La Rete nazionale di iniziative per la pace e contro la guerra (Redepaz), raggruppante le iniziative e le organizzazioni sociali in Colombia, si è pronunciata rispetto al pellegrinaggio di ex combattenti e membri del partito FARC nella città di Bogotá, per chiedere garanzie e protezione per le loro vite al governo. L’iniziativa è nata dall’omicidio di Juan de Jesús Monroy Ayala, noto come Albeiro Suárez, leader del processo di reincorporazione nella sezione amministrativa de La Pista, distretto de La Julia del comune di La Uribe, nel dipartimento di Meta. Lì, 140 ex combattenti hanno portato avanti progetti produttivi dal 2017.

Nonostante le denunce sulle minacce ricevute dai gruppi paramilitari insediatisi nella zona, anche davanti al presidente Iván Duque il 29 settembre 2018 durante la sua visita alla città di Villavicencio per il workshop “Building Country”, Monroy Ayala è stato assassinato il 16 ottobre. Le promesse di accompagnamento annunciate dal presidente Duque nello spazio trasmesso in diretta non sono state sufficienti. Oggi sono 234 gli ex combattenti uccisi da quando è stato firmato l’accordo di pace e 160 durante questo governo.

Di seguito viene riportata la dichiarazione di Redepaz riguardo al pellegrinaggio diretto a Bogotà da parte degli ex combattenti delle FARC provenienti da diverse parti del paese.

Pronunciamiento Redepaz frente a peregrinación de excombatientes de paz en Colombia

UN GRIDO PER LA VITA E LA PACE

 Pellegrinaggio degli ex combattenti e membri del partito Rosa 

Bogotá, 23 ottobre. Gli ex combattenti e membri del partito della Forza Rivoluzionaria Alternativa Comunitaria – FARC, hanno iniziato una serie di pellegrinaggi da diverse parti della Colombia a Bogotá, per chiedere al governo e allo Stato colombiano garanzie per la vita degli ex combattenti e l’attuazione efficace e completa dell’Accordo di Pace. Varie organizzazioni per il consolidamento della pace, vittime del conflitto armato, difensori sociali, popolari e dei diritti umani, si sono unite in un solo grido.

Finora nel 2020, circa 234 firmatari di pace e 237 leader sociali e politici dell’opposizione sono stati assassinati in diversi territori del paese, non possiamo continuare a consentire un nuovo genocidio, ecco perché da REDEPAZ sosteniamo questa nuova espressione cittadina per la vita, che è stata convocata a Mesetas (Meta) durante la sepoltura dell’ex combattente e leader della reintegrazione Juan de Jesús Monroy, noto come Albeiro Suárez, e la sua guardia del corpo (anch’egli un veterano) Luis Alexander Largo, noto come Jefferson Mandela.

Chiediamo che i partiti di governo, il governo nazionale e le istituzioni statali avanzino nell’attuazione urgente, globale, coordinata e senza ostacoli dell’Accordo di pace che include, tra l’altro, la riforma rurale globale, l’approfondimento della democrazia, assistenza completa ed efficace alle vittime di violenza, garanzie di non ripetizione e lotta globale contro il traffico di droga e la corruzione.

Le nostre comunità vogliono la pace e lavorano affinché venga raggiunta nei nostri territori, in modo che cessi la stigmatizzazione dei leader e dei firmatari di pace, in modo che la persecuzione giudiziaria e politica si fermi e la vita e la pace siano garantite come diritto costituzionale per tutti i colombiani. Chiediamo alla società di non tacere di fronte a questa nuova ondata di minacce, persecuzioni, omicidi e massacri. Il ricongiungimento è con la VITA e con PACE. #PrimalaVita

Coordinamento politico nazionale di REDEPAZ 

Tessendo pace con mano cittadina

Traduzione dallo spagnolo di Giuseppe Marchiello. Revisione di Ilaria Cuppone