Brescia, Bergamo, Vicenza e Saranno (VA) sono tra le prime dieci città in Europa dove si muore di eccesso di polveri sottili, le PM2.5 che presentano un’«alta capacità di penetrazione nelle vie respiratorie» come spiega l’Ispra nell’annuario dei dati ambientali. A Brescia, in particolare, le polveri sottili sono responsabili del 15 per cento delle morti naturali. A ribadire la gravità della situazione, dopo il recente rapporto 2020 dell’Agenzia europea dell’Ambiente, arriva uno studio pubblicato il 19 gennaio sulla rivista scientifica Lancet Planet Health 2021, il primo paper a stimare il numero di morti premature o in eccesso legate all’inquinamento atmosferico in circa un migliaio di città europee. È il risultato di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona, CIBER Epidemiología y Salud Pública di Madrid e del Tropical and Public Health Institute svizzero, pubblicato su The Lancet Planetary Health e finanziato dal Ministero per l’Innovazione spagnolo e dal Global Health Institute.

Brescia è la città dov’è più alto il danno che può essere attribuito al particolato sottile e quindi anche quella dove rientrare nei parametri dell’OMS garantirebbe di ridurre l’eccesso di mortalità. È l’area metropolitana di Madrid, invece, quella dov’è più forte il problema legato al biossido di azoto, che causa il 7% delle morti premature. Applicando le linee guida Oms sul PM2.5 a Brescia potrebbero essere evitati 232 morti l’anno e a Bergamo 137. Facendo lo stesso con l’NO2 a Torino ci sarebbero 34 decessi in meno e a Milano 103.

Lo studio analizza anche la mortalità da biossido di azoto (NO2), con Madrid la città con maggior numero di decessi in Europa, e Torino e Milano rispettivamente al terzo e al quinto posto. I risultati mostrano che 51mila morti premature da PM2,5 e 900 da NO2 potrebbero essere evitate ogni anno, se queste città riducessero i due inquinanti ai livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

«I nostri risultati ci dicono che una numero significativo di morti premature nelle città europee potrebbero essere evitate ogni anno diminuendo la concentrazione nell’aria dei maggiori inquinamenti all’interno dei parametri stabiliti nelle linee guida dell’Organizzazione mondiale della Organizzazione mondiale della Sanità» spiega lo studio pubblicato da Lancet.

I dati per ogni città sono consultabili sul sito www.isglobalranking.org.