Lo Stato insulare del Pacifico delle Figi è diventato la 39a nazione a ratificare il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN). L’ambasciatore delle Figi alle Nazioni Unite, Satyendra Prasad, ha annunciato la ratifica in un evento del 7 luglio, in occasione del terzo anniversario dell’adozione dell’accordo da parte di una larga maggioranza delle nazioni del mondo. Ha detto che il trattato ha una particolare risonanza nel Pacifico come regione che ha sofferto per decenni di test nucleari da parte delle potenze coloniali.

Figi ha svolto un ruolo attivo nella negoziazione del trattato di messa al bando delle armi nucleari nel 2017, chiedendo “un impegno a fornire assistenza alle vittime [dell’uso e dei test delle armi nucleari] e un risarcimento ambientale per gli abitanti delle isole del Pacifico che hanno perso molto a causa dei test nucleari”. Frank Bainimarama,  primo ministro delle Figi, è stato tra i primi leader mondiali a firmare il trattato quando è stato aperto alla firma a New York il 20 settembre 2017.

Con un voto unanime, il Parlamento delle Figi ha approvato la ratifica del trattato il 28 maggio di quest’anno. Rivolgendosi ai colleghi parlamentari prima del voto, il procuratore generale e il ministro della Difesa hanno ricordato l’esperienza diretta delle Figi sull’impatto a lungo termine delle armi nucleari sulla salute a seguito del loro coinvolgimento nel programma di test nucleari britannico di Malden e Kiritimati negli anni Cinquanta.

Quasi 300 soldati delle Figi parteciparono ai test, molti dei quali hanno sviluppato successivamente tumori e altre malattie dovute all’esposizione a radiazioni ionizzanti. Ai soldati delle Figi sono stati spesso affidati compiti più pericolosi rispetto ai soldati di altre nazionalità, tra cui lo scarico di scorie radioattive – e di uccelli marini uccisi o accecati dai test – nell’oceano.

Ancora oggi il governo britannico si rifiuta di risarcire i soldati delle Figi che hanno partecipato al programma di test nucleari. “Troppi uomini – i nostri connazionali delle Figi – sono morti senza giustizia”, ha sottolienato Bainimarama nel 2015 dopo aver annunciato che il suo governo sarebbe intervenuto e avrebbe offerto un pagamento una tantum a tutti i sopravvissuti, “chiudendo uno sfortunato capitolo della nostra storia”.

Le Figi e gli altri Stati insulari del Pacifico hanno contribuito a costruire il sostegno internazionale per la negoziazione del trattato di proibizione delle armi nucleari. In un documento di lavoro presentato alle Nazioni Unite nel 2016, Figi, Nauru, Palau, Samoa e Tuvalu hanno commentato che l’esperienza vissuta delle armi nucleari nel Pacifico, dove sono state testate più di 300 bombe atomiche e all’idrogeno nel corso di mezzo secolo, le ha motivate a lavorare per il trattato.

Le Figi sono il settimo membro del Forum delle Isole del Pacifico a diventare uno Stato parte del Trattato di proibizione delle armi nucleari, dopo Palau, la Nuova Zelanda, le Isole Cook, Samoa, Vanuatu e Kiribati. Nauru e Tuvalu hanno firmato il trattato ma non l’hanno ancora ratificato.

Le organizzazioni della società civile e le chiese delle Figi hanno condotto una lunga campagna contro le armi nucleari e il colonialismo nel Pacifico. In passato, molte delle conferenze del Movimento per il Pacifico indipendente e libero da armi nucleari si sono tenute nella capitale delle Figi, Suva. Questo attivismo continua oggi, come si è visto quando i leader della comunità hanno testimoniato al parlamento quest’anno a sostegno della ratifica del trattato di messa al bando da parte delle Figi.

La dott.ssa Vanessa Griffen, un’attivista delle Figi e  dell’ICAN, si è unita a molti altri figiani nel celebrare la notizia della ratifica odierna: “Per me è molto speciale che le Figi ratifichino il trattato, perché oltre ad essere uno Stato della regione insulare del Pacifico che ha sofferto per molti anni di test di armi nucleari, le Figi sono state un paese molto importante per l’inizio del nostro movimento antinucleare”.