Vuota, silenziosa, circondata da transenne e presidiata dalla Polizia Municipale, così si presenta Piazza San Francesco, simbolo del Pratello all’indomani della firma da parte del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, dell’ordinanza che vieta di accedere e stazionare sul sagrato della Basilica  e nel giardino che si trova accanto, tutti i giorni dalle 18 alle 6 a partire da giovedì 16 luglio. Il provvedimento vieta anche l’utilizzo di strumenti musicali e rimarrà in vigore fino al 31 luglio. Nell’incipit si legge: “(…) l’ordinanza ha come obiettivo la tutela della salute pubblica e dunque mira a evitare gli assembramenti vietati dai decreti e dalle misure di contenimento del contagio del Coronavirus.” Per i trasgressori sono previste multe dai 400 ai 1000 euro.

La decisione drastica del primo cittadino è stata presa dopo l’apparizione di un video, girato dai residenti nella notte tra sabato 11 e domenica 12 luglio . Nel video si vede un assembramento contestuale all’arrivo in piazza di un sax e una batteria. Per il sindaco l’episodio è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha portato al provvedimento drastico.

 

Pasquale Pagano
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Pasquale Pagano

@foto Pasquale Pagano

Un’ordinanza che ha suscitato da subito le reazioni della cittadinanza e le polemiche politiche, anche perchè il provvedimento tocca una zona simbolo della socialità cittadina. Infatti, la Piazza si trova alla fine del Pratello, celeberrima via bolognese, conosciuta per le storie di resistenza al fascismo e simbolo del divertimento notturno con una elevatissima concentrazione di bar, pub, circoli e ristoranti.  Da qualche anno la Piazza è al centro delle polemiche perchè, sopratutto durante le notti d’estate, è  scenario di alcuni episodi di disturbo alla quiete pubblica, che hanno infastidito i residenti. Il simbolo del disturbo sono gli strumenti musicali, tra tutti i bonghi.  Ma quest’anno le polemiche sono più accese sia perchè negli anni passati, nonostante il susseguirsi delle ordinanze, non si era mai arrivati a transennare la piazza, e sia perchè dopo tre mesi di lockdown e piazze negate, molti hanno voglia di godersi in sicurezza gli spazi aperti pubblici.  Infatti, quello che sta suscitando le maggiori polemiche sono le motivazioni sanitarie che ha addotto il Sindaco, in un momento in cui  non si registrano casi riconducibili agli assembramenti di piazza. Inoltre, la polemica è ingigantita perchè da una quindicina di giorni per gli unici tre focolai attivi a Bologna, tutti collegati al settore della logistica – anche quello del CAS di via Mattei- non sono stati presi provvedimenti così drastici.

Se da un lato i residenti plaudono alla decisione, sono numerosi i commenti negativi dei cittadini apparsi sotto il post con il quale il Sindaco ha annunciato il provvedimento. C’è chi chiede al Sindaco la stesso impegno e la stessa forza per chiudere  momentaneamente le aziende di Logistica Bartolini e Tnt, sotto i riflettori nelle settimane passate perchè focolai di Covid . E poi c’è la politica, con  Fratelli d’Italia che richiede “più controlli subito” e la Consigliera di Coalizione Civica (che siede tra i banchi dell’opposizione) Emily Clancy che in un  post su Fb ricorda i focolai della logistica e chiede anche la  chiusura del CAS Mattei, con conseguente ricollocazione degli ospiti. Infatti, la struttura di accoglienza ospitava alcuni lavoratori della Bartolini, risultati poi positivi. La Consigliera aveva accolto l’appello di Asgi e del cordinamento migranti, chiedendo che venisse ascoltato, durante un question time in consiglio comunale. Il Cas, però, continua ad essere aperto.  Ma le polemiche sono alimentate anche dal malessere dei gestori delle attività commerciali che danno sulla piazza, già economicamente provati dal lockdown e che ora rischiano la chiusura.

Ma non ci sono solo le polemiche, infatti nel post la Consigliera ha proposto delle soluzioni  citando ” Il documento “Strade Aperte”,  elaborato dai rappresentanti di 20 realtà del territorio, che è stato presentato all’amministrazione a fine maggio (…) ma a oggi il Manifesto di Strade Aperte non ha ancora avuto alcuna risposta concreta. ”
Il documento è stato sottoscritto da circa 1700 persone e ha elaborato una cinquantina di proposte su nuovi spazi pedonali da consegnare alla cittadinanza in modo da favorire la socialità, mantenendo il giusto distanziamento fisico.
Molti dei detrattori dell’ordinanza si auspicano che, alla luce delle polemiche, il documento venga preso in considerazione.