A che punto è la Rivoluzione Cubana oggi? Quali sono le difficoltà che ha incontrato e quali sono le sue conquiste? Di questo ne parliamo con Marco Papacci, neo-Presidente dell’Associazione Nazionale d’Amicizia Italia-Cuba.

In questo anno di crisi sanitaria da Covid-19, Cuba si è distinta per la sua risposta al virus prima con l’Interferone Alfa 2B e poi con i vaccini pubblici. Questo grazie al socialismo? Quanto investe lo stato cubano nei piani economici e sociali?

Come puoi ben immaginare il bilancio statale per il 2020 è stato influenzato dalle tensioni finanziarie previste nel piano economico, principalmente a causa dell’intensificazione del blocco imposto dal governo degli Stati Uniti e delle sue misure extraterritoriali in particolare negli ultimi quattro anni sotto la Presidenza Trump. Tuttavia, Cuba ha garantito la sostenibilità dei servizi di base alla popolazione, secondo quanto ha affermato il ministro delle Finanze e dei Prezzi Meisi Bolaños Weiss in una sessione del Parlamento cubano. Secondo il Ministro le risorse finanziarie garantiranno la fornitura di servizi di base in materia di istruzione, salute, cultura, sport, servizi comunitari e la difesa del Paese, così come l’attuazione delle politiche sociali approvate, tra cui la continuità degli aumenti salariali nel settore di bilancio e le pensioni di sicurezza sociale. La raccolta di entrate per il bilancio è massimizzata, soprattutto quelle associate alla vendita di beni e servizi a causa dell’aumento del commercio al dettaglio e dei profitti aziendali. Vengono sostenuti gli investimenti materiali che rispondono ai programmi di sviluppo sociale ed economico, tra cui il programma di alloggi, le opere infrastrutturali, la difesa, l’educazione e la salute.

Il bilancio deve avere come premessa il risparmio. Le spese per settore di attività in bilancio si aggirano attorno ai 46.328.100.000 pesos cubani totali con: 12.740.200.000 pesos per la salute pubblica e assistenza sociale; 10.979.800.000 per l’educazione; 8.570.700.000 per amministrazione pubblica e difesa; 7.546.000.000 in sicurezza sociale; 2.131.100.000 in Cultura e Sport; 4.360.300.000 vari. Questi dati sono fonti del Ministero Finanza e Prezzi di Cuba

A fine anno si è scoperto che fondi dei Dipartimenti USA finanziano ancora ingentemente l’opposizione cubana di destra e i media “indipendenti” anti-castristi. A livello mondiale è ancora forte la demonizzazione di Cuba?

Sui nostri canali in particolare sulla pagina facebook dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba https://www.facebook.com/associazione.italiacuba abbiamo più volte denunciato il finanziamento da parte delle Agenzie americane come la USAID e la NED non solo nei confronti dei media indipendenti con sede negli Stati Uniti, ma anche all’interno della stessa isola o in altri paesi europei, come la Spagna, la Polonia, l’Olanda e a qualche gruppuscolo anche qui in Italia. Non possiamo dire che c’è una forte demonizazzione di Cuba, ma possiamo affermare che sono pochi ma forti. Sono spalleggiati da grandi fondi e quindi possono “lavorare” su diversi canali, soprattutto sui social. In risposta a questi pochi ma agguerriti mercenari (uso questo termine pesante, perché è un dato di fatto che sono pagati per farlo), nel mondo esiste un grandissimo movimento di solidarietà con Cuba e la sua Rivoluzione. Qualche settimana fa, l’ICAP (Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli) ha lanciato un appello chiedendo di manifestare in tutto il mondo con una carovana. Nelle strade dei cinque continenti si sono viste caroselli di auto, bici, moto, gente a piedi che hanno esposto bandiere cubane e manifesti dove si chiedeva la fine del criminale e inumano blocco che da 60 anni colpisce Cuba e la sua popolazione. Il mondo ha potuto conoscere ancora meglio la solidarietà di Cuba quando il suo governo ha inviato nel mondo le sue brigate mediche per aiutare la lotta contro la pandemia da Covid-19.

Parliamo della nascita del Movimento San Isidro. Quali nuove caratteristiche ha questa operazione di destabilizzazione contro la Rivoluzione Cubana rispetto agli altri tentati golpe che Cuba socialista ha superato?

Lorenzo, veramente vuoi farmi perdere tempo a parlare di del Movimento San Isidro? Scusa se rido. Su questa risposta te ne concedo poco. Fargli pubblicità parlandone, a mio modesto parere è un errore. Il cosiddetto collettivo di San Isidro a Cuba è davvero un movimento composto da artisti mossi dalla richiesta di una maggiore ‘libertà di espressione’? Possiamo affermare senza tema di smentite che si tratta di un nuovo tentativo di destabilizzazione contro l’Isola socialista che eroicamente resiste dall’ormai lontano 1959 agli assalti dell’imperialismo statunitense.

Quanto accaduto a Cuba va oltre la semplice protesta di artisti e intellettuali. Nella notte di giovedì 26 novembre 2020, la polizia cubana ha sgomberato 14 giovani, 6 dei quali avevano fatto uno “sciopero della fame”, anche se poi si è scoperto che avevano una buona riserva di cibo. Loro stessi, nei video che proiettavano, si sono dimenticati di togliere le immagini. Una settimana prima c’era stato un sit-in per chiedere la liberazione del rapper Denis Solís González, uno dei membri del cosiddetto Movimento San Isidro (MSI). Secondo i media mainstream, i servizi di social networking, che sono il principale canale di comunicazione utilizzato da questo e altri gruppi, sono stati temporaneamente sospesi sull’isola durante l’operazione di polizia. Il sito web Razones de Cuba ha indicato che si trattava di un’azione delle autorità sanitarie cubane per certificare la violazione del protocollo sanitario per i viaggiatori internazionali a causa della pandemia Covid-19.

Tale violazione è stata commessa da un cittadino cubano con residenza messicana di nome Carlos Manuel Álvarez Rodríguez che, dopo essere entrato a Cuba attraverso l’aeroporto internazionale José Martí e aver dichiarato un altro indirizzo in cui avrebbe alloggiato, ha deciso di trasferirsi in quella casa. Di fronte al rifiuto di rispettare le misure preventive che vengono applicate alle persone provenienti dall’estero, la Polizia Nazionale Rivoluzionaria ha provveduto allo sgombero delle persone sul posto: come sarebbe accaduto in qualsiasi paese del mondo. Ma chi è questo rapper Solís González? Arrestato il 9 novembre, il giorno 11 viene condannato a otto mesi di carcere per il reato di oltraggio. Si tratta del membro di questo fantomatico Movimento San Isidro ripreso in un video mentre insultava un agente di polizia che era andato a convocarlo personalmente presso la sua residenza. Solís González non è un nome nuovo per le forze dell’ordine cubane. Aveva già ricevuto diverse sanzioni amministrative e due ammonimenti ufficiali per molestie al turismo. L’attivista ha inoltre gridato a squarcia gola che Trump è il suo presidente, accettando le accuse senza prestare alcun ricorso. Si tratta di delinquenti al soldo della controrivoluzione, finanziati e pagati dalla NED e dall’USAID. Insomma, chiamiamoli con il nome giusto: MERCENARI. A Cuba non li conosce nessuno, non hanno nessun seguito. È tutto fumo e niente arrosto: la solita campagna orchestrata a Washington. È un movimento di soldi più che di gente.

Cuba permetterà la circolazione della doppia valuta. In questi anni sui media mainstream e sui quotidiani nazionali si è detto che Cuba sta per abbandonare il socialismo aprendosi ad attività private. Qualche mese fa le grandi testate giornalistiche hanno scritto che Cuba dirà addio alla Rivoluzione aprendo alle imprese private. Di cosa si tratta?

All’inizio del nuovo anno è arrivata la riforma economica che danni si annunciava. Il presidente cubano Miguel Díaz-Cane ha annunciato l’unificazione delle monete, che, dal primo gennaio, non sono più due, ma resterà solo il peso cubano (CUP) con un cambio fisso di 24 pesos per dollaro Usa, mentre il CUC, introdotto nel 1994, verrà eliminato. Attualmente il cambio delle due monete era teoricamente di 1 a 1 con il dollaro, ma per la popolazione servivano 25 CUC per avere un dollaro. I cubani finora ricevevano gli stipendi e potevano acquistare prodotti utilizzando il peso cubano mentre, in teoria, il CUC era utilizzato solo nel settore turistico dagli stranieri.

La penuria di generi alimentari e altri prodotti, ha obbligato la popolazione ad andare a comprare nei negozi frequentati dai turisti, dove era possibile trovare quello che non era reperibile nelle loro rivendite, utilizzando il CUC, chiaramente con un minore potere di acquisto, visto il cambio.

Sicuramente le cose non si modificheranno molto dal lato pratico, ma sarà sicuramente più semplice verificare lo stato dell’economia nazionale utilizzando una sola moneta nella contabilità statale, anziché contabilizzare certe cose con una moneta ed altre con un’altra. Sono decenni che si legge delle difficoltà dell’economia cubana, dovuta principalmente al blocco imposto dagli Stati Uniti, in parte compensato, prima dagli aiuti dell’Unione Sovietica e poi, dopo il suo dissolvimento, della Cina ma, soprattutto, del Venezuela chavista.

Il vero motore che ha permesso a Cuba di sopravvivere è sempre stato il turismo, sia per tutto l’indotto che ne deriva ma anche grazie, dopo le aperture al settore privato avvenute da circa dieci anni a questa parte, alle entrate di coloro che ospitano i turisti nelle loro “casas particulares” o nei loro ristoranti (paladar).

Tutte queste erano fonti importanti di guadagno, tanto che è facilmente riscontrabile un livello di vita medio più alto nelle zone turistiche, piuttosto che nelle zone più interne, dove il turismo è solo di passaggio. Ma il Covid quest’anno ha distrutto totalmente questa entrata e la situazione è ora veramente difficile.

Il provvedimento monetario annunciato dal Presidente viene accompagnato da altre riforme economiche come quella dei salari e delle pensioni, di cui i cubani verranno informati, come su ogni altra misura economica intrapresa, e ne verranno ascoltati i suggerimenti. Questo è molto importante e sta alla base del rapporto Stato-cittadini.

Essere riusciti a garantire l’accesso gratuito all’assistenza sanitaria e all’istruzione sono i grandi meriti della Rivoluzione Cubana, nonostante le centinaia di provvedimenti che sotto l’Amministrazione di Donald Trump hanno inasprito il Blocco contro l’Isola. La nuova riforma ha ampliato il numero delle professioni che possono essere svolte in forma privata portandole ad oltre 2000. Restano comunque in mano allo Stato l’istruzione e la sanità in tutte le sue declinazioni.

Con questa riforma si è voluto in primo luogo contrastare con i fatti quelle notizie che giungono da coloro che vedono nella Rivoluzione e nello Stato un ostacolo alla propria libertà imprenditoriale, smentendo il luogo comune che lo stato non permette alle persone di svolgere il lavoro che desidera in forma privata. Tale affermazione propagandata ed amplificata dai social controrivoluzionari a stelle e strisce tenta di creare, in quell’opinione pubblica cubana poco attenta alle conquiste sociali della Rivoluzione, la convinzione che bisogna cambiare forma di governo abbandonando il socialismo. Queste persone pensano che occorra abbandonarsi alle luci incantate di un capitalismo selvaggio come quello che vivono i loro parenti emigrati negli Stati Uniti e che sui social non perdono occasione per accusare il governo cubano di essere la causa dei problemi dell’isola. Adesso lo Stato concede a chiunque di svolgere il lavoro che vuole sempre rispettando determinate norme. Altra importante riforma approvata ed entrata in vigore dall’inizio del nuovo anno è quella che aumenta notevolmente il salario dei lavoratori pubblici. Una timida riforma salariale era già stata fatta nel giugno 2019 ma questa è molto più radicale: i salari saranno elevati di 4,5 volte. Il salario minimo sarà di 2.100 pesos ed il più alto arriverà alla somma di 9.510 pesos.

Ultima in senso temporale è invece la riforma del lavoro in proprio, ovvero il cuentapropismo, così come è chiamata a Cuba l’attività privata. Ufficialmente esiste ormai da quasi dieci anni ed ha subito varie riforme per correggere gli errori che nel tempo hanno portato questi tipi di lavoratori ad essere una categoria privilegiata. Possiamo affermare senza ombra di dubbio che questa rivoluzione monetaria è una rivoluzione all’interno della rivoluzione, nonostante il persistere del blocco e delle difficoltà tremende causate dalla Covid-19.

Il 29 ottobre 2016 il Rapporto WWF ha sancito Cuba come l’unico paese al mondo che soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere quelli delle generazioni future. A che punto è lo sviluppo sostenibile a Cuba? 

All’Avana la sfida è aperta. Nonostante l’embargo da parte degli Stati Uniti che ha fatto scivolare il Paese, negli ultimi anni, dentro la crisi economica più grave dopo la caduta dell’URSS – 190 sanzioni decise da Trump per strangolare la produzione e abbattere il Paese socialista – Cuba va avanti. Il bloqueo economico, commerciale e finanziario rallenta fortemente lo sviluppo di tutte le potenzialità economiche del Paese in particolare l’attuazione del Piano Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale (PNDES) che si propone, nell’ambito dell’Agenda 2030 di sostenere i processi di decentramento amministrativo, il rafforzamento delle competenze e delle capacità locali e territoriali in tema di pianificazione, gestione dello sviluppo economico sociale e il sostegno diretto a iniziative socio-economiche innovative. Nonostante le gravi difficoltà economiche il Paese ha approvato la nuova Costituzione i cui valori restano quelli “rivoluzionari” ampliati dall’esigenza di modernizzare il Paese e attuare, nei prossimi anni, il primo modello di economia sociale in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Non è a tutti noto che Cuba è l’unico Paese al mondo “sostenibile”! Fidel in un suo celebre discorso diceva: “La pressione demografica e la povertà conducono a sforzi disperati per sopravvivere, anche a scapito della Natura. Paesi del Terzo Mondo, colonie di ieri, sono sfruttate e saccheggiate da un ingiusto ordine economico internazionale…”

Secondo l’indice HDI acronimo di Human Development Index utilizzato dal 1990 dalle Nazioni Unite e l’SDI  Sustainable Development Index dall’antropologo Jason Nickel, Cuba risulta al primo posto nella classifica dei Paesi che hanno adottato politiche di sostenibilità in ambito economico, sociale e ambientale. Gli Stati Uniti sono posizionati al 159esimo posto mentre il Regno Unito è al 131esimo. Cuba è il primo Paese al mondo con il più alto Indice di Sviluppo Umano.

La condizione economica di Cuba a partire dagli anni ’90 ha costretto il governo ad incentivare l’agricoltura biologica, riorganizzare l’uso delle coltivazioni per evitare la monocultura e utilizzare meno i mezzi meccanizzati, sviluppare una maggiore efficienza energetica e un uso razionale delle risorse. Di fronte al blocco economico, Cuba ha deciso di prendere una direzione precisa adottando una politica basata sul «porre le persone al centro dello sviluppo e collegare la giustizia sociale alla protezione ambientale»La nuova Costituzione parla chiaramente di sviluppo sostenibile e ambientale: « La Repubblica di Cuba […] promuove la protezione e la conservazione dell’ambiente e per affrontare il cambiamento climatico, che minaccia la sopravvivenza della specie umana, sulla base del riconoscimento di responsabilità comuni, ma differenziate; l’istituzione di un ordine economico internazionale giusto ed equo e l’eradicazione di modelli irrazionali di produzione e di consumo. » (Articolo 16).

«Tutte le persone hanno diritto a godere di un ambiente sano ed equilibrato. Lo Stato protegge l’ambiente e le risorse naturali del paese. Riconosce il suo stretto legame con lo sviluppo sostenibile dell’economia e della società per rendere più razionale la vita umana e garantire la sopravvivenza, il benessere e la sicurezza delle generazioni presenti e future.» (Articolo 75).

Cuba è stata tra i primi Paesi a impegnarsi nell’Agenda 2030 fin dal settembre 2015 e il governo rivoluzionario cubano e le Nazioni Unite hanno firmato, nell’agosto dello scorso anno, il terzo accordo di cooperazione per il periodo 2020-2024 che regolerà il supporto fornito dalle Nazioni Unite attraverso le sue agenzie, fondi e programmi nell’attuazione dell’Agenda 2030 e dei suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sull’Isola. Questo in linea con il Piano Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale approvato dal governo cubano. Lo strumento promuoverà e sosterrà i processi di rafforzamento dello sviluppo territoriale, del sistema statistico nazionale, della partecipazione sociale e della trasformazione produttiva, delle filiere produttive in settori strategici, dei sistemi agroalimentari, del lavoro, del finanziamento allo sviluppo, della scienza, della tecnologia e della innovazione e cooperazione Sud-Sud. Inoltre, perseguirà gli obiettivi di sostenibilità ambientale e gestione del rischio, equo sviluppo umano, sostegno alla qualità e sostenibilità dei servizi sociali e culturali, sistemi di protezione e cura.

L’Associazione Nazionale compirà nei prossimi giorni i suoi 60 anni. Quale ruolo ha avuto fino ad oggi e quale continua ad avere?

Caro Lorenzo, grazie per questa domanda. Permettimi di ringraziare che mi ha preceduto in questo importante incarico. Il primo presidente storico Arnaldo Cambiaghi, Roberto Foresti (entrambi scomparsi). Il compagno Sergio Marinoni e la compagna Irma Dioli che sotto la loro presidenza ho ricoperto il ruolo di vice presidente. Voglio ringraziare anche chi mi ha fatto conoscere l’ANAIC, il compagno Roberto Casella oggi segretario del circolo Granma di Celle ligure (SV).

Nasciamo nel 1961 nel momento in cui la giovane rivoluzione cubana viene aggredita alla Baia dei Porci con una tentativo di invasione da parte di un migliaio di mercenari pagati e finanziati dalla CIA sotto la guida del presidente Kennedy. Migliaia di italiani scesero in piazza a manifestare contro chi stava cercando di distruggere quella esperienza rivoluzionaria. Da quelle manifestazioni spontanee nacquero i primi nuclei della futura Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. In tutti questi anni ci siamo sempre battuti contro il Blocco, partecipando a brigate di solidarietà con Cuba, rafforzando i legami con l’isola grazie ai rapporti con l’ICAP Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli. Abbiamo finanziato decine e decini di progetti in vari campi, sociali, culturali, sportivi, etc etc. Nel terribile Periodo Especial, subito dopo la caduta dei paesi dell’Est abbiamo inviato a Cuba, centinaia di container per cercare di alleviare la mancanza di materie prime per la popolazione. La solidarietà politica in questi 60 anni non è mai mancata. La campagna per la liberazione del niño Elian sequestrato negli Stati Uniti cosi come la lunga battaglia per la liberazione dei Cinque ci ha visti tra i maggiori protagonisti nel mondo della solidarietà. In questi ultimi anni abbiamo finanziato vari progetti nel campo sanitario insieme alla Ong MediCuba-Europa. Possiamo orgogliosamente dire che grazie alla brillante idea della ex presidente Irma Dioli, siamo riusciti a far arrivare in Italia le brigate mediche per aiutare i nostri medici nella battaglia contro il Covid-19. Quale miglior modo di aprire una breccia nel Blocco? In meno di un anno abbiamo raccolto oltre 80 mila euro per tre progetti. Finanziamento all’IPK(già concluso), all’Istituto per i vaccini FINLAY e la raccolta di fondi per acquistare medicinali antitumorali pediatrici ancora aperti. Il 23 aprile prossimo celebreremo con una iniziativa online il nostro 60 compleanno. Ci saranno tantissimi ospiti importanti da Cuba e dall’Italia. Si potrà vedere sui nostri canali:

https://www.youtube.com/channel/UCMx9GV7c0FJ2-m_4Xr3HY7A

https://www.facebook.com/associazione.italiacuba

Il ruolo dell’ANAIC oggi è quello di far conoscere la verità su Cuba, di continuare a lottare contro il Blocco, di far conoscere le conquiste della Rivoluzione e di cercare di creare progetti di cooperazione e solidarietà con l’Isola.

Oggi siamo radicati su tutto il territorio nazionale con 68 circoli e oltre 3.000 iscritti.