La famosa frase di Machiavelli è stata spesso usata per sottolineare il cinismo dei potenti, giustificare la dispensa dell’etica a favore del risultato.

Salvare vite, liberare gli ospedali, tranquillizzare la gente, fare riprendere l’economia sono indubbiamente risultati straordinari, come costruire grattacieli, computer quantici e stazioni spaziali.

Vaccinarsi è un atto di amore e solidarietà, ripetono gli esperti e i governanti, personalmente non riesco a risuonare con queste parole e mi chiedo se non dovrei forse sentirmi in colpa.

C’è però una voce forte e chiara dentro me che mi da il coraggio o forse l’incoscienza di dissentire.

Se vogliamo comprendere qualcosa dobbiamo prima comprenderne le sue origini, ci dice la scienza.

Per millenni il pensiero magico superstizioso dell’umanità dei primordi ha attribuito l’origine delle malattie a spiriti maligni o a sortilegi.

E venne, per l’occidente avanzato, la Chiesa Cattolica la quale sostituì gli spiriti al maligno, affiancata dal pensiero pre-scientifico che tradusse le forze demoniache in miasmi e veleni.

Il primo grande salto avvenne con la scoperta dei batteri e conseguentemente degli antibiotici, era nata la scienza medica moderna.

Il secondo grande salto avvenne con la diagnostica di precisione sia molecolare che strumentale.

Siamo oggi alle soglie di un terzo salto con la genomica e la medicina di precisione.

Il nuovo vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 è figlio della genomica e ci fa dimenticare il vecchio concetto di vaccino prodotto con l’agente patogeno attenuato.

Andrebbe forse cambiato il suo nome in quanto questo nuovo prodotto non introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike.

Il nuovo COVID-19 mRNA BNT162b2 è fatto con molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA) che contengono le istruzioni perché le cellule della persona che si è vaccinata sintetizzino delle proteine (proteine Spike), le stesse che il virus produce per entrare nelle cellule e infettarle.

Le proteine prodotte stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici. In questo modo, gli anticorpi così prodotti da chi si è vaccinato e viene esposto al contagio virale, bloccano le proteine Spike e ne impediscono l’ingresso nelle cellule. La vaccinazione, inoltre, attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere a ulteriori esposizioni a SARS-CoV-2.

Straordinario, geniale, esattamente come i computer quantici o la risonanza magnetica funzionale.

La domanda è: sì, ma l’origine?

L’origine è il virus. Sì ma allora perché alcuni si infettano, altri, no, altri, molti, restano asintomatici, alcuni si ammalano lievemente, altri gravemente, altri ancora muoiono?

La moderna scienza medica si interroga sulle tre seguenti domande:

1. Perché alcuni si ammalano e altri no?

2. Perché le terapie funzionano su alcuni e non su altri?

3. Perché alcuni presentano eventi avversi quando trattati con farmaci e altri no?

La risposta è semplice, ci dice la scienza, dipende dal genoma.

Presto la scienza genomica, farmacogenetica e farmacogenomica risponderà a queste domande.

Per ogni malattia sarà possibile individuare dei biomarcatori genomici responsabili della malattia.

Il lungo viaggio dagli spiriti al genoma ci ha consentito di ottenere una speranza e una qualità di vita infinitamente superiori a quelle delle precedenti generazioni e per questo dobbiamo inchinarci alla scienza.

Ma la domanda resta aperta: qual è l’origine?

Qual è l’origine della presenza di un biomarcatore genetico?

Le nostre tre domande restano inevase.

1. Perché alcuni presentano i biomarcatori e altri no?

2. Perché su quelli che presentano certi biomarcatori le terapie funzionano sugli altri no?

3. Perché quelli che presentano certi biomarcatori quando trattati con farmaci manifestano eventi avversi e altri no?

Il fine giustifica i mezzi?

Sconfiggere il virus, allungare la vita giustifica la rinuncia alla ricerca dell’origine vera delle malattie?

Certo che sì, risponde il pensiero unico, siamo in emergenza, quello che conta è salvare vite e tornare alla normalità.

Ancora una volta la distinzione cartesiana permane intatta. Ci si occupa della materia si trascura la coscienza.

Ci si occupa delle cose e si trascura il modo, ci si occupa della malattia si trascura l’essere umano nella sua interezza.

Il pretesto è sempre a portata di mano. La vita, prima di tutto e a ogni costo.

A me sembra che la vita, sia nascita, esistenza e morte e che quello che conti sia viverla degnamente, perseguendo il vero, il bello e il buono, “fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”.

Si dice che uno scienziato inizia col porsi domande, dalla qualità delle domande dipenderà buona parte dei risultati della sua ricerca.

Se in quanto ricercatori del vero, del bello e del buono, ampliassimo i nostri orizzonti?

Qual è la vera origine del virus e delle sue proteine Spike?

Qual è l’origine dei biomarcatori genomici?

Chi ha disposto la sequenza genomica in quel modo?

Si schiuderebbe il mondo della coscienza, dello spirito, del modo, delle cause prime, del significato, dell’anima che ricordiamoci Aristotele definiva la forma delle cose.

Proviamo a gettare uno sguardo in questa dimensione.

Il nostro organismo è un CAS, Complex Adaptive System, un organismo complesso in grado di auto-organizzarsi, auto-rinnovandosi e auto-trascendendosi. È cioè in grado, tra l’altro, di produrre anticorpi contro la proteina aliena di un virus.

Perché non lo fa?

La scienza della materia sceglie di trascurare questo dato e forte dei pretesti citati prima risponde con il mezzo che giustifica il fine.

Ottiene il risultato ma paga un prezzo: la vera natura della malattia.

Sceglie con il vaccino di sostituirsi a quello che dovrebbe fare l’organismo.

Non si fa la domanda giusta, trascura l’origine del difetto e interviene con i suoi potenti mezzi.

Il fine è più che nobile, lo abbiamo visto.

Con il vaccino, non solo trascura l’origine, ma l’organismo resterà più debole, non più forte.

Per comprendere questo non ci vuole uno scienziato, basta il buon senso.

Proverbiale è la metafora del regalare il pesce o insegnare a pescare.

Ti vedo di fronte al mare con la canna da pesca in mano e non prendi pesci, se ti voglio bene ti insegno a pescare, indagando l’origine del fatto che sei davanti al mare con la canna e non fai la cosa giusta.

Se ti do il pesce che ho pescato, tu magari mi ringrazierai, forse lo scambierai anche per un atto d’amore, ma io me ne andrò più forte, tu resterai con il pesce, ma in breve tempo tornerai affamato e incapace di pescare.

Il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 inoltre ha un aggravante, non solo mi da il pesce anziché insegnarmi a pescare, ma il pesce che mi da è un’informazione che viene inserita nel mio sistema cognitivo.

Non mi insegna a ragionare, ragiona per me introducendo un’informazione aliena che sa pescare al mio posto.

Sappiamo che l’evoluzione avviene tramite apprendimento, se mi viene impedito di imparare inserendo dall’esterno la cognizione che dovrei apprendere, riuscirò a pescare, fino a che l’informazione sarà attiva, ma non avrò imparato a pescare.

Aggravante numero due: nessuno potrà dire se l’informazione aliena introdotta si limiterà a pescare oppure inizierà a compiere altre funzioni in mia vece e a mia insaputa.

Buon ritorno alla normalità.