Nella pagina Facebook di SOS Mediterranee Italia si può seguire la drammatica ricostruzione dell’ennesimo salvataggio compiuto da una nave umanitaria, mentre le persone in fuga dalla Libia continuano a morire affogate, o vengono riportate nei lager da cui sono scappate dalla Guardia Costiera libica supportata dall’Unione Europea. Anche Sea Watch dà notizia dei salvataggi compiuti negli ultimi due giorni. 

Il 27 aprile la Ocean Viking ha soccorso 236 persone a bordo di due gommoni sovraffollati in pericolo in acque internazionali, a 32 miglia nautiche da Zawiyah, in Libia.  Diversi sopravvissuti sono deboli e disidratati ed ora si stanno pian piano riprendendo. Alcune donne hanno subito ustioni da carburante e inalato del fumo. A bordo sono presenti anche 114 minori non accompagnati.

Nelle prime ore del 28 aprile, la Ocean Viking ha ricevuto avvisi su due barche in difficoltà in acque internazionali al largo della Libia. Durante la ricerca, la nave ha assistito al respingimento di un gommone da parte della Guardia Costiera libica, che ci ha chiesto di cambiare rotta. Poco dopo, anche la seconda imbarcazione è stata intercettata.

I naufraghi sulla Ocean Viking hanno provato ansia e preoccupazione per queste persone: alcuni tra loro hanno già vissuto respingimenti. Queste pratiche della Guardia Costiera libica – supportata dall’Unione Europea – fanno sì che le persone intercettate non raggiungano un porto sicuro. E questo viola il diritto marittimo.

La Ocean Viking sta aspettando un porto sicuro per far sbarcare le 236 persone soccorse martedì.

Molte di loro – anche minori – hanno detto al nostro team medico di essere state picchiate e costrette dai trafficanti a imbarcarsi sul quel fragile gommone dal quale le abbiamo salvate. Loro non avrebbero voluto, non erano convinte: erano spaventati dalle onde e dalle cattive condizioni del mare. Questo è ciò che succede in Libia.

Secondo salvataggio della Sea-Watch 4, che questa mattina ha soccorso 77 persone fra cui 11 donne e un neonato. Le persone a bordo sono adesso 121, annuncia su Facebook la Ong tedesca.