Milano è stanca, i suoi cittadini le sue cittadine sono piuttosto logore. Si preparano a questa nuova chiusura generale e fanno l’elenco. I loro cahier de doleance.

Oggi, grazie in primo luogo a ZAM e a Ri-Make, si sono ritrovati in piazza Scala davanti alla sede del Comune almeno duecento persone di tutte le età, ma soprattutto giovani, proiettando immagini sul palazzo comunale, immagini e audio che ricordavano le vergogne di Sindaco e Presidente della regione. Hanno ricordato che cosa non ha funzionato, che cosa non è stato fatto. Un lungo elenco:

  • Il reddito non arriva a tutti e tutte coloro che ne hanno bisogno, chiedono un reddito universale.
  • Ricordano che i soldi ci sono, che sono nelle tasche di coloro che si sono arricchiti in questi ultimi decenni e ancor più in questa fase storica in cui il pianeta sbanda.
  • Vogliono il diritto alla salute e all’istruzione. Non sono due Cenerentole, sono le due colonne sulle quali poggia un sistema democratico. Andava fatto di più, andava speso di più e meglio, bisognava prepararsi.
  • Ricordano come in altri Paesi europei le scuole siano rimaste aperte, baluardo indispensabile a che la vita continui, a che la linfa scorra. Ricordano come sono altri i luoghi dove si è diffuso il virus: in primis quei mezzi pubblici dove si era stabilita una presenza del 50% che è sparita troppo presto su pressione di chi… Mezzi pubblici sui quali ben poco si è investito.
  • Ricordano che il cambiamento dovrà andare ben oltre l’emergenza, dicono che non esiste vaccino per salvare il pianeta che stiamo distruggendo ed è l’unico che abbiamo.
  • Ricordano che i luoghi di lavoro invece sono diventate come le “zone franche” dei paesi centroamericani, luoghi dove i controlli non entrano, dove solo il capitale comanda e il virus va a spasso.
  • Questi giovani sono stanchi. Sono stanchi di assistere a questo sfacelo, a queste ingiustizie, stanche di pagare affitti alti, di essere sottopagati, di essere sotto minaccia di sgombero con i loro spazi che hanno restituito alla socialità.
  • Ricordano l’apertura del CPR, la prossima chiusura delle biblioteche dove la cura era massima e il rischio di contagio inesistente. Ricordano come i figli torneranno ad essere chiusi in casa collegati in qualche modo, con le differenze che verranno a galla un’altra volta. Ragazzini che si perderanno, non “per strada”, ma nell’etere di un collegamento misero o di un telefonino condiviso.
  • Eppure di questo presidio carico di sapere, ben poco uscirà sui media. Nessuna vetrina è stata infranta, nessuna spinta da parte di nessuno, tutti e tutte con la loro mascherina.

In questi giorni abbiamo visto altre “manifestazioni di piazza”, più accese forse, ma ben più confuse. Questa di oggi no. Una grande consapevolezza, la coscienza che il cammino sarà lungo. Ma con la capacità di ricordare, ricordare i nomi e i cognomi di coloro che avrebbero potuto fare e non hanno fatto.

E domani? Di nuovo in piazza, alcuni saranno gli stessi di oggi, tout se tient

Giovedì 5 novembre ore 18.30 in piazza La Scala a Milano – Marcia per i migranti dispersi lungo le frontiere! Questo giovedì, come di consueto da oltre 5 anni, ci si trova alle ore 18.30 in piazza La Scala per marciare insieme e denunciare la continua strage nel Mediterraneo e lungo le frontiere. Sappiamo che la situazione a Milano è molto difficile, per via dei contagi, ma crediamo giusto realizzare la Marcia, con le dovute precauzioni. Quindi portate tutti le mascherine e saremo come sempre ben distanziati. Il Covid non ha fermato la terribile situazione lungo le frontiere, anzi, l’ha peggiorata.

Quindi per tenere alta la voce delle famiglie che continuano a chiedere verità e giustizia per i loro cari scomparsi vi invitiamo a partecipare questo giovedì alle 18.30 in piazza della Scala

Ecco l’evento Fb

Di seguito alcune foto della manifestazione di oggi

Foto di Andrea De Lotto