Pubblichiamo il comunicato lanciato poche ore fa via social dal Comitato Lavoratori delle Campagne, relativo al corteo partito dalla tendopoli di San Ferdinando per protestare contro la morte di Gora Gassama, “investito e lasciato morire il 18 dicembre nei pressi del porto di Gioia Tauro mentre tornava dal lavoro, perché nero”.  Inoltre segnala il Comitato che si “stanno unendo anche lavoratori e amici di altri insediamenti della piana di Goia Tauro: Oggi nessuno va al lavoro, perché un amico e fratello, dopo una vita di razzismo e sfruttamento, da quel razzismo è stato ucciso. La rabbia è troppa, non restare zitti, scendere in strada per ricordare Gora e lottare contro tutto questo è l’unica arma che ci resta”.

Gora Gassama, di origini senegalesi, è stato investito da un’auto nei pressi del porto Gioia Tauro, mentre tornava dal lavoro in bicicletta. “Gora viveva nella tendopoli di San Ferdinando, e lavorava come bracciante. Si tratta dell’ennesima morte violenta di un lavoratore, secondo una dinamica a cui abbiamo assistito troppe volte: a bordo dell’automobile tre persone del posto che investono un bracciante africano e fuggono senza prestare soccorso […] Appena  2 settimane fa, nella stessa zona, un altro bracciante di origini ghanesi era stato travolto da un’auto, che non si è fermata, per fortuna senza gravi conseguenze […] È responsabilità di ciascun di noi lottare e mobilitarsi ogni volta che il razzismo uccide, nelle strade, nei campi di detenzione e di lavoro, in mare, sul posto di lavoro, anche qui, sotto casa nostra”.

Rest in power, Gora