“La maggior parte dei politici italiani ed europei afferma di sostenere la soluzione dei due Stati per risolvere il conflitto israelo-palestinese, per questo ora chiediamo un gesto di coerenza: si deve riconoscere lo Stato di Palestina subito, fermando il piano di annessione di territori palestinesi da parte di Israele e difendendo una volta per tutte i diritti della popolazione palestinese”. L’appello giunge da Yousef Salman, presidente della Comunità palestinese di Roma e del Lazio. Medico pediatra, giunto in Italia nel 1972 all’età di 18 anni, è tra gli organizzatori di una serie di marce e sit-in che sabato 27 giugno avranno luogo in Italia da nord a sud per dire “no” al piano del primo ministro Benjamin Netanyahu che potrebbe portare sotto il controllo di Tel Aviv fino al 30 per cento dei territori della Cisgiordania.

Il capo di governo ha negato si tratti di “un’annessione”. Secondo uno studio del Washington Institute for Near East Policy, d’altra, parte, in territorio israeliano si potrebbero così venire a trovare 78 comunità palestinesi, per oltre 109.000 persone, all’incirca il 4,5 per cento della popolazione totale della Cisgiordania. Netanyahu, rieletto quest’anno, gode per il suo piano del sostegno degli Stati Uniti.

Alle iniziative in Italia, riferisce Salman all’agenzia Dire, “hanno già aderito 15 città e la lista continua ad allungarsi”. Appuntamenti anche a Roma, Milano, Venezia, Firenze, Bologna, Napoli, Bari e Palermo. Dalle piazze, sottolinea il presidente della Comunità, il monito a Israele sarà “di rinunciare al suo piano, perchè viola le risoluzioni delle Nazioni Unite e il diritto internazionale”.

Secondo Salman, Cisgiordania e Gaza “già sono occupate dall’esercito, che è dappertutto, e permette ai coloni israeliani di appropriarsi della terra dei palestinesi, commettendo violazioni in piena impunita’”. A difesa degli insediamenti, già condannati dall’Onu e dall’Unione Europea, riferisce Salman, “i coloni possono usare armi e minacciano le esistenze dei palestinesi, rubando loro terra e averi”.

Negli ultimi giorni dalle istituzioni e dai partiti politici italiani sono giunti appelli e moniti rispetto al piano di Israele, ma per il presidente della Comunià palestinese di Roma e del Lazio non basta: “Non è più tempo delle parole, servono i fatti”. Salman usa il termine “apartheid” per i “crimini subiti dai palestinesi” e ricorda le parole di Desmond Tutu, arcivescovo sudafricano alleato di Nelson Mandela e Nobel per la pace, che ha definito la condizione dei palestinesi “peggiore” rispetto a quella dei neri nel Sudafrica segregazionista.

Oltre alle manifestazioni di piazza, Salman propone “una grande conferenza internazionale con tutte le parti interessate per risolvere il conflitto, da tenersi a Roma, in virtù del suo legame storico, religioso e culturale con Gerusalemme”. Non a caso, il sit-in di sabato “si terrà in Campidoglio, proprio per rilanciare un segnale di pace”.