Il 25 agosto la quinta sezione del tribunale antiterrorismo del Cairo ha condannato il difensore dei diritti umani in esilio Bahey el-Din Hassan a 15 anni di carcere per le false accuse di “offesa al potere giudiziario” e “diffusione di notizie false tramite i social media che possono mettere a rischio la sicurezza pubblica e il benessere pubblico”.

“Ancora una volta le autorità egiziane hanno confermato la loro spietata intolleranza nei confronti di chi esprime critiche e della libertà di espressione. Bahey el-Din Hassan è un pioniere del movimento egiziano per i diritti umani. La sentenza emessa in contumacia nei suoi confronti è un insulto alla giustizia e rappresenta un segnale agghiacciante verso tutti coloro che si occupano di diritti umani in Egitto”, ha dichiarato Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medio Oriente e sull’Africa del Nord di Amnesty International.

“L’Egitto continua a essere una prigione a cielo aperto per i difensori dei diritti umani che non sono ancora in prigione o in esilio forzato, dato che le autorità non esitano ad accusare falsamente di reati contro la sicurezza chiunque osi criticarle o cerchi di difendere le innumerevoli vittime di violazioni dei diritti umani”, ha aggiunto Luther.

“Condanniamo categoricamente la sentenza emessa nei confronti di Bahey el-Din Hassan e chiediamo che sia annullata. Le prove usate per condannarlo sono dei tweet postati per denunciare le violazioni dei diritti umani in Egitto e per rendere nota la sua partecipazione a una sessione del Consiglio Onu dei diritti umani, dove aveva chiesto verità e giustizia per Giulio Regeni”, ha proseguito Luther.

“Il tribunale si è affidato anche alle indagini della famigerata Procura suprema per la sicurezza dello stato, un’unità speciale della Procura che si occupa dei reati contro la sicurezza dello stato, e dell’altrettanto famigerata Agenzia per la sicurezza nazionale, una forza speciale di polizia implicata nella sparizione forzata e nella tortura dei detenuti e tuttora impunita”, ha proseguito Luther.

Ulteriori informazioni
Bahey el-Din Hassan è il direttore e cofondatore dell’Istituto del Cairo per gli studi sui diritti umani. Ha lasciato l’Egitto nel 2014 dopo aver ricevuto minacce di morte.
Nel 2016 si è visto imporre il divieto di viaggio e il congelamento dei beni nell’ambito di un’indagine, mossa da obiettivi politici, sull’operato delle organizzazioni per i diritti umani (il noto caso 173 sui “finanziamenti dall’estero”) in cui almeno 31 difensori dei diritti umani ed esponenti della società civile hanno ricevuto un divieto di viaggio e a 10 sono stati congelati i beni.
Nel settembre 2019 Bahey el-Din Hassan era stato già condannato in contumacia a tre anni di carcere e a una multa di 20.000 sterline egiziane (circa 1200 euro) per “offesa al potere giudiziario”.