Conosco Antonio Panella da più di trent’anni, da quando eravamo ragazzi. Insieme a tante e tanti altri, montammo durante la Pantera la Commissione Creativa. Facevamo azioni teatrali e tanto altro ancora durante l’occupazione della Statale di Milano e proseguimmo per due anni. Antonio ha continuato a lavorare in questo ambito. Bravissimo, una grande umanità.

Oggi, domenica 18 aprile, mi telefona: “Andrea, si riparte: martedì 20 dopo più di un anno fermi torniamo all’ospedale Sant’Andrea di La Spezia. Si riparte. Torna il dottor Sogni. Ci hanno autorizzato!”.

Fra i tanti lavori che fa e per i quali corre e corre, da anni lavora negli ospedali per la fondazione Theodora, di origine svizzera, che ha progetti in tanti ospedali italiani. In pediatrie, in oncologie e in questo caso (a Spezia) anche in ostetricia e patologia neonatale.

Ci aveva già raccontato la sua attività e ora mi spiega meglio. “Durante quest’anno ci siamo inventati vari modi per non lasciare sole quelle famiglie, quei bimbi. Sull’onda di Gianni Rodari leggevamo fiabe al telefono, ma per davvero! Le famiglie si prenotavano e noi leggevamo una fiaba, oppure organizzavamo un video incontro e così si riusciva a essere comunque vicini. Non è stato facile. Bisogna avere grandi “sensori” per capire quello che succede in una stanza d’ospedale ed entrarci in video è stato ancora più difficile. Ma certi fiori nel deserto sono ancora più preziosi, o almeno avevamo questa sensazione. Abbiamo messo anche tanti video in rete. I ritorni c’erano, tanto che anche se si riprenderà in presenza, manterremo vivi i canali che abbiamo aperto.

Abbiamo fatto un audio-libro di fiabe di Emanuela Bussolati lette da brave attrici (Margherita Buy, Lella Costa, Giulia Lazzarini, Rita Pelusio…) ma anche da infermiere del reparto. Si vendeva on-line, ma per le famiglie in ospedale era tutto gratuito. Ora siamo emozionati; il nostro rientro in ospedale è un importante riconoscimento. I dottori hanno insistito sull’importanza del nostro lavoro. Speriamo che sia solo l’inizio e che si possa ritornare in tutti gli ospedali. Torniamo in due, come al solito, in punta di piedi, commossi…”

Questa fondazione non è l’unica che in Italia ha questi preziosi progetti negli ospedali, ma se volete maggiori informazioni le trovate nel loro sito.