Il ministro degli Esteri boliviano, Rogelio Mayta, ha proposto ieri nella Conferenza dei Ministri degli Esteri dell’Unione Europea e dell’America Latina e dei Caraibi che “l’Unione Europea contribuisca e promuova (…) un programma di cancellazione o riduzione del debito a favore dei Paesi in via di sviluppo, vista l’emergenza sanitaria prodotta dalla pandemia COVID-19.
Il programma inizialmente dovrebbe bloccare temporaneamente i pagamenti del debito estero per almeno due anni e contemporaneamente dovrebbe essere creato un fondo di credito finanziato da donatori e contributori”.

Tale richiesta è stata motivata dal fatto che “la pandemia di Covid-19 ha colpito duramente i Paesi a reddito medio e basso e principalmente i Paesi in via di sviluppo, e, all’interno di essi, i gruppi più danneggiati sono stati i più vulnerabili, come le popolazioni indigene, i disoccupati, le donne, gli anziani e i bambini”.

Mayta ha anche proposto la promozione dell’accesso immediato ai vaccini con un’equa distribuzione tra tutti, la promozione dell’accesso libero ai risultati della ricerca sul Covid-19, il rafforzamento anche per i paesi poveri della sicurezza sanitaria globale accompagnato dall’OMS / OPS.

Allo stesso modo, ha chiesto la promozione di nuove iniziative per la cooperazione regionale in materia di salute e il rafforzamento dei sistemi di assistenza sanitaria primaria. Il ministro poi ha parlato al 18° vertice dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della America (ALBA), formata da Hugo Chávez, nella quale la Bolivia è tornata a far parte dopo l’esclusione voluta dai promotori del colpo di Stato.

Nel suo intervento, ha spiegato con orgoglio che al Vertice dell’ALBA “sono state presentate alternative per superare la crisi sanitaria ed economica generata dalla pandemia basate sulla solidarietà, sulla condivisione delle risorse e fornendo a tutti un vaccino, come tra fratelli, con un approccio ben diverso dal mercantilismo dei Paesi ricchi”.

Mayta ha aggiunto inoltre che i cambiamenti politici e sociali vissuti dal suo Paese prima del colpo di Stato, hanno rivalutato e rafforzato le comunità indigene e che la Bolivia considera questo un punto di forza per contribuire ad ALBA-TCP al fine di ottenere quello che ha chiamato il “vivere bene”.