilità di non fare più l‘amore con una donna, alla lunga, sotto un certo aspetto, diventano adolescenti e non si ricordano più come si fa. Dopo tanti anni, con una condanna a vita sulle spalle, si dimenticano delle loro esperienze passate, delle loro tenerezze e dell‘amore. I detenuti non hanno solo un forte desiderio del rapporto sessuale, ma anche della voce, del riso e delle lacrime di una donna; hanno un forte desiderio per la donna in sé stessa.

Ecco la nona testimonianza di un ergastolano:

Fine pena 9999, vedi ci prendono anche in giro, chi dice che in Italia non c’è la pena di morte si sbaglia, è una pena di morte lenta. Preferirei la morte subitanea, così i miei cari piangono qualche anno invece di piangere tutta la vita. La pena dell’ergastolo non permette il reinserimento del condannato, perché basta che dopo anni di prigione arrivi un’informazione della DIA di 20 anni prima e tutto quello che è stato costruito viene buttato via. L’ergastolo ostativo a mio parere ha dato qualcosa che la scienza non è riuscita a creare, cioè il moto perpetuo. Chi può dire che l’ergastolo non sia un moto perpetuo per chi ne è detentore? Visto che è questa pena che scandisce il tempo dei miei giorni. Questo moto perpetuo è soggettivo, ma vero. Da quando sono in carcere, ora venticinque anni, ho visto morire tanti ergastolani, per fortuna non vedrò morire me stesso perché sono già morto.