Sta volgendo a termine la raccolta fondi a favore di un’azione legale popolare in difesa dei millenari ulivi minacciati che la regione Puglia minaccia di abbattere.

Una devastazione per il paesaggio ma anche per l’ambiente e l’economia che ne deriva.

Accade che a causa dello smodato uso di pesticidi erbicidi utilizzati, il suolo è da considerarsi la minaccia principale del disseccamento che gli ulivi stanno subendo.

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che non esiste correlazione tra il disseccamento rapido degli olivi (CoDiRo) e la presenza del diagnosticato batterio Xilella fastidiosa (Xf).

Il Professor Paolo Maddalena e alcuni giuristi dell’Associazione “Attuare la Costituzione” hanno posto un’azione giuridica che si basa sul codice dell’ambiente (d.lgs.n.152/2006) il quale agli artt. 309/311, e seguenti, pone un possibile risoluzione.

La soluzione che si avanza è attraverso un ordine giudiziario che intimi e costringa il Ministero (ex Ambiente oggi della Transizione Ecologica) « … a dover compiere tutti quegli atti o piuttosto, a riprodurre gli effetti del ripristino della situazione antecedente al danno; in particolare, cioè a tener conto di tutti quegli adempimenti necessari affinché si vada verso la direzione che conduce al controllo del disseccamento aumentando, al contempo, la resilienza delle piante e dell’ambiente circostante. Allo scopo l’azione è corroborata da una perizia collegiale interdisciplinare …»

La soluzione che l’associazione ha adottato è in ricorso alle misure adottate dallo Stato e dalla Regione Puglia per la lotta al batterio che prevede l’abbattimento di migliaia di ulivi plurisecolari, l’obbligo dell’uso degli insetticidi e il divieto di reimpianto di piante autoctone.

L’abbattimento prevede che siano estirpati gli ulivi che risultano infetti, ma anche non, nel raggio di 50mt dalla pianta infetta. L’uso degli insetticidi per l’eliminazione della Xilella f. sono pericolosi e tossici sia per le acque che per gli insetti impollinatori e per gli animali selvatici. Il divieto di reimpianto prevede però una deroga per due varietà il leccino e un’altra, clonata, brevettata dal nome, che è tutto in programma, la “favolosa” (FS 17) adatta a impianti intensivi e superintensivi sostenuti da finanziamenti pubblici che lo stesso Ministero definisce come “sussidi ambientalmente dannosi”. Come non poteva essere così?

Riportiamo dal sito “Attuare la Costituzione”: «Quali sono gli scenari? L’implementazione di tali misure porterebbe da un lato alla “liberazione” del suolo dalla presenza di ulivi plurisecolari (precedentemente vietato da leggi nazionali e regionali) e del territorio dall’economia locale contraddistinta dalla piccola proprietà a conduzione familiare, dall’altro alla riorganizzazione del territorio e del suolo “liberato” che potrebbe così diventare così disponibile per nuovi impieghi in linea con le logiche e gli interessi imposti a livello istituzionale. Oggi, ad esempio, continua l’abbattimento di alberi plurisecolari e monumentali che vanno ad alimentare centrali a biomasse, mentre il suolo viene impiegato per impiantare oliveti superintensivi con varietà brevettate e si moltiplicano le richieste di autorizzazione per campi fotovoltaici, eolici e progetti per la costruzione di resort extralusso con annessi campi da golf! Lo scenario è la trasformazione delle campagne in campi agro-industriali ed energetici gestiti da grandi società del business»

L’azione prevede che: «I legittimati attivi a proporre l’azione sono le persone fisiche e le associazioni in ossequio alla cosiddetta “actio popularis” di stampo romano in quanto, cittadini ed interessati sono depositari dell’interesse collettivo previsto dalla Costituzione (art. 2), attraverso il quale è possibile richiedere il rispetto di un diritto fondamentale come facenti parte del “tutto” cioè della “collettività”». Pertanto sono legittimati a porre azione tutti i cittadini coltivatori e residenti delle Province interessate, le associazioni ambientaliste riconosciute».

Questo non toglie la possibilità che ogni cittadino possa darne sostegno, sapendo che i professionisti che la porteranno avanti la considerano a titolo gratuito e che le somme raccolte saranno accantonate e destinate esclusivamente per sostenere le spese vive del processo.

«In caso di raggiungimento della somma prefissata dal presente crowdfunding, e in caso di soccombenza ma senza condanna al pagamento delle spese, le somme raccolte saranno utilizzate esclusivamente in progetti per il ripristino delle funzioni vitali del suolo e il recupero degli ulivi secolari dissecati».

https://www.attuarelacostituzione.it/crowdfunding-processo-xylella-ulivi/