Molte delle vittime di reato sono contrarie alla pena di morte per motivi religiosi, etici, ecc. ma non lo sono per la pena dell‘ergastolo e non si capisce bene il perché. Le alternative sono due: o pensano che l‘ergastolo sia meno doloroso della pena di morte (probabilmente ci saranno eventuali motivi religiosi) o può essere il contrario, e cioè che con la pena di morte cessa la sofferenza della pena e quindi la vendetta. Premesso che la vendetta soggettiva – per esempio di un padre a cui è stata uccisa una figlia – va compresa, ma certamente non può essere capita la vendetta di Stato o di una società moderna.

Non è giustizia una vita per una vita, perché tenere una persona tutta la vita dentro una cella non serve a nessuno e molti ergastolani preferirebbero prendere il posto delle loro vittime nell‘aldilà. Perché l’ergastolo, lo ripeto, non è né meglio né peggio della pena di morte, è la stessa cosa… Sono, innanzi tutto, entrambi espressione di un concetto arcaico di giustizia, precedente alla nascita dello stato di diritto.

Ecco la settima testimonianza di un ergastolano:

L’ergastolo per me è la fine di tutto. Dire ergastolo sembra una cosa normale per chi non lo conosce, ma e un male incurabile per chi lo prova e ci vive ogni giorno. Non ci sono medicine o cure compassionevoli che possano guarire e alleviare la durezza della vita che ti resta da vivere. I giorni che affronti sono un grande impegno di sopravvivenza. Non puoi azzardarti a mettere in piedi un progetto perché nulla è possibile e realizzabile. Penso a questo perché mi trovo con una condanna all’ergastolo da un po’ di anni. In primo grado mi avevano dato trent’anni, ma purtroppo a chi non sa che cosa’è il carcere trent’anni sembravano pochi, come se trent’anni da scontare fossero un gioco da ragazzi. Trent’anni sono una generazione che cambia. Così mi hanno dato il massimo: l’ergastolo. Da quel giorno mi sento un morto che cammina, con i familiari la vita è diventata sempre più spenta, ho due figli meravigliosi che sono la mia forza, altrimenti non avrebbe nessun senso continuare a vivere. Penso che tra la pena di morte e l’ergastolo non ci sia differenza, l’unica differenza è che aspetti la morte, perché l’ergastolano è un deceduto vivo.