“Dobbiamo continuare a chiedere la liberazione di Patrick Zaki, perché possa tornare libero e proseguire i suoi studi a Bologna”.

La pandemia “ci ha dimostrato che abbiamo bisogno di più cooperazione e più pace. Speriamo che il mondo del 2021 faccia passi più decisi in questa direzione smettendo, ad esempio, di vendere armi a Paesi che sono impegnati in conflitti“. Questo vale anche per “il nostro Paese, a partire dall’Egitto che in questi giorni mostra la sua totale refrattarietà a fare piena verità e giustizia su quanto accaduto a Giulio Regeni“. Lo ha affermato la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, partecipando ieri alla sesta Marcia della pace e dell’accoglienza di Bologna: edizione che questa volta si è dovuta svolgere in streaming, tramite una staffetta di interventi realizzata con la collaborazione dell’agenzia ‘Dire’.

Hanno ragione i genitori di Regeni, in questi giorni – continua Schlein – a indignarsi e anche a procedere per non vedere più atteggiamenti ipocriti rispetto a quanto accaduto quando si parla di vendita di armi”. Claudio e Paola Regeni, infatti, hanno annunciato un esposto contro il governo italiano.

Allo stesso tempo, aggiunge la vicepresidente dell’Emilia-Romagna, “dobbiamo continuare a chiedere la liberazione di Patrick Zaki, perché possa tornare libero e proseguire i suoi studi a Bologna”. Città che “quest’anno non si dimenticherà di Zaki, né si dimenticherà della giustizia necessaria in nome di Regeni”, dichiara il sindaco Virginio Merola, nel corso della stessa iniziativa: “Si tratta anche di costruire tanti episodi di diplomazia dal basso. Io auguro questo alla mia comunità, che ci ha largamente predisposto per questo cammino”.

 

L’articolo originale può essere letto qui