Lunedì 2 novembre è stato annunciato che Jacinda Ardern, prima ministra neozelandese, ha nominato ministra degli affari esteri Nanaia Mahuta, donna maori (popolazione aborigena della Nuova Zelanda). Quattro anni fa Mahuta divenne la prima parlamentare del paese a portare il Moko Kauae, tatuaggio tradizionale che i māori hanno sul mento.

Mahuta deteneva già diversi incarichi ministeriali: era infatti già ministra del governo locale e ministra per lo sviluppo dei māori. Secondo Radio New Zeland sarebbe imparentata con la defunta regina māori Te Arikinui Te Atairangikaahu e con il re in carica Kingi Tuheitia.

“Ho il privilegio di poter condurre il dibattito anche nello spazio straniero”, avrebbe dichiarato la ministra prima della nomina secondo la radio locale.

La gran varietà del governo neozelandese

Dei venti incarichi ministeriali conferiti dalla leader del paese, rappresentante del partito laburista rieletto lo scorso mese con un’ampia maggioranza di voti (il 49,1% delle preferenze), otto nomine sono al femminile, cinque a persone indigene māori, tre a discendenti dei popoli del Pacifico e tre a persone omosessuali, tra cui il vice primo ministro Grant Robertson.

“Questo gabinetto e questo esecutivo sono basati sul merito, che è incredibilmente diversificato e ne sono orgogliosa”, ha dichiarato la governatrice oceanica, aggiungendo che queste persone “sono il riflesso della Nuova Zelanda che le ha elette”.

Alle elezioni nazionali, con 64 posti in Parlamento su 120, il partito di Ardern è stato il primo a ottenere la maggioranza dal 1996, quando fu stabilito l’attuale sistema politico neozelandese. Si tratta inoltre di uno dei governi più paritari al mondo, in cui quasi la metà degli incarichi legislativi è rivestita da donne, superando ampiamente la media mondiale del 25%.

Traduzione dall’inglese di Maria Fiorella Suozzo. Revisione: Silvia Nocera