Al vaglio la depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza entro la 14esima settimana, che ad oggi è permessa solo in presenza di tre condizioni: rischio di vita per la madre, malformazioni del feto con possibili conseguenze letali o gravidanza a seguito di una violenza sessuale.

Il Congresso cileno inizia a dibattere su un disegno di legge che prevede la depenalizzazione dell’aborto volontario entro la 14esima settimana. A oggi l’ordinamento cileno permette l’interruzione di gravidanza in base a una legge del 2017, che lo contempla solo in presenza di tre condizioni: rischio di vita per la madre; malformazioni del feto con possibili conseguenze letali; gravidanza a seguito di una violenza sessuale.

Il progetto di provvedimento è arrivato al Congresso nel 2018 e inizierà a essere esaminato oggi dalla Comision de mujeres y equidad de genero. A dare un impulso decisivo all’avvio della presa in carico della bozza, si legge sul portale online dell’emittente radiofonica Radio Universidad de Chile, la legalizzazione dell’aborto approvata il mese scorso dal parlamento della vicina Argentina.

La presidente della Commissione, la deputata della formazione di sinistra Revolucion Democratica, Maite Orsini Pascal, ha detto alla stampa locale di essersi “messa a disposizione delle organizzazioni femministe che hanno dedicato la loro vita alla lotta per un aborto libero e sicuro per tutte”. L’inizio del dibattito al Congresso è stato accolto con soddisfazione dalle associazioni in difesa dei diritti delle donne. Numerose organizzazioni hanno rilanciato la notizia sui social, annunciando la “lunga battaglia” che comincia oggi verso la legalizzazione. A caratterizzare il movimento cileno, così come in Argentina e in tutto il Sudamerica, il colore verde.

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