Bill Gates, quarta persona più ricca del mondo, ha silenziosamente accumulato 242mila acri di terreni agricoli in tutti gli Stati Uniti. Abbastanza per fare di lui il più grande proprietario agricolo privato d’America.

Da anni uscivano notizie secondo cui il fondatore di Microsoft stava acquistando terreni in Florida e lo stato di Washington, ma ora The Land Report ha rivelato che Gates, il cui patrimonio è di quasi 121 miliardi di dollari secondo le stime di Forbes, ha costruito un gigantesco portafoglio di terreni agricoli sparsi in 18 stati. I suoi più grandi possedimenti sono in Louisiana (69.071 acri), Arkansas (47.927 acri), Nebraska (20.588 acri) ed ha una partecipazione in 25.750 acri in fase di trasformazione a ovest di Phoenix, in Arizona, che diventeranno un nuovo sobborgo.

Secondo la ricerca di The Land Report, Gates possiede i terreni direttamente e o via enti terzi tramite Cascade Investments, il veicolo di investimento personale di Gates. Altri investimenti di Cascade comprendono Ecolab, una società che si occupa di sicurezza alimentare, Vroom, un rivenditore di auto usate, la compagnia ferroviaria Canadian National Railway e la Cottonwood Ag Management, una sussidiaria di Cascade, è membro di Leading Harvest, un’organizzazione no-profit che promuove le politiche di “agricoltura sostenibile” che danno la priorità alla protezione dei raccolti, del suolo e delle risorse idriche.

Organizzazioni e società che si coprono di filantropia per aprire altri mercati e che rientrano nel contesto neoliberista delle politiche di aggiustamento post-strutturale che hanno lasciato atrofizzati gli stati del Sud del mondo, della costante diminuzione dei fondi delle istituzioni internazionali dopo la fine della Guerra Fredda nel Nord del mondo, in cui la porta è stata lasciata spalancata alla ‘generosità’ di Gates per rinvigorire la scena internazionale e spegnere la sete di capitali tanto necessari. Una strategia di sviluppo basata su un consenso imposto in modo aggressivo, attraverso un’influenza diretta su tutti gli attori del colosso dello sviluppo globale comprese istituzioni internazionali, università e centri scientifici e di ricerca internazionali, società private, Stati e sulla mentalità che qualsiasi problema può (e deve unicamente) essere risolto attraverso la tecnologia, l’innovazione, l’ingegneria e le regole del mercato privato. Questo vale per tutte le aree toccate dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, da settori come l’alimentazione e l’agricoltura, alla salute, ai cambiamenti climatici, all’istruzione e ai media.

Può forse sorprendere infatti che un miliardario della tecnologia sia anche il più grande proprietario di terreni agricoli degli Stati Uniti, ma non si tratta della prima incursione di Gates nell’agricoltura. Nel 2008, la Bill and Melinda Gates Foundation annunciò sovvenzioni per 306 milioni di dollari per promuovere “l’agricoltura sostenibile ad alto rendimento” tra i piccoli coltivatori dell’Africa subasahariana e dell’Asia meridionale attraverso quella che è passata alla storia come la “rivoluzione verde”, un progetto distopico nato nel 2007 grazie ai profitti generati dalla bolla speculativa immobiliare in cui l’imprenditore Warren Buffet fu in grado di mettere al sicuro diversi milioni di dollari in una nuova iniziativa lanciata dalla Fondazione Bill e Melinda Gates insieme alla Fondazione Rockefeller: l’Alleanza per la Rivoluzione Verde in Africa o Agra. Gates, insieme alle aziende private, ha lavorato per ridefinire completamente tutti i livelli del sistema alimentare africano in favore della chimica, dei monopoli agroalimentari, degli Ogm e dell’agricoltura digitale, facendo leva sull’assunto secondo il quale l’Africa sarebbe “indietro” dal punto di vista dello sviluppo a causa di un accesso insufficiente alla tecnologia. Una scusante per poter imporre il suo controllo e, come direbbe Vandana Shiva, “l’imperialismo alimentare”.

Infatti la fondazione ha compiuto ulteriori investimenti nello sviluppo e nella diffusione delle “supercolture resistenti ai cambiamenti climatici” e di “vacche da latte ad alto rendimento”. Lo scorso anno, l’organizzazione ha annunciato la nascita di Gates Ag One, un’organizzazione dedita alle frontiere dei “cibo sintetico”.

Non è del tutto chiaro come vengano utilizzati i terreni di Gates, o se una frazione venga messa da parte la conservazione, poiché Cascade non ha risposto alla richiesta di commenti di Forbes.

Gates non è il solo miliardario presente nella classifica di The Land Report dei più grandi proprietari di terreni agricoli privati d’America. I cofondatori di Wonderful Company, Stewart e Lynda Resnick (patrimonio: 7,1 miliardi di dollari), sono al terzo posto, con 190mila acri e i loro terreni producono beni utilizzati dai loro brand, come POM Wonderful, Wonderful Pistachios e i mandarini Wonderful Halos.

Secondo Forbes però, Gates non è affatto il più grande proprietario di terreni al mondo perché, secondo la classifica di The Land Report, tra i primi 100 proprietari terrieri d’America c’è il presidente di Liberty Media, John Malone, che possiede 2,2 milioni di acri di ranch e foreste; Il fondatore della Cnn, Ted Turner, è terzo, con due milioni di acri di ranch suddivisi tra 8 Stati; e l’amministratore delegato di Amazon, Jeff Bezos, che, al 25esimo posto in classifica, con i suoi 420mila acri, concentrati perlopiù nel Texas occidentale, sta compiendo investimenti su larga scala in terreni.

Fonti:

https://forbes.it/2021/01/15/bill-gates-diventato-grande-agricoltore-america/#

https://navdanyainternational.org/wp-content/uploads/2020/11/ITA-Report-Synthesis-Gates-to-a-Global-Empire.pdf

https://navdanyainternational.org/it/publications/sintesi-del-rapporto-gates-to-a-global-empire/

https://landreport.com/americas-100-largest-landowners/